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Mai più vittime. Per Giulia, per tutte, le donne si autodifendono

Con rabbia apprendiamo la notizia del ritrovamento del corpo della 22enne Giulia Cecchettin nel lago di Barcis a Pordenone. L’ennesimo femminicidio, il 105esimo di quest’anno.

Quest’estate il governo si era riempito di tante belle parole su come affrontare il problema, sempre più sotto gli occhi di tutti, della violenza di genere, ma in che modo (non) l’ha fatto? Promuovendo la criminalizzazione dei quartieri popolari con il decreto Caivano, un’educazione alle relazioni che non si è ancora mai vista nelle nostre scuole, oltre a non essere accessibile a tutti e problematica nei contenuti con le direttive direttamente arrivate dal Miur e Valditara e ora si aggiunge anche la nuova “linea sicuritaria” del governo, per la quale sono stati riservati 1,4 Miliardi (mentre i fondi per il sociale, il pubblico e per quello che serve alle donne non vengono mai stanziati) per mandare in carcere anche le donne incinte, aumentare le pene per chi porta avanti lotte e vertenze sociali come quelle contro gli sfratti.

Oltrettutto continuano a parlare tanto di responsabilità individuali, singoli uomini “lupi” quando sappiamo bene come donne delle periferie che la violenza di genere è generalizzata e strutturale in questa società marcia e viene portata avanti anche dalle istituzioni.

Sia da un punto di vista culturale, alimentando dei ruoli di genere che rendono la donna vittima e posseduta, sia con le condizioni sotto cui ogni giorno siamo costrette e costretti a vivere nei quartieri popolari, in primis con l’assenza di servizi, come per esempio di trasporti e centri-antiviolenza, e con l’impossibilità di raggiungere una nostra indipendenza economica che ci possa far distaccare da una figura maschile e di conseguenza da situazioni di abusi domestici e non.

Non ci fermeremo al 25 novembre, giornata mondiale contro la violenza di genere, ma continueremo le nostre lotte. Per Giulia, Michelle, Nicole e tutte noi, le donne de borgata non ci stanno: unite e incazzate organizziamo l’autodifesa contro la violenza di genere. Mobilitiamoci da subito nelle scuole, università e nei quartieri. Non saremo mai più vittime!

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3 Commenti


  • Manlio Padovan

    L’ipocrisia del papa

    Se nell’autunno del 2022 il papa tacque sulle manifestazioni delle donne in Iran, evidentemente le donne dell’Iran non piacciono a sua santità se “dal Vaticano il 27 ottobre 2023” papa Francesco ha inviato un messaggio a RAI Radio 1 per appoggiare la “campagna nazionale contro la violenza sulle donne”. Un messaggio letto con particolare enfasi in occasione nientepopodimeno che di un giornale radio. Con quel messaggio il papa dimostra una evidente ed insuperabile dose di profonda gesuitica ipocrisia -una ipocrisia così palese e assoluta e pesante e spudorata che chiunque lo offendesse con l’accusa più grave e la più infamante che si possa immaginare per un uomo gli farebbe solo un complimento- perché egli dimentica che il «dominio» -è parola sua- è già nella Bibbia dei cattolici in Genesi 1.28 -con le conseguenze che da due millenni e più viviamo e a tutti ben note- e che la sopraffazione sulle donne è un portato di «quelle radici culturali e mentali» -sono sempre parole sue- che ci sono state trasmesse nei duemila anni della sua criminale religione.
    Tutte le donne che frequentano la religione non hanno capito e quindi non riescono a vedere, e le troie delle fonti di informazione ne approfittano, che la chiesa ha organizzato da sempre un modello sociale basato su una tradizione sessuofobico-misogina, che tuttora perdura, che consente il controllo delle donne: ancora oggi in evidenza nonostante i processi di emancipazione ottenuti dalle donne. L’attuale femminicidio è fenomeno linearmente conseguente del patriarcato e della secolare caccia alle streghe e l’ultima strega in Europa fu bruciata nel 1782! In termini storici: l’altro ieri. Non per nulla è fenomeno che tanto ci caratterizza! E non sanno che il detto “«chi dice donna dice danno» risale a san Girolamo, l’illustre padre della Chiesa che preferì evirarsi per non cadere in tentazione.” (M. Mantello Sesso Chiesa Streghe/una storia vecchia e nuova di femminicidi) Per tacere di altri illustrissimi personaggi come Cirillo, il mandante dello strazio del corpo di Ipazia, Agostino, Paolo, Alberto Magno e molti altri, tutti santi, che costituiscono i pilastri della teologia cattolica per alimentare continuamente una sindrome maschilista che intende mantenere in vita il patriarcato.
    Senza dimenticare il fatto che, se proprio fosse animato da onesta disposizione d’animo, comincerebbe a correggere il patriarcato che impera a casa sua.
    La circostanza può manifestarsi appieno e senza la minima critica pubblica, sempre per il solito motivo della meschinità delle fonti di informazione.
    Quanto ho scritto è la dimostrazione palese che le religioni sono false, altro che “rivelate”. E sono falsi i testi che le testimoniano: per l’A.T la cosa è ormai da tempo ufficiale, fu inventato di sana pianta e nei personaggi e nei fatti narrati, attorno al VI secolo prima di Cristo; per lil N. T. la cosa è ormai certa in egual modo, ma non hanno ancora il coraggio di ammetterlo esplicitamente.
    Insomma: ci hanno fatto vivere per 2500 anni di menzogne.
    Perché il fondamento di un sentimento “religioso” sta nell’antropologia, quindi nelle necessità pratiche della specie uomo e nei desideri intimi e personali e sociali profondamente sentiti dagli uomini e dalle donne ma che trovano nella religione una forte opposizione. Cioè: le religioni si organizzano e si strutturano allo scopo di strumentalizzare quei sentimenti originari. Di conseguenza le religioni sono false ed approfittano di quei sentimenti “religiosi”; non sono orientate verso l’evoluzione della società con il loro presunto e tanto sbandierato messaggio alla pace alla concordia all’altruismo ecc. ecc. ma, piuttosto, organizzate a conservare le condizioni sociali in cui esse si trovano a vivere per non mettere a repentaglio la loro stessa esistenza e quella delle loro gerarchie; ed è tanto vero ciò, che le religioni hanno sempre opposto una ferma resistenza ad ogni tentativo di progresso sociale e di evoluzione della masse popolari. Non intendono mettere a repentaglio la loro esistenza qui sulla terra; ecco perché rimandano tutto ad un aldilà indefinito. Ma, come ha affermato Freud, è ovvio che: …”Finché la virtù non verrà premiata qui sulla terra, l’etica predicherà invano.” (S. Freud Il disagio della civiltà)
    La politica, a sua volta, trova utile spesso strumentalizzare la religione…e il gioco è fatto!

    Solo l’emancipazione dalla religione può salvarci.
    Ma le fonti di informazione si guardano bene dal mentre il dito nella piaga! Così siamo sempre agli stessi problemi.


  • Andrea Vannini

    105 donne assassinate nel 2023. come mai il 105 buca l’ informazione? per una estrazione a sorte o per un calcolo della politica dell’ informazione?


  • Mara

    Mi sembra che anche in questo caso il governo mettendo al centro per giorni settimane come prima notizia è prima pagina fatti di cronaca nera voglia sfruttare i femminicidi per distrarre l’opinione pubblica da altri problemi altrettanto importanti e urgenti relativi al mondo del lavoro alla posizione dell’Italia rispetto alle sfide internazionali alle guerre ecc. senza di fatto cambiare nulla per le donne in genere e per i femminicidi.

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