Aumentare l’assistenza militare a Kiev da parte della Ue a 3,1 miliardi euro e lanciare la missione di addestramento militare europea per l’Ucraina. Sono queste le misure che impegnano l’Unione Europea e dichiarate in un tweet dall’Alto rappresentante dell’Ue per la Politica estera, Josep Borrell, un personaggio che va apertamente indicato nello schieramento dei falchi e dei guerrafondai rispetto al conflitto in corso in Ucraina.
Borrell è poi passato a narrare il mondo come lo vorrebbe ma che non è o comunque non è più come vorrebbe. Secondo lui “La Russia è sempre più isolata, come dimostra il voto dei giorni scorsi all’Onu. Moralmente, politicamente persino militarmente la Russia sta perdendo questa guerra“, ha concluso Borrell.
Il rappresentante della politica estera europea ha dimostrato una visione del mondo foriera solo di guai e di un maggiore coinvolgimento dell’Unione Europea nelle avventure belliche dell’Occidente.
Nei giorni scorsi lo stesso Borrell, inaugurando i corsi dell’Accademia Diplomatica Europea, si era invece fomentato nel disegnare l’Europa come un “giardino” minacciato dal resto del mondo che Borrell definisce una giungla che potrebbe invadere il giardino, ragione per cui gli europei “devono andare nella giungla e impegnarsi di più nel resto del mondo”.
Ma il falco Borrell, con l’aspetto da “coniglio mannaro” che in Italia conosciamo fin troppo bene, è solo uno dei volenterosi guerrafondai del giardino occidentale.
L’altro, che dovrebbe già essere pensionato per fine mandato, è il segretario della Nato Stoltenberg, mai cognome risultò più azzeccato.
Stoltenberg ha ritenuto di non dover sospendere ma, al contrario, di dover mantenere le manovre militari della Nato “Steadfast Noon”. Si tratta di manovre militari che devono simulare scenari, alert, procedure, azioni e reazioni in un teatro bellico dove ci sono minacce nucleari.
“Sarebbe un pessimo segnale se annullassimo improvvisamente un esercizio di routine pianificato da tempo. Dobbiamo capire che il comportamento fermo della Nato è il modo migliore per prevenire un’escalation”, ha detto il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg.
La Nato comunque ricorda come le manovre Steadfast Noon sono “un’attività di addestramento regolare e ricorrente e non è collegata all’attualità”. L’esercitazione è guidata dal Nato Air Command situato nella base di Rammstein, nella Germania sud occidentale.
Oltre 60 aerei Nato stanno già scorrazzando nei cieli del Belgio, il Mare del Nord e il Regno Unito. Ma dalla base militare di Ghedi (Brescia) dove sono stoccate decine di bombe nucleari, si sono alzati in volo anche i jet Tornado italiani. Gli alert sono stati innalzati in tutti i teatri militari, la tensione è al massimo.
E’ vero che le manovre militari, sia della Nato che della Russia e dei suoi alleati, vengono pianificate molto tempo prima, ma nessuno, in questi mesi o in questi giorni, ha sentito l’esigenza di fermare i motori in una fase di massima tensione come questa.
E’ un po’ come lo scenario della Prima Guerra Mondiale, la guerra “che nessuno voleva fare” ma che venne innescata proprio da una escalation di mobilitazione di truppe e manovre militari vicino ai confini “dell’altro”. Si sa come è andata a finire.
La gabbia euroatlantica dei volenterosi guerrafondai come Borrell e Stoltenberg va rotta o interrotta in uno o più punti, per assicurare neutralità, pace e sicurezza al nostro e ad altri paesi.
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