Il cosiddetto Centro anti-disinformazione di Kiev che lavora per il Consiglio per la sicurezza e la difesa nazionale dell’Ucraina ha messo sulla sua particolarissima ed estesissima “lista nera” la filosofa Donatella Di Cesare, docente all’università La Sapienza di Roma, accusandola di “diffondere narrazioni identiche a quelle russe sui media occidentali, coprendosi con le immagini di un “europeo purosangue” e di un “intellettuale“. In particolare la prof. Di Cesare viene accusata di aver contestato le sanzioni per le conseguenze che producono sull’economia e la società italiana e l’inerzia delle istituzioni europee sul piano diplomatico.
La prof. Di Cesare è spesso ospite di talk show televisivi ed ha espresso sempre molto chiaramente le proprie posizioni contro la guerra.
“Dalle autorità europee abbiamo sentito e continuiamo a sentire soltanto minacce di ulteriori sanzioni. Io sin dall’inizio ho sempre detto che la strada delle sanzioni non era quella giusta e continuo a pensarlo. Certo è che queste restrizioni hanno colpito alcuni ceti della popolazione russa ma nessuno dice quali. Ebbene si tratta soprattutto di quelli che hanno il passaporto e si muovono, in altre parole quelli più abbienti mentre hanno avuto poco effetto su tutti gli altri” – aveva affermato la Di Cesare in una intervista – “Al contrario, come detto già tante volte, queste sanzioni sono un boomerang per noi europei e per questo è sconcertante che l’Unione europea persegua ostinatamente su questa strada politica che è sbagliata, controproducente e che sta diventando un suicidio soprattutto per i Paesi più esposti tra cui c’è l’Italia. A parer mio è evidente una miopia strategica da parte delle autorità europee che temo avrà effetti devastanti”.
Sarebbe doveroso che la Farnesina chiedesse conto alle autorità di Kiev di questa lista nera nella quale, da anni, vengono messi all’indice pubblicamente e dettagliatamente cittadini italiani. Se lo avesse fatto qualsiasi altro paese diverso dalla cerchia degli alleati intoccabili (Usa, Israele) ci sarebbe stata da tempo una formale protesta diplomatica. La totale indulgenza verso la fascistizzazione dell’Ucraina sta riproducendo un mostro, nel cuore dell’Europa.
Alla professoressa Di Cesare, così come agli altri cittadini italiani finiti sulla “lista nera” degli apparati ucraini, va la nostra solidarietà.
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Pasquale
Solidarietà incondizionata alla Prof Di Cesare, bersaglio delle mire del governo reazionario ucraino per distinguersi dalla “intellighenzia ammaestrata”, con i suoi ragionamenti lucidi e chiarificatori.
Mario
Massima solidarietà alla prof. Di Cesare.
I tangheri neonazisti del regime di Kiev (Zelensky per primo) hanno in spregio la cultura ed il libero pensiero proprio come i loro “antenati” tedeschi del Novecento.
Sono altro che kantiani, come voleva farci credere qualche citrullo del mainstream…
giorgino
neanche l’ Isis o la Jihad sono arrivati ad inquisire a questo modo così tanta parte dell’opinione pubblica ed intellettuale, su questa scala che si deve definire addirittura mondiale
enrico peyretti
Tutta la giusta solidarietà a chi pensa e parla per la pace, come Donatella Di Cesare. E’ vero che non c’è pace senza giustizia, ma è altrettanto vero cha la giustizia si ottiene solo con mezzi di pace, mai con la guerra, la quale è intrinsecamente offesa alla vita e alla dignità, anche di chi combatte dalla parte giusta coi mezzi sempre ingiusti dell’uccidere persone umane e distruggere. La difesa da un’aggressione violenta è possibile, è esperienza storica, con la disobbedienza compatta di un popolo e il boicottaggio delle pretese ingiuste, e la solidarietà civile internazionale. La dignità umana esige l’abolizione della guerra, istituzione e ideologia indegna.
Carmen
Piena solidarietà alla professoressa Donatella Di Cesare.
Mi piacerebbe leggere in proposito “qualcosa d’ Italiano” da parte del presidente della repubblica, o vedere uno scatto di dignità della ns servile informazione, sempre tutti trincerati nel più assurdo silenzio della vigliaccheria. Sono sempre più convinta che la Verità si nasconde in ciò che non si dice, nel silenzio assenso, nelle parole assenti, nel tradimento di un ruolo o di una funzione. E confesso che mi sento veramente stufa di vivere in un Paese senza dignità,, che si fa zerbino di un qualunque Zelensky., nazista NON per caso; un paese ormai divenuto palude putrida di alligatori gandi e piccoli che non vedono al di là di un minuscolo orizzonte di uno sguardo radente la superficie paludosa del loro habitat..