I compiti più famosi attribuiti alla DIGOS ( polizia politica= roba da regimi autoritari) ufficialmente sono il “contrasto alle attività eversive dell’ordine democratico e alle attività terroristiche“.
Poi dice di occuparsi anche di “terrorismo nazionale e internazionale, anche di tipo informatico e telematico“.
Inoltre controlla anche tutte le attività di “gruppi estremistici che perseguono scopi di sovvertimento sociale col ricorso alla violenza“.
Tutto falso: dai favolosi anni settanta, la DIGOS controlla tutti i gruppi e le associazioni che esprimono forme di dissenso autentiche e che danno fastidio al potere costituito e sono state usate invariabilmente, da 50 anni a questa parte, dai governi di centro-centro, centro-sinistra e centro-destra per intimidire, infiltrare, provocare, perseguitare ogni forma di movimento nascente, organizzato o spontaneo.
Ed ora una domanda di strettissima attualità: cosa ci faceva, quel giorno di 5 anni fa, la DIGOS al porto di Catania, davanti ad una mobilitazione assolutamente pacifica, civile, ampia e trasversale, in solidarietà con i migranti della Diciotti che il ministro dell’inferno non voleva far sbarcare?
Da quel poco che si è capito, faceva “filmini” destinati poi ad attività di dossieraggio.
C’erano in piazza associazioni, cattolici, Caritas, cittadini, e non solo “centri sociali” o i soliti cosiddetti “estremisti”.
Dunque? Una cosa è certa: lo screening ai magistrati, ai giornalisti ed ai cittadini di ogni categoria per di più se attivi sul piano sociale e/o politico, è roba da Erdogan… e da Salvini che continua a fare “la bestia”.
Si, come quella finita male, tra tiri di coca, orge ed altre amenità.
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