Si stanno avvicinando le elezioni regionali e come al solito la politica della sinistra ufficiale, quella che ha costruito tutte le condizioni per l’avvento del governo Meloni, entra nella finzione che contraddistingue le sue campagne elettorali.
Ci sono due vincoli fondamentali a cui obbedisce tutto il palazzo della politica.
Il primo è quello euroatlantico, che ora è diventato partecipazione dell’Italia alla guerra NATO contro la Russia.
Il secondo è quello della austerità liberista dettata dai vincoli UE, apparentemente sospesi ma sempre in sostanziale vigore. E che torneranno in campo ufficialmente, in particolare per il nostro paese, dal 1 gennaio 2024.
All’obbedienza assoluta a questi vincoli, il governo Meloni ha aggiunto sue carognate come il taglio del reddito di cittadinanza. Ma questo governo ha lo stesso impianto politico fondamentale dei predecessori, impianto che in campagna elettorale il PD aveva chiamato agenda Draghi.
Questa è la realtà, un partito unico trasversale degli affari del liberismo e ora anche della guerra, che sulle scelte qualificanti, ad esempio l’invio di armi, governa assieme indipendentemente dalla collocazione di ogni forza.
Poi ci sono le elezioni e qui compare la recita. Più a sinistra che nella destra, che per sua natura in guerra e liberismo ci sguazza.
Invece la sinistra deve fare molta più commedia. Deve scoprirsi rivoluzionaria e trovare dei candidati che siano meno impresentabili dei suoi leader ufficiali. E poi deve naturalmente innalzare lo stendardo della lotta alla destra. Cosa che fa regolarmente da trent’anni, diventando sempre più di destra ad ogni appuntamento elettorale.
La novità è che questa volta la finzione è pure più grande. Perché le alleanze del PD nascono già perdenti come alle elezioni politiche. Perché a destra hanno la concorrenza dei renziani e a sinistra del M5S.
Per cui cercano di allearsi con l’uno o l’altro, con Conte in Lombardia e con Renzi nel Lazio, ma sempre per perdere. Il PD di oggi non ha alcuna possibilità di sconfiggere la destra, ma fa finta che invece sia così, come fa finta di essere di sinistra. E purtroppo c’è ancora chi questa finzione la prende per buona e preferisce perdere con il PD, piuttosto che provare a ricostruire una sinistra che sia un’alternativa vera a tutto questo schifo.
Scusate l’ingenuità, ma credo che se davvero si è contro la guerra, allora non si possa sostenere direttamente o indirettamente un partito guerrafondaio come il PD.
Non ci si può dimenticare della guerra, e di tutto il resto, solo perché ci sono le elezioni.
E neppure ci si può dimenticare che in TUTTA la passata legislatura il M5S, che ora si presenta come il vendicatore del popolo, ha SEMPRE governato, con tutti.
Il pesce rosso ha la memoria di un minuto. Quando nella boccia di vetro sbatte contro il vetro si accorge dell’ostacolo e torna indietro; poi però si dimentica di tutto, si dirige di nuovo verso il vetro e ci sbatte ancora. E avanti così.
Dopo le sardine ora in Italia abbiamo la sinistra dei pesci rossi.
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