Questa notte un giovane operaio di 33 anni è morto sul lavoro in seguito ad uno scoppio avvenuto a Voltaggio, in provincia di Alessandria, nel cantiere del Terzo Valico.
Per fermare la strage occorre istituire il reato di omicidio sul lavoro. L’Unione Sindacale di Base e la Rete Iside Onlus continuano il loro lavoro di monitoraggio sulle morti di lavoro: al 5 febbraio le vittime erano già 102, dopo appena 36 giorni (diversi dei quali festivi) del nuovo anno! Nello specifico si tratta di 77 decessi sul posto di lavoro e di 25 in itinere.
USB e Rete Iside, forti di un lavoro di collaborazione solida che prosegue da anni sul fronte salute e sicurezza sul lavoro, ribadiscono che l’unica cifra di morti di lavoro accettabile è “zero” ed un modo per azzerare i decessi è l’istituzione del reato di omicidio sul lavoro.
Solo inserendo nel codice penale il reato di omicidio e lesioni gravi sul lavoro si può porre una deterrenza reale al fenomeno; nel nostro Paese, infatti, le imprese e la parte datoriale spesso vedono in salute e sicurezza sul lavoro dei costi da ridurre per aumentare i profitti. Con l’omicidio sul lavoro non sarebbe più conveniente, ad esempio, manomettere una macchina per aumentare la produttività.
Di seguito i dati divisi per regione:
Lombardia 20;
Campania 13;
Piemonte, Veneto 10;
Toscana, Abruzzo 6;
Umbria, Sicilia 5;
Lazio, Puglia 4;
Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Marche 3;
Trentino, Calabria, Sardegna 2;
Alto Adige, Liguria, Molise, Estero 1
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Karlheinz Beyer
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