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Più a destra di così è difficile, in apparenza…

I risultati sono chiari: la ricerca di una risposta politica alla crisi diversa dall’”agenda Draghi” – vincoli europei, guerra euro-atlantica, impoverimento dei più poveri, ecc – è finita per riversare molti consensi sull’unica forza parlamentare che apparentemente si trovava all’opposizione. Una parte ancora più consistente è finita nell’astensione.

Quanto durerà anche questa configurazione del “sentimento politico” delle grandi masse della popolazione lo vedremo presto alla prova dei fatti: l’inverno alle porte minaccia già chiaramente razionamento dell’energia, ancora più inflazione, chiusura di aziende e licenziamenti.

Continua insomma quel forsennato spostamento caotico verso chiunque prometta miracoli che poi non si possono realizzare, perché – come ricordano sempre gli osservatori più consapevoli – la “doppia gabbia” in cui è collocata l’Italia (Nato e Unione Europea) non consente margini significativi di spostamento nelle scelte di politica economica, sociale, militare.

La “lotta politica” si gioca insomma dentro un acquario dove ci si agita molto per nascondere l’impotenza di tutti.

Nel 2018 questa ricerca aveva premiato Cinque Stelle e Lega, ora si travasa sui postfascisti guidati a Giorgia Meloni. Il che è una novità relativa, in qualche modo “storica”, anche se è bene ricordare che già con Gianfranco Fini i fascisti avevano occupato posti importanti di governo. E certamente nel primo decennio del nuovo secolo c’era ancora qualche margine di azione per forze politiche non del tutto allineate con i diktat di Washington e Bruxelles.

Ora sono nulli. A meno di non aprire un conflitto di grande portata che metta in discussione anche la collocazione internazionale del paese.

Cosa che non è affatto nelle corde di Meloni & co., che infatti da mesi si sbraccia per rassicurare quei “poteri forti” sulla propria fedeltà euro-atlantica (su quella alle imprese non c’erano mai state incertezze, ovviamente). Facile prevedere insomma che sulle cose essenziali continueremo ad avere a che fare con l’”agenda Draghi” (Crosetto sta già chiedendo pubblicamente di scrivere con SuperMario la prossima legge di stabilità), e dunque vedremo che questi consensi ricominceranno a cercare un approdo più promettente…

Per ora, comunque, quando mancano i dati di 3.000 sezioni su 61mila, le cose stanno così:

Fratelli d’Italia raccoglie oltre il 26% e signoreggia su un’alleanza di centrodestra che supera il 44%. La Lega precipita sotto il 9%, e dunque si apre la partita per la sostituzione di Salvini, o addirittura per la liquidazione di questa esperienza. Galleggiano all’8% i superstiti seguaci di Berlusconi, in attesa che la natura faccia il suo corso.

Il Parto Democratico ritorna al punto in cui l’aveva lasciato Matteo Renzi: sotto il 20%. Ma i fiancheggiatori di +Europa, Fratoianni e Bonelli non danno prospettive di “campo largo” tale da poter progettare rivincite in tempi brevi.

Il quasi 8% di Calenda e Renzi è per un verso sorprendente (la loro antipatia è tale da aver fatto scommettere molti su un risultato molto inferiore), per l’altro deludente (rispetto alla spropositata copertura mediatica concessa soprattutto al primo).

Sopravvivono i Cinque Stelle, che superano di poco il 15%, grazie all’unica mossa che potevano fare per non sparire: uscire dal governo Draghi e provare a ricostruirsi un minimo di credibilità come forza “diversa”.

Tutte le altre liste stanno sotto la soglia di sbarramento del 3%, a cominciare dall’altro super-pompato dai media di regime (Paragone e la sua corte di fascisti dichiarati), fermo all’1,9.

Unione Popolare prende l’1,43%, che può sembrare molto o poco a seconda delle previsioni o delle aspettative (o delle illusioni).

Più sotto ancora l’equivoco “rozzobruno” di Italia sovrana e popolare.

Nelle prossime ore vi proporremo una riflessione più meditata.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

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7 Commenti


  • Angelo De Marco

    sono abbastanza d’accordo su questa prima riflessione anche se poi andrebbe analizzato tutto meglio e in maniera più approfondita, ma una cosa un po’ positiva in questo schifo di risultati potrebbe essere forse ( ripeto forse visto che sti partiti cambiano idea ogni giorno) che avendo nel centro destra stravinto i fascisti e perso di brutto la lega l’autonomia differenziata non si fa’, almeno spero . PS sperando che non diventi segretario del PD il signor Bonaccini favorevole all’autonomia differenziata


  • Pasquale

    la realtà è che dopo cento anni, l’Italia è di nuovo fascista. Buona Resistenza a tutti.


  • Jacomo

    Pur con tutta la stima e l’affetto per il “giornale” , lascia perplessi che la Redazione di Contropiano si limiti a “registrare” 1.43% di UP senza neanche “rammaricarsi” del risultato.
    Ancora una volta gli italiani hanno preferito “buttarsi” nelle mani del primo “imbonitore” che passa per la strada ma non considerano la “sinistra” come una alternativa credibile . Come mai ? Questo nonostante il supporto di DeMa che ci ha messo un bel po’ del suo per raggiungere questo risultato .
    Per quel che ci riguarda è tutta qui la domanda: come mai queste alleanze elettorali non funzionano ?
    Spero ci sia l’occasione e la voglia di fare un’analisi approfondita congiunta e che si eviti che ognuno tironi ai propri recinti precostituiti come successo nelle precedenti occasioni .
    Cmq un complimento a Ilaria Cucchi credo vada fatto ( nonostante tutto).
    Coraggio


  • E Sem

    Tutto come programmato: per azzerare il nostro paese e continuare sulla strada di distruzione economica di ue era necessario passare da una fase “ucraina” italica. Gioco troppo facile per ora.


  • ANNA

    e i 5 commenti precedenti, di cui il mio, inviato alle 9.51, era l’ultimo dove sono finiti?


  • tradardi valerio

    queste elezioni dimostrano mi sembra che la si debba smettere con l’illusione elettorale., ora, ho si riesce a costruire lavoro sui territori e sui bisogni della gente o si continua con le illusioni.. o si parte da una analisi di classe corretta sul da farsi o è meglio andare in montagna. è anche vero che il voto è stato un voto militante e che si può riprendere sul lavoro appunto dei militanti . oggi poca cosa ma è quello che c’è. basta fughe in avanti.


  • Osservatore critico

    I fascisti tornano al potere? In realtà pare lo siano quasi da un secolo, giorno più giorno meno…

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