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Firenze. E’ scontro politico sull’apartheid israeliano contro i palestinesi

Da quando “Firenze per la Palestina”, una rete di associazioni e comunità pro Palestina, ha lanciato la campagna “Apartheid Israele” ( cartelli affissi alle pensiline degli autobus) le accuse e polemiche non si placano.

Questa campagna e i loro promotori sono stati subito attaccati pesantemente (“fomentano odio, razzismo, antisemitismo…”) dal console d’Israele Marco Carrai (in più occasioni e attraverso articoli sui giornali) dall’assessore Sara Funaro, dal vicepresidente del consiglio comunale, il legista Emanuele Cocollini, dal presidente della comunità ebraica, Enrico Fink. Probabilmente non avevano neanche letto il contenuto neutro dei nostri cartelli che riportava le definizioni di Apartheid delle Nazioni Unite e di Amnesty International.

E’ stata usata addirittura la parola “nemici”, perciò avevamo dichiarato: “Non abbiamo “nemici”. Difendiamo gli oppressi (il popolo palestinese) assieme ad ONG e compagni israeliani, mentre gli “amici di Israele” difendono ciecamente l’oppressore (lo stato di Israele).”

Con la collaborazione del gruppo Sinistra Progetta Comune (SPC) Antonella Bund u e Dmitrij Palagi (che hanno sempre sostenuto la nostra campagna) è stato possibile organizzare venerdì 4 novembre una conferenza stampa in Palazzo Vecchio dal titolo: Apartheid e Israele.

La rappresentante di Amnesty International (A)I, Tina Marinari racconta che dopo tre anni di ricerca AI ha caldeggiato che le autorità israeliane debbano essere chiamate a rendere conto del crimine di apartheid contro i palestinesi.

Nelle 278 pagine del rapporto gli analisti di Amnesty descrivono “dettagliatamente il sistema di oppressione e dominazione di Israele nei confronti della popolazione palestinese, ovunque eserciti controllo sui loro diritti: i palestinesi residenti in Israele, quelli dei Territori palestinesi occupati e i rifugiati che vivono in altri stati”. Nel caso di Israele siamo di fronte a una violazione del diritto internazionale dei governi che si sono succeduti, arrivando a negare la possibilità di spostamento e l’esercizio di alcuni diritti politici e civili.

E “Firenze per la Palestina” ha dichiarato nella conferenza stampa:

“Siamo contro ogni razzismo e antisemitismo ed invitiamo pertanto tutte e tutti coloro che difendono i popoli oppressi, il Diritto Internazionale e i Diritti umani, a sostenere la nostra causa, quella della Palestina. Abbiamo lanciato la campagna sull’apartheid proprio per evitare che il silenzio continui a far dimenticare cosa avviene in quella terra”.

Nel pomeriggio all’Infopoint di Piazza Stazione Tina Marinari ha presentato il rapporto AI (riassunto di 29 pagine) sull’apartheid israeliano in una sala piena (ca. 80 persone). A questa iniziativa avevamo invitato i nostri accusatori per dar loro modo di informarsi direttamente alla fonte AI. Non si è presentato nessuno/a.

Il testo del rapporto di Amnesty International.

Nel rapporto si legge che le massicce requisizioni di terre e proprietà, le uccisioni illegali, i trasferimenti forzati, le drastiche limitazioni al movimento e il diniego di nazionalità e cittadinanza ai danni dei palestinesi fanno parte di un sistema che, secondo il diritto internazionale, costituisce apartheid.

AI condanna anche la colonizzazione di insediamento, il furto di acqua, la demolizione indiscriminato delle case palestinesi:

Demolire l’apartheid, non le case palestinesi!

Denuncia che le numerose risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sono state disattese da Israele. Inoltre, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite deve imporre sanzioni mirate, come il congelamento dei beni, contro i funzionari israeliani più coinvolti nel crimine dell’apartheid e un embargo globale sulle armi a Israele.

Il rappresentante della comunità Palestinese della Toscana, Bilal Murar ha parlato della situazione diventata insostenibile con l’aumento delle uccisioni, soprattutto di giovani negli ultimi mesi (Durante la campagna elettorale Lapid voleva mostrarsi come uomo forte). Molto coraggiosi i giovani (disperati) che resistono che si oppongono alle restrizioni di spostamento e alla ghettizzazione.

Il console Carrai nella sua presa di posizione (la Nazione del 9 ottobre scorso) e nella sua polemica con il gruppo SPC del 3 novembre (la Nazione) aveva scritto : “Israele è libertà: ….Una democrazia dove medici israeliani, arabi e ebrei lottano insieme anche per salvare le vite dei palestinesi secondo loro è uno stato di apartheid.”

Ciò significa che Carrai non conosce la realtà: Murar ha descritto l’attuale realtà: ambulanze e macchine private vengono trattenute per ore e ore ai checkpoint con malati o feriti gravi, agonizzanti che poi spesso arrivano morti all’ospedale.

Infine: Molto preoccupante la vittoria elettorale di Netanyahu con l’estrema destra.

Un ringraziamento va a tutti gli intervenuti, specialmente a Tina Marinari di Amnesty International e Dmitrij Palagi di SPC per la preziosa collaborazione.

Lunga vita alla resistenza palestinese!

Con questa esortazione volevamo concludere, ma il giorno successivo (sabato 5 novembre) leggiamo su “la Nazione” che il legista e vicepresidente Cocollini attacca di nuovo pesantemente l’ iniziativa e dichiara: “Israele e luogo di libertà e civile convivenza fra le persone, di qualunque etnia e religione siano”. E ancora Carrai : “Dietro a queste accuse (di apartheid, ndr) anche se viene negato, ritengo che ci sia non soltanto un sentimento anti Israele, ma anche antisemita”. Ignoranza e malafede? Oppure soltanto il tentativo di distogliere l’attenzione della pubblica opinione dalle ingiustizie e dai crimini dello Stato razzista di Israele nei confronti del popolo palestinese, in Cisgiordania e Gaza come nello Stato di Israele stesso.

Firenze per la Palestina

P.S. Abbiamo sentito la sera del 4 novembre le parole del presidente Mattarella:

….Eppure la pace continua a gridare la sua urgenza. Una pace giusta, fondata sul rispetto del diritto internazionale e sulla libertà e la libera determinazione del popolo….…Ucraina

Pensavamo che citasse la Palestina. Due pesi e due misure

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