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Università. Dopo Milano anche a Roma e Bologna compaiono le tende contro il caro affitti

Ultim’ora. Oggi 10 maggio siamo sotto il rettorato dell’Università di Bologna per denunciare l’emergenza affitti che viviamo noi studenti universitari. Insieme ai tanti nostri coetanei che si stanno muovendo in diverse città d’Italia, anche noi ci mobilitiamo, come ieri a Roma, per un reddito studentesco e verso lo sciopero generale del 26 maggio. Per le 18.00 di oggi è stata convocata una assemblea nell’ateneo.

Dopo le tende comparse a Milano, ieri sono comparse tende anche nel cuore dell’università La Sapienza di Roma. Gli studenti intendono rappresentare con le tende “la precarietà generalizzata a cui la nostra generazione è sottoposta, e la gravità eclatante della strutturale crisi abitativa e del mercato degli affitti che ogni giorno viviamo sulla nostra pelle”.

In una nota l’organizzazione giovanile comunista Cambiare Rotta chiede un piano pubblico di investimenti per l’ampliamento delle strutture residenziali esistenti e per la costruzione di nuovi studentati che rimangano in mano pubblica; l’interruzione di tutti i progetti co-finanziati e delle convenzioni con i privati, per riportare l’intervento sulle politiche abitative in mano a MUR e MIMS; l’abolizione della legge 431/98 e la reintroduzione dell’equo canone per calmierare il mercato degli affitti privati, con istituzione di una specificità mirata alla condizione studentesca.

“Come se non bastasse, sull’onda della gentrificazione si promuove la costruzione di studentati privati e di lusso: l’ultimo schiaffo agli studenti e ai giovani lavoratori delle classi popolari” denuncia Cambiare Rotta.

Ma gli studenti universitari pongono anche il problema del reddito, diventato un macigno in presenza di bassissimi retribuzioni, ragnatela dei “lavoretti” e, contestualmente, alti affitti e aumento dei prezzi. “Un reddito” – sottolinea Cambiare Rotta – unica misura possibile in questa fase per contrastare l’esclusione di classe dai percorsi di formazione, garantire la possibilità di accedere agli studi universitari, ma anche di completarli senza essere schiacciati dal ricatto del merito e dalla necessità di lavorare in condizioni di precarietà e sfruttamento per potersi sostenere economicamente nel corso degli studi. Un reddito che sia pagato attraverso la tassazione di tutte quelle aziende private ormai completamente inserite nei nostri atenei, che dai nostri percorsi di studio e dalla ricerca traggono profitti e forza lavoro qualificata secondo le esigenze di mercato”.

Gli studenti universitari, intorno alle rivendicazione di case e reddito, rilanciano l’appuntamento dello sciopero generale convocato per il prossimo 26 maggio.

 

 

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