Sono passati già quasi cinquant’anni da quando Edoardo Bennato nell’album I buoni e i cattivi incideva la splendida In fila per tre e cantava:
“Sei già abbastanza grande, sei già abbastanza forte: ora farò di te un vero uomo! T’insegnerò a sparare, t’insegnerò l’onore, t’insegnerò ad ammazzare i cattivi. E sempre in fila per tre, marciate tutti con me e ricordatevi i libri di storia: noi siamo i buoni perciò abbiamo sempre ragione, andiamo dritti verso la gloria…”.
L’azienda Giochi Preziosi, leader nella distribuzione di giochi in Italia che – come nota Michele Lucivero dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole – “probabilmente di marketing se ne intende e comprende la linea verso la quale i nostri governi spingono la scuola” l’ha presa forse un po’ troppo sul serio, lanciando una linea di prodotti per la scuola realizzata in collaborazione con l’Esercito, attraverso una campagna pubblicitaria che utilizza slogan che definire di dubbio gusto per un prodotto scolastico è troppo poco: “Tutti sull’attenti!”, gli zaini “per sentirsi sempre in missione!”.
È una questione di cultura e di linguaggi. Smilitarizzare in primo luogo il linguaggio è fondamentale perché il linguaggio che utilizziamo definisce il mondo che vediamo e viviamo, il come e il dove ci collochiamo.
Altrettanto fondamentale è smilitarizzare i nostri costumi, demitizzare la sicurezza come elemento garantito dalla paura dell’altro e non invece dalla relazione e dalla contaminazione. La scuola è il luogo dell’educazione, dello sguardo al futuro, dell’immaginazione e del sogno da costruire.
Viviamo tempi nei quali ci si nasconde dietro al gridare “attente al lupo!” (tralasciando il discorso sul povero lupo associato ad azioni che son solo umane e non animalesche) per non preoccuparsi di come far crescere uomini che conoscano il rispetto della vita: questo squallido spot pubblicitario purtroppo è semplicemente in linea con la subcultura dominante.
Accogliamo allora e rilanciamo l’appello dell’Osservatorio chiedendo “ai genitori di aiutarci a contrastare la militarizzazione delle scuole opponendole una cultura di pace, di solidarietà e di rispetto per l’altr*, magari anche evitando di acquistare per i propri figli e le proprie figlie materiale scolastico con riferimenti militari”.
* da Comune-Info
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Sulla vicenda pubblichiamo qui di seguito un comunicato dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole
Giunge alla mail dell’Osservatorio l’incredibile segnalazione della distribuzione, da parte di una nota azienda di giocattoli, di una linea di zaini scolastici a marchio Esercito Italiano in tre varianti: Esercito, Alpini, Folgore. Diversi sono i fattori di questa campagna pubblicitaria che ci hanno lasciati stupefatti e allo stesso tempo indignati, a cominciare dallo slogan che accompagna il lancio del prodotto sul mercato con parole quali «Tutti sull’attenti!», che rievocano nella memoria collettiva il periodo più buio del nostro recente passato. E che dire poi della presentazione della collezione zaini esercito «per sentirsi sempre in missione» dove la strategia del linguaggio pubblicitario raggiunge livelli di sorprendente ambiguità e scivolosità? Presentare le attività scolastiche come “missione” lascia presupporre, infatti, una pericolosa frana culturale che trasforma la scuola in caserma e gli alunni e le alunne in militari in erba.
A nostro avviso una campagna pubblicitaria del genere sembra andare di pari passo con il dilagare nelle nostre scuole e sull’intero territorio nazionale di quella “cultura della difesa” che interpreta la funzione delle forze armate in maniera parziale omettendo sistematicamente di ricordare quella che è la vera missione di tutti gli eserciti, ovvero fare la guerra. Crediamo che questa operazione commerciale sia perfettamente in linea con quel processo di militarizzazione delle nostre scuole e del mondo del sapere in generale che sta avanzando a grandi passi e che come Osservatorio continueremo a denunciare, poiché la nostra idea è che le aule scolastiche debbano essere e rimanere sempre luoghi di educazione alla pace e alla convivenza pacifica senza alcuno spazio per pericolose e aggressive derive militariste che hanno come unico naturale sbocco il conflitto armato.
Ci permettiamo di ricordare inoltre che l’azienda in questione ha un proprio codice etico che all’art. 1.2 recita: «L’azienda opera altresì nell’ambito dei principi posti a tutela della libertà e dignità dell’uomo dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani dell’ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite)»; facciamo altresì presente che la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (approvata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989, ratificata dall’Italia con legge del 27 maggio 1991, n. 176) nel preambolo afferma la necessità di «preparare pienamente il fanciullo ad avere una sua vita individuale nella società, ed educarlo nello spirito degli ideali proclamati nella Carta delle Nazioni Unite, in particolare in uno spirito di pace, di dignità, di tolleranza, di libertà, di uguaglianza e di solidarietà».
In considerazione di quanto esposto chiediamo infine, come Osservatorio, che l’azienda non commercializzi i prodotti in questione; chiediamo inoltre a genitori, studenti e studentesse di non acquistare i suddetti zaini scolastici. Deve essere chiaro che le finalità educative della scuola sono assolutamente inconciliabili non solo con la presenza dei militari nelle nostre aule, ma anche con tutto un linguaggio di stampo militare che nulla ha a che vedere con le attività didattiche quotidianamente portate avanti da docenti e alunni.
A tal proposito è partita una campagna di sensibilizzazione sui principali social contro la commercializzazione degli zaini di guerra.
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