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Europee e Unione Popolare: che fare?

Come Potere al Popolo abbiamo scelto di partecipare alla costruzione di Unione Popolare con profonda convinzione , consapevoli della  necessità di unire in un spazio politico comune, plurale e statutariamente organizzato  le forze e le persone che si oppongono al capitalismo liberista, all’autoritarismo e alla guerra. 

Abbiamo poi condiviso la scelta  di tutta Unione Popolare di aprire il confronto con il progetto di lista per la pace alle  europee di Michele Santoro. Ora pensiamo sia giunto il momento di decidere che fare perché ogni ulteriore rinvio danneggerebbe in modo grave il percorso e la stessa esistenza di Unione Popolare.

Alla  luce del genocidio in corso in Palestina e del continuo allargamento del conflitto per opera di Israele, USA e NATO, mentre la guerra in Ucraina viene rilanciata in particolare dalla UE, abbiamo posto come vincolanti per la nostra partecipazione alla lista l’adozione dei seguenti punti programmatici sul tema pace e guerra:

-sostegno alla causa palestinese e riconoscimento della legittimità della resistenza del popolo palestinese;

-denuncia genocidio, pulizia etnica e crimini di guerra del governo israeliano e delle forze armate sioniste; 

-riconoscimento immediato dello Stato di Palestina; 

-cessate il fuoco

-liberazione di tutti i prigionieri politici e conferenza internazionale di pace sotto l’egida dell’ONU che preveda la fine dell’occupazione e dell’apertheid;

-diritto al ritorno dei palestinesi nella loro terra

-pieno appoggio all’azione giudiziaria del Sudafrica. 

-condanna  del ruolo aggressivo mondiale della NATO

-fine della subalternità della UE ad essa
superamento della NATO, per affermare un nuovo sistema di relazioni paritarie e multipolari, senza sceriffi planetari.

Abbiamo poi aggiunto due condizioni di politica generale.
Il rifiuto e la contestazione delle politiche di austerità italiane ed europee, codificate nei trattati,  e la necessità della redistribuzione della ricchezza, partendo dall’innalzamento dei salari e dal rilancio del sistema pubblico a partire dalla sanità. Con la conseguente e chiara necessità di tassare i ricchi e le multinazionali.

Infine la collocazione politica della lista, e di ogni ipotesi unitaria a sinistra, deve essere chiaramente indipendente ed in alternativa rispetto a tutti i principali schieramenti, senza distinzione. Il che significa la collocazione nel gruppo della sinistra radicale nel Parlamento Europeo.

Ora ci sembra che le risposte finora ricevute dalla lista di Michele Santoro a queste condizioni politiche di premessa siano state inesistenti, evasive e largamente insufficienti, mentre nulla,  se non vaghi accenni a personalità assai lontane da noi, ci è stato detto sulle stesse modalità e forme democratiche di gestione della lista.

Noi pensiamo che tutto questi ci imponga di decidere ora che scelte fare come Unione Popolare.

Proponiamo quindi che UP consideri concluso il confronto con Santoro e che si avvii il percorso di presentazione alle europee della lista di Unione Popolare, verificando rapidamente le possibili convergenze con altre forze che condividano le quattro condizioni qui riassunte.

Riteniamo che a tal fine debbano essere prese immediatamente le decisioni conseguenti dall’assemblea dei soci e dalla consultazione di tutti gli iscritti a UP, con la conseguente rapida convocazione di una assemblea costituente che oltre che definire il percorso di UP lanci la campagna elettorale per le europee.

Chiediamo che quanto noi proponiamo debba essere discusso dal coordinamento provvisorio e da tutte le sedi e assemblee di UP, per uscire da una condizione di paralisi e chiusura in un ristretto confronto interno, che ha molto indebolito Unione Popolare.

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13 Commenti


  • toni

    Sarà l’ennesimo massacro elettoralistico.


  • Andrea Vannini

    Relazionarsi con Sarah Wagenknecht.


  • Sergio

    non so cosa dire, se non prenderne atto…ma questo è tutto quanto ci serve? Davvero non è possibile fare altro? Confesso un po di delusione, forse disorientamento…


  • Domenico

    Relazionarsi con Sara W. e con DSP in Italia. E l ‘uscita dalla UE? E la lotta all’unipolarismo?


  • Giovanni

    PaP molli Santoro e le elezioni
    europee e si concentri, piuttosto, insieme al sindacalismo di base per avviare una comune strategia d’ intervento politico e sociale, vista la sempre piu’ evidente crisi delle condizioni di sopravvivenza delle fasce popolari del Paese.


  • Walter Gaggero

    superare la Nato? oggi più che mai Potere al Popolo,
    contro la guerra che già sta venendo. ma coln la catena al piede di Rifondazione non si va da nessuns parte, andare soli, con Rifonds si perde.


  • Antonio Dori

    Ascoltate Andrea Vannini!


  • Robby

    Considerata la soglia di sbarramento alle europee, ritengo inutile disperdere impegno ed energie per un obiettivo che non è alla nostra portata. È necessario invece lavorare per costruire una forza radicale di sinistra per le prossime competizioni elettorali, facendo tesoro delle precedenti fallimentari esperienze.


  • Pasquale

    Far crescere PaP e farlo diventare un vero partito di Comunisti radicato su territorio nazionale, come autentica alternativa alla deriva politica italiana per poi in seguito relazionarsi con i Comunisti del resto d’Europa, per un nuovo internazionalismo, dovrebbe essere l’obiettivo e potrebbe essere una autentica svolta per il mondo migliore che vogliamo. Da buoni Leninisti. Il resto è fuffa.


  • Tonino

    Prima radicarsi, poi candidarsi. L’elettoralismo (ragionare in termini della prossima scadenza elettorale, dove in ogni caso non ci sono possibilità causa mancanza di radicamento) è il primo male della sinistra italiana.


  • Flavia Lepre

    Perché “riconoscimento dello Stato di Palestina” è come obiettivo posto prima di “cessare il fuoco”?
    E poi, quale “Stato di Palestina” “riconoscere”?? Che senso ha qusto obiettivo, che sembra alquanto confondente: dal 1994 sono passati trenta anni e un’analisi del perché non si è realizzato alcuno “Stato di Palestina” dovrebbe indurre a temere il generale richiamo, anche dalla maggior parte degli Stati che non hanno mosso un dito copntro l’instaurazione di nuove illegali colonie israeliane o la loro espansione. Senza le forze reali e l’autentica volontà d’imporre a israele confini e rispetto di regole Accordi e Risaoluzioni, questo obiettivo appare un pericoloso paravento, che costituisce un imbuto in cui inserire di nuovo a forza il popolo palestinese, che ora non sta AFFATTO chiedendo riconoscimento di “Stato” o più realisticamente Staterello con i problemi mai risolti, dall’amministrazione dei fondi delle tasse ai confini alla politica estera alla gestione delle risorse….


  • Giancarlo Staffo

    Sulla Ue serve più chiarezza, se non si rompe con la Ue, niente nazionalizzazione Ilva, obbligo di privatizzazione acqua potabile già avviata (Draghi ha già tolto ai comuni la maggioranza nei CdA), Ue impone vincoli di bilancio che distruggono sanità pubblica e servizi, ibloccando fondi per assunzione di personale e salari adeguati…. ecc. ecc


  • Giunluigi

    L’alleanza Sarah Wagenknecht è l’unica vera novità politica nell’Unione Europea quest’anno. Certo, si dovrà vedere come si muoveranno politicamante e poi sono un’organizzazione tedesca. Ma ho letto il libro e sono assolutamente d’accordo con le critiche ad una certa “sinistra”, purtroppo presente anche qui in Italia.

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