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Rave, musica e scuse per reprimere soggetti sociali

A tutti quelli che si sentono in dovere di precisare che non gli piace la musica dei rave, vorrei fare osservare che non è una questione di gusti, ma di proibizioni e di minacce di galera.

A Mussolini non piaceva il Jazz e disprezzava i comportamenti connaturati al jazz (uso di alcolici e di droghe inclusi) e prese una serie di provvedimenti (sterili) contro il jazz.

Non si può ostacolare una forma espressiva, né in nome del proprio gusto, né e tantomeno per assunti politici, morali ed estetici, di Stato.

E i provvedimenti repressivi non riguardano i generi e le forme musicali ma i SOGGETTI SOCIALI. I Nativi Americani non sono stati sterminati perché la loro musica era ostica.

Le leggi repressive SEMPRE sono rivolte contro i SOGGETTI, contro PERSONE REALI. E di riflesso contro CULTURE ED ESPRESSIONI CREATIVE DIVERSE DALLA NORMA. Ma non va in galera la musica, vanno in galera LE PERSONE DIVERSE.

Senza questa preziosa diversità non avremmo avuto Mozart, il jazz, il rock, la musica psichedelica, il progressive, la dodecafonia, la musica elettronica e… In un altro campo il DADA, il cubismo, il surrealismo eccetera eccetera.

Chi ha esplorato nuove strade è sempre stato ostacolato, personalmente e come espressione di tendenze e gruppi sociali non conformi e non sudditi, che si volevano colpire per ragioni morali e politiche OTTUSE.

Chi non capisce queste cose ELEMENTARI e che dovrebbero essere OVVIE ha un pitale al posto del cervello. Ergo non parli di gusti chi ha dei gusti sciapi e inclinazioni proibizioniste contro chi, per fortuna, non è sciapo come loro.

Sapete cos’è che rompe le balle? Il fatto che i rave siano autogestiti e sfuggano al circuito del consumo.

Ci sono città di poche decine di migliaia di abitanti che organizzano festival cui arrivano centinaia di migliaia di persone, in qualche caso più di un milione di persone. Il risultato è calca, esplosione delle fogne, danni ambientali, immondizia oltre i livelli di guardia, molestie di ogni tipo e droga a fiumi, però i negozianti ci guadagnano. Se c’è profitto va bene tutto, se non c’è questo viene considerato “illegale”.

I momenti di felicità bisogna pagarlo, chi se li prende senza pagare viene giudicato un fuorilegge anche se sceglie come luogo di raduno un posto desolato, inutilizzato, sottratto all’uso sociale, e si diverte per un tempo determinato, seguendo regole precise, e pure pulendo dopo. Ma siccome non fanno consumo, allora per loro c’è carcere.

Se vi piace vivere in una società così, siete matti forte, molto più matti di chi va ai rave. E anche molto più pericolosi.

* Cantante e scrittore – da Facebook

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