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Una amnistia sociale contro l’attacco ai diritti dei lavoratori da parte di aziende e magistratura

Posti in piedi venerdì 21 a Piacenza per la prima giornata del convegno organizzato dall’Unione Sindacale di Base su “La spirale della logistica”. Il convegno prosegue nella giornata di oggi.

Lavoratori, delegati, docenti, giuristi hanno fatto il punto sull’offensiva congiunta di padronato e magistratura contro le lotte operaie, che negli ultimi mesi ha fatto il salto di qualità delegando alla macchina della giustizia il compito di demolire il sindacato che pratica il conflitto.

Il massimo esempio si è avuto proprio a Piacenza, quando nel mese di luglio la Procura ha dato corpo a un teorema che trasforma l’attività sindacale in reato, stravolgendo la Costituzione e facendo carne di porco dei diritti dei lavoratori.

Un teorema tentacolare, per cui una lotta operaia si traduce automaticamente in “turbata libertà dell’industria o del commercio” (art.513 c.p.) e “arbitraria invasione e occupazione di attività agricole e industriali; sabotaggio” (art. 508), cui si sommano immancabilmente gli articoli 610 e 337 del codice penale, “resistenza a pubblico ufficiale” e “violenza privata”. Un reato quest’ultimo ormai applicato metodicamente nei confronti di ogni strumento di lotta utilizzato da un sindacato conflittuale come USB, si tratti di uno sciopero, di un presidio o di una semplice vertenza.

È uno stravolgimento del diritto del lavoro, in cui la magistratura scende in campo a fianco delle aziende nell’attacco ai lavoratori. Il tentativo di tutelare i propri diritti diventa automaticamente il tentativo di causare un danno economico all’azienda. Che questa tendenza sia ormai dominante lo testimonia la mole impressionante di fascicoli aperti dalle procure italiane in seguito alle lotte sindacali.

Contro tutto questo c’è una sola via d’uscita, come sottolineano gli avvocati dell’ufficio legale di USB: un’amnistia sociale, in applicazione dei principi costituzionali, che spazzi via la manovra in atto.

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