USB scrive a Nordio: intervenga rapidamente per salvare la vita di Alfredo Cospito
L’Unione Sindacale di Base ha inviato un appello al ministro della Giustizia Carlo Nordio chiedendo il suo intervento sulla vicenda di Alfredo Cospito, la cui vita è in grave pericolo dopo100 giorni in sciopero della fame nel carcere di Sassari contro l’applicazione dell’articolo 41 bis. Di seguito il testo della lettera.
Al Ministro della Giustizia
On. Carlo Nordio
Il rinvio al prossimo e lontano 20 aprile dell’udienza in Cassazione per discutere la revoca del regime di 41 bis sembra essere una sorta di condanna a morte per Alfredo Cospito. Le sue condizioni di salute sono talmente gravi che è forte il rischio che non si arrivi mai a quell’udienza.
L’Unione Sindacale di Base fa appello al Ministro di Grazia e Giustizia perché intervenga sulla base delle proprie prerogative istituzionali, affinché questa eventualità venga scongiurata e siano garantite a Cospito condizioni di detenzione che ne rispettino i diritti ed ottemperino agli obblighi di protezione.
Lo sciopero della fame portato avanti da Alfredo Cospito costringe tutti noi, politica, corpi intermedi e società civile, a ridiscutere del nostro sistema penale e soprattutto di quelle misure emergenziali che ormai hanno trovato una collocazione ordinaria nel sistema giuridico, stravolgendone i principi. L’ergastolo ostativo e l’articolo 41 bis appartengono ad una concezione della giustizia che si allontana dai valori fondanti della nostra Costituzione.
Questa discussione non può più essere rinviata. Ma intanto occorre ristabilire condizioni minime di umanità e scongiurare una conclusione tragica di questa vicenda. Per questo Le chiediamo, signor Ministro, di intervenire rapidamente prima che sia troppo tardi.
Unione Sindacale di Base
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E’ stata anticipata al 7 marzo l’udienza in Cassazione che affronterà il ricorso presentato dal difensore di Alfredo Cospito contro la decisione del Tribunale di Sorveglianza di Roma che ha respinto un reclamo contro l’applicazione del carcere duro disposto nei suoi confronti per quattro anni. Lo rende noto l’avvocato difensore Flavio Rossi Albertini che aveva depositato una istanza, legata alle condizioni di salute del detenuto, dopo che i Supremi giudici avevano fissato l’udienza al 20 aprile.
Comunque troppo tardi…
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“È urgente un trasferimento di Alfredo Cospito in una struttura in grado di garantire un immediato intervento sanitario”.
Lo chiede il Garante Nazionale per le persone private della Libertà Nazionale Mauro Palma.
“In questi mesi, il Garante nazionale ha seguito con attenzione la vicenda di Alfredo Cospito, in sciopero della fame dal 20 ottobre 2022, anche effettuando due visite. Lo ha fatto in maniera continua e costante, evitando tuttavia di prendere posizioni pubbliche, se non per informare sulle condizioni di salute di Cospito e sulle proprie preoccupazioni per una situazione in progressivo deterioramento.
Oggi, anche a seguito di notizie circa un aggravamento del suo stato di salute, il Garante nazionale decide di rompere il silenzio per chiedere, questa volta pubblicamente, che Alfredo Cospito sia trasferito con urgenza in una struttura in grado di garantire un immediato intervento di carattere sanitario in caso di situazioni di acuzie, rischio, peraltro, elevato dato il forte stress a cui è sottoposto da mesi il suo organismo“.
Lo afferma in una nota il Garante Nazionale Mauro Palma, sottolineando che “il carcere di Sassari, infatti, non è dotato di un centro clinico interno e nel territorio limitrofo non vi sono strutture sanitarie in grado di assicurare eventuali interventi urgenti con la dovuta sicurezza“.
“Il Garante nazionale – spiega una nota – ricorda che la tutela della salute di chi è nella disponibilità dello Stato, in quanto privato della libertà personale, è responsabilità dell’Amministrazione che lo ha in carico e ritiene che un trasferimento di Alfredo Cospito non sia più procrastinabile” e “auspica altresì – nel pieno rispetto delle Istituzioni che si stanno occupando della vicenda – che si giunga in tempi rapidi a una soluzione che permetta che sia posto fine allo sciopero della fame che prosegue ormai ininterrotto da cento giorni“.
Fonte: Ansa
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Lo Stato italiano ha condannato a morte Alfredo Cospito?
Un articolo sul giornale cattolico “Il Faro di Roma”.
“Lo Stato italiano sembra aver condannato a morte Alfredo Cospito, contravvenendo, con il regime carcerario più duro, al dettato costituzionale che dichiara il recupero come scopo delle pene inflitte dai tribunali. I medici riconoscono che il detenuto rischia la vita e non fermare il trattamento inumano che gli è stato riservato significa di fatto contribuire alla sua fine”.
Con questa motivazione il capitolo italiano della Rete di artisti e intellettuali in difesa dell’umanità si rivolge a Papa Francesco dal quale invoca “una parola che possa fare riflettere chi si sta assumendo questa grande responsabilità morale e preghiere per Cospito e per chi gli vuol bene”.
Nel loro comunicato, Luciano Vasapollo, Rita Martufi, Viviana Vasapollo, Mirella Madafferi e Salvatore Izzo del Coordinamento di segreteria del capitolo italiano della Redh, ricordano i numerosi interventi che “in questi dieci anni hanno reso concreta la vicinanza di Francesco ai detenuti espressa senza entrare nel merito delle accuse ma nella convinzione che in nessun caso può essere calpestata la dignità umana”.
Nel caso di Alfredo Cospito assistiamo da 100 giorni a uno sciopero della fame per protestare contro una carcerazione inumana. Con un progressivo aggravarsi delle condizioni del detenuto che stanotte è caduto nella doccia ed è stato curato nella clinica di Otorinolaringoiatria del policlinico universitario di Sassari, dove è stato curato per ridurre la frattura scomposta alla base del naso. “Cospito ha perso molto sangue, è debole, ha difficoltà ad avere una normale termoregolazione corporea”, ha fatto sapere Angelica Milia, il medico curante dell’anarchico detenuto al 41 bis nel carcere di Bancali, a Sassari.
“Ha le piastrine molto basse – ha spiegato la dottoressa – e quindi anche un piccolo taglio può provocare una forte emorragia che, viste le sue condizioni generali di salute e il fatto che non si stia alimentando da 100 giorni, può avere conseguenze gravissime”.
“Dopo la caduta di stanotte e le cure ricevute in clinica, ora è molto provato ma il dolore al naso si è ridotto. Non riesce però ad avere una termoregolazione normale, indossa tre pantaloni e quattro maglioni per cercare di riscaldarsi. È chiaro – ha detto la dottoressa – che non possa continuare a rimanere in questo carcere, deve essere trasferito in una struttura che possa garantirgli assistenza sanitaria adeguata”.
“L’anarchico condannato a 20 anni di galera, sottoposto al regime detentivo del 41 bis e in sciopero della fame da ormai tre mesi e mezzo, dunque si sta velocemente spegnendo nell’indifferenza dello Stato, sordo ai martellanti appelli per la sua salute”, denuncia il Capitolo italiano di Redh
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