Dopo il riuscito sciopero generale di ieri, USB e il sindacalismo di base scendono in piazza oggi 3 dicembre contro la manovra del governo Meloni, la guerra e il carovita, con una manifestazione nazionale a Roma, un corteo che alle 14 da piazza della Repubblica raggiungerà San Giovanni.
Alla testa dei manifestanti, dietro uno striscione unitario “Abbassate le armi, alzate i salari”, ci sarà una folta rappresentanza dei braccianti organizzati con USB.
In poche settimane Meloni e i suoi alleati hanno confermato la propria natura reazionaria e antipopolare, respingendo l’introduzione di un salario minimo, smantellando il reddito di cittadinanza, attaccando diritti e agibilità democratiche, criminalizzando gli immigrati e inasprendo la repressione del conflitto sociale e sindacale.
Lo testimoniano ancora oggi le manganellate di Torino, il divieto di corteo a Sassari e l’assurda proibizione permanente di manifestare a Roma in piazza del Parlamento, contro la quale i legali di USB hanno presentato un ricorso d’urgenza al Tar del Lazio.
Quest’ultimo gravissimo fatto è stato oggetto di una conferenza stampa davanti alla Prefettura. “Il divieto della Questura – ha spiegato l’avvocato Maria Rosaria Damizia – è stato imposto sulla base di una direttiva della Prefettura che il 14 aprile scorso, alla fine dello stato d’emergenza per la pandemia, ne ha esteso il divieto a manifestare in alcuni luoghi sulla base di emergenze non dichiarate come la guerra russo-ucraina e la crisi economica.
Tutto questo viola l’articolo 17 della Costituzione, che impedisce di vietare in modo generalizzato il diritto a manifestare. Il Tar ha rigettato la richiesta di sospensiva perché la Questura di Roma ha offerto un luogo alternativo per la manifestazione, cioè piazza Santi Apostoli. Ignorando però che non tutti i luoghi sono uguali”.
“Una decisione grave – ha aggiunto l’avvocato Vincenzo Perticaro – perché impedisce ai cittadini di scegliere il luogo in cui manifestare, come testimonia l’articolo 17”.
“Un risultato lo abbiamo ottenuto – ha chiosato l’avvocato Carlo Guglielmi – È stata desecretata la circolare prefettizia che priva i cittadini di un diritto costituzionale, con un effetto paradosso: siamo in una democrazia e possiamo manifestare contro la guerra, ma siccome c’è la guerra non possiamo manifestare”.
La partita davanti al Tar non è conclusa. Il ricorso dei legali di USB sarà trattato nel merito il 20 dicembre. “Nel frattempo – ha concluso Paola Palmieri, consiglio nazionale USB – avvieremo una campagna per mettere in evidenza la lesione continua dei diritti costituzionali dei cittadini”.
Unione Sindacale di Base
Promuovono la manifestazione:
Unione Sindacale di Base – Sindacato Generale di Base – Confederazione Unitaria di Base – Movimento di lotta disoccupati 7 novembre – Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali – Movimento per il diritto all’abitare – Prendiamo Casa Cosenza – Genova City Strike – Perugia Solidale – Cambiare Rotta organizzazione giovanile comunista – Laboratorio politico Iskra – Osservatorio Repressione – Si Cobas – Opposizione Studentesca d’Alternativa – Potere al Popolo – DemA – ManifestA – Partito della Rifondazione Comunista – Unione Popolare – Fronte della Gioventù Comunista – Rete dei Comunisti – Fronte Comunista – Tendenza Internazionalista Rivoluzionaria – PLAT Piattaforma di Intervento Sociale – Collettivo Militant – Casa del Popolo Teramo – Centro sociale Intifada – Dazebao Centocelle – Operatori Sociali Autorganizzati Perugia – Spazio Catai Padova – Centro Internazionale Crocevia – Centro sociale Nuvola Rossa (Rc) – Spazio Pueblo (Cava de’ Tirreni) – Collettivo No al Fossile Civitavecchia – Comitati contro il rigassificatore di Piombino – FIR La voce delle lotte – Sinistra Anticapitalista – OR.S.A. Organizzazione Sindacati Autonomi e di Base – USI CIT – Medicina Democratica – Rete nazionale Noi non paghiamo – Mi Riconosci – Stati Genderali Lgbtqia+&Disability – No Muos – Comunità palestinese di Roma e del Lazio
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