Quelli di destra, i Lollo-rigidi, i fasci, i leghisti, sono veramente ignoranti e poveri di spirito, riescono a trasformare in merda tutto l’oro che toccano.
Come in ogni parte del Globo Terraqqqueo, la cultura degli esseri umani locali è fatta di strati sovrapposti, di tanti diversi livelli che, se una mente è ricettiva, si intersecano e si meticciano per formare un’amalgama, che – pur essendo simile alla fin fine – è diversa per ognuno di noi. Ogni essere umano è “razza a sé”, o per meglio dire, è unico: we are one, but we’re not the same (cit.).
Ci sono strati comuni a tutta la specie umana sin dagli albori, come l’amore per la prole, l’istinto di sopravvivenza, l’attitudine al ludus e al gruppo, la crudeltà e l’amore, solo per fare esempi. Poi ci sono tratti comuni emersi lungo il cammino, come il senso di giustizia, di uguaglianza, di condivisione di ideali.
(Intermezzo: questo è un articolo buonista, statece)
Poi, se sei Italiano, hai un amore-odio verso la tua nazione, sei convinto che la nostra cucina sia fra le migliori al mondo, generalmente sei tifoso di una qualche rappresentativa nazionale, pensi che nei secoli in Italia ci sia stata molta arte, molta cultura, molto ingegno.
(Secondo intermezzo: a seconda della nazione cui appartieni, PER PURO CASO, qualcosa che ti piace lo trovi sempre, persino se sei, che so, estone).
Poi, in Italia, qualcosa dipende anche dal posto dove nasci e cresci: il vostro Massimino qui scrivente ha molti tratti di marcata torinesità, che si esprimono nella passione calcistica, nell’amore ostinato per certi cibi altrove improponibili, nel gusto per certi vini, e nella passione per il dialetto locale.
Sono rimasto fra i non moltissimi che lo capiscono, lo parlano come una seconda lingua, lo leggono, lo scrivono. Vado a spettacoli teatrali in dialetto e mi diverto come un matto. Parlo in torinese con mia suocera, o con chiunque trovo, e mi piace molto.
Recito poesie, persino: quelle dei nostri grandi poeti come Nino Costa, giù giù fino a quelle di mio nonno, poeta dialettale scatologico. Un godimento.
Questo, però, non ha nulla a che vedere con stupide idee di razza, di supremazia, di superiorità di X su Y: è solo il modo con cui son fatto io, che sono torinese, sì; italiano, sì; chiaro di pelle, sì (non troppo, però). Ma sono anche comunista e internazionalista. Antirazzista nel midollo. E antifascista, soprattutto: perché penso che il fascismo sia un crimine, sia il malo vizio dell’ignorante di trasformare ogni diversità – da ricchezza – in odio e divisione.
Stamattina vi allego una poesia di Nino Costa in piemontese, letta alla bell’e meglio da me. Con il testo sott’occhio, molti che non son piemontesi magari riescono a seguire: dura un minuto, provate se vi va e ditemi qualcosa.
È un dialetto ostico, la base provenzale lo rende meno semplice di altri dialetti, ma – alle mie orecchie – è musica. Sono nato e vissuto qui, fosse stato a Santa Maria di Leuca o Cincinnati, era diverso, ma uguale, in fondo.
Einstein rispose alla domanda: Razza? su un questionario in Germania al tempo dei nazi: UMANA. Ecco.
* da Facebook
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