Menu

Roma. Partecipato dibattito contro la guerra in Ucraina e la Nato. Si ragiona sulle prossime mobilitazioni 

Sì è svolta ieri sera a Roma, nel nuovo circolo GAP da poco inaugurato nel quartiere di San Lorenzo, l’iniziativa sulla guerra in Ucraina a 10 anni dal golpe del Maidan e a 2 anni dall’intervento russo.

Il dibattito di approfondimento, promosso dal Comitato Angelo Baracca, ha visto gli interventi di esperti come  Giuliano Marrucci, Simone Sallusti, Alberto Fazolo e di esponenti di Potere al Popolo, Prc, Pci, Rete dei Comunisti. La discussione ha tenuti impegnati circa due ore i tanti partecipanti che hanno riempito il circolo, spaziando dal fronte ucraino a tutte le crisi che stanno interessando la politica di guerra internazionale, dall’America Latina all’Africa fino al Medio Oriente.

Una discussione ricca, che si è inserita nel clima generale di tendenza alla guerra e al riarmo che contraddistingue questo inizio 2024, anno in cui 3 miliardi di persone si recheranno alle urne in tutto il pianeta.

Il filo rosso ovviamente è stato la necessità di contrasto alla guerra che le forze politiche, giovanili e sociali che animano il Comitato stanno portando avanti da due anni a questa parte.

Da più parti è stato sottolineato come in Ucraina si combatta una guerra per procura fomentata dall’Occidente collettivo, riunito nella Nato, per contrastare le nuove forze che danno forma al mondo multipolare, come la Russia e l’alleato cinese.

D’altra parte, vari relatori hanno sottolineato come la torsione democratica che emerge in Italia è figlia dell’adesione cieca del Parlamento alle posizioni oltranziste della Nato e dell’Unione europea, condizione in cui la guerra aumenta la repressione del dissenso interno, come sì è visto con le manganellate a Pisa contro gli studenti che manifestavano in favore della Palestina.

Proprio la Palestina e in generale il Medio Oriente, insieme al Sahel e ad alcune avanguardie progressiste che ancora resistono in Sudamerica, appaiono come i punti di rottura dell’egemonia euroatlantica.

Nella crisi economica e sociale che impoverisce le “cittadelle imperialiste”, il keynesismo militare (investimenti nel comparto della Difesa per rilanciare l’economia) si pone allora come una possibile via di fuga dalla crisi sistemica che attanaglia il capitalismo, mettendo in secondo piano le richieste di rilancio dello stato sociale che invece attraversano le società occidentali.

In questo scenario, i grandi media nazionali e internazionali hanno oramai assunto in pieno la propaganda bellicista, dove inviare armi diventa un sostenere la pace, i nazigolpisti di Kiev diventano i difensori della libertà e il popolo russo diventa il nemico buono per tutte le stagioni.

Tale propaganda tuttavia trova ancora una forte resistenza nella maggioranza della popolazione italiana, che si oppone alla guerra così come al genocidio in Palestina, rendendo difficile il coinvolgimento del paese intero alla “chiamata alla guerra” agitata da governo, Ue e Nato.

Su queste basi, in chiusura il Comitato “Angelo Baracca” ha espresso la volontà di cominciare a ragionare su un possibile momento di piazza contro la partecipazione dell’Italia alle guerre, avanzando l’idea di un confronto pubblico su questo tema da tenersi nelle prossime settimane.

Al link di seguito, la registrazione video dell’assembleahttps://www.facebook.com/share/v/wQ5H4VKkgG6fEHj1/

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

1 Commento


  • Walter Tucci

    Complimenti a Contropiano per la completezza e la capacità di sintesi del comunicato. Non dobbiamo mollare…avanti tutta (PCI)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *