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I trapper dei P38-Gang indagati per istigazione a delinquere

Puntuale come i temporali a novembre la Procura di Torino non ha perso l’occasione per confermare il suo ruolo di apparato  d’ordine “sabaudo” (nel senso più autoritario del modello). I musicisti trapper della band P38-La Gang sono finiti sotto il suo tiro  dopo le denunce di alcuni familiari di vittime del “terrorismo”.

La Procura sabauda ha aperto un’inchiesta, supportata dagli uffici territoriali di Bologna, Bergamo e Nuoro, con l’accusa di istigazione a delinquere. I Carabinieri e la polizia hanno inoltre svolto perquisizioni nei confronti dei quattro componenti del gruppo, sequestrando materiale informatico “utile alla prosecuzione delle indagini“.

I nomi dei musicisti della band non sono noti al pubblico perché appaiono sul palco con dei passamontagna, celando la loro identità. La band è nata nel 2020, i loro video e i loro testi fanno talvolta riferimento alle Brigate Rosse. Tra i titoli delle canzoni spicca Renault, riferimento all’automobile rossa nella quale fu ritrovato, in via Caetani a Roma, il cadavere del presidente della Democrazia Cristiana, Aldo Moro.

A seguito di un concerto tenuto lo scorso 1 Maggio, la Digos di Reggio Emilia aveva avviato le indagini nei confronti del presidente del circolo Arci che aveva ospitato il concerto.

La polemica colpì anche la città di Bologna, dove la band ha tenuto un’esibizione lo scorso 22 aprile, alla Ex Centrale. I musicisti della band sono poi stati denunciati dalla Digos di Pescara in seguito ad un concerto il 25 aprile, sempre in un circolo Arci.

Ma le denunce e le indagini non potevano produrre conseguenze giudiziarie se non ricorrendo ai reati di opinione ereditati dal Codice Penale fascista Rocco.

A riempire il buco non poteva che pensarci la Procura più zelante d’Italia – quella di Torino – che contro il movimento No Tav ha sperimentato e interpretato tutte le azioni giudiziarie più spregiudicate nel tentativo di stroncare il movimento.

Le persecuzioni giudiziarie contro rapper militanti non sono una prerogativa solo italiana. Il più conosciuto è il caso dei rapper spagnoli Pablo Hasel e Valtònyc  Poi c’è stato il caso del rapper tunisino Weld El 15.

I trapper dei P38 -Gang adesso sono indagati per “istigazione a delinquere”, un reato di opinione che puzza ancora di fascismo lontano un chilometro.

Nella pur arretrata storia recente di questo paese nessuna Procura ebbe la miopia di inquisire Paolo Pietrangeli per la canzone Mio caro padrone domani ti sparo o Pino Masi per la canzone E’ arrivata l’ora del fucile. Eppure erano tempi ben diversi da quelli odierni…

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6 Commenti


  • Mauro

    Si, vabbè, però,dai…


  • p38punk

    DELLA p38 gang.
    Vi chiediamo di prestare attenzione ai nomi per favore (articoli compresi).
    non vogliamo sembrare pignoli e ai compagni trappers abbiamo espresso pubblica simpatia e solidarietà, ma già a maggio abbiamo ricevuto la nostra bella dose di problemi, minacce e insulti (pure i radicali ci hanno onorato della loro attenzione) a causa della quasi omonimia, come già abbiamo spiegato nel comunicato ripreso anche dall’osservatorio repressione.
    Ribadiamo la nostra solidarietà alla p38 gang e ribadiamo anche che 30 anni fa con la scelta di fare punk politicizzatole rotture di scatole le abbiamo messe in conto, accettando come parte del gioco quelle che sono arrivate.
    Però minacce, insulti, problemi, etc li vorremmo solo per cose che sono di nostra responsabilità.
    saluti militanti.
    I p38 punk


  • Mauro

    …Mica so’ i Maneskin…


    • Redazione Roma

      e neanche Pussy Riot


  • Mauro

    Istigazione a delinquere? Casomai istigazione a piangere come ho fatto io ascoltando la cover di L.Dalla ‘com’e profondo il mare’… se anche i denuncianti la ascoltassero ritirerebbero la denuncia…


  • Peppe

    ci riesci a scrivere almeno un post di senso compiuto?

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