Sabato scorso in due Capitali, Roma e Londra, più altre città come Milano e Firenze, migliaia di persone sono nuovamente scese in piazza per dire stop al genocidio dei palestinesi a Gaza e invocare un cessate il fuoco che continua ad essere rifiutato dal governo israeliano e da quello statunitense.
A Roma un corteo di quasi 30.000 persone, promossa dalla coalizione AssisiPaceGiusta – insieme a Rete Pace e Disarmo, Cgil, Acli, Anpi, Arci, Aoi, Comunità Papa Giovanni XXIII, Emergency, Fondazione Finanza Etica, Fondazione PerugiAssisi, Movimento Nonviolento, Pax Christi, Legambiente, Libera, Sbilanciamoci, Un ponte per, – è partito da Piazza della Repubblica ed è arrivato ai Fori Imperiali, riempiendo via Cavour .“Stop al genocidio” è la parola d’ordine richiamata da molti slogan e striscioni.
Il popolo pacifista è sceso in piazza per chiedere il cessate il fuoco a Gaza, garantire l’assistenza umanitaria al popolo palestinese, chiedere la liberazione degli ostaggi e per promuovere la conferenza internazionale per la pace e la giustizia in Medio Oriente. Ma non solo, i manifestanti sono scesi in piazza anche per ribadire la necessità di difendere il diritto e la liberà di manifestare.
Nel corteo anche numerosi striscioni che chiedevano la libertà per Julian Assange e il no alla sua estradizione negli Stati Uniti.
“Il popolo palestinese sta pagando un prezzo spaventosamente alto per un crimine che non ha commesso, schiacciato tra Hamas e Israele ha diritto a essere riconosciuto come stato libero, in cui vivere dignitosamente da popolo libero e non dentro un apartheid”, ha detto la cantante Fiorella Mannoia dal palco della manifestazione.
L’attore Elio Germano ha sottolineato “come con un cingolato leggero, che costa 20 milioni di euro, si potrebbero acquistare 224 ambulanze”.
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A Londra decine di migliaia di persone hanno partecipato alla marcia pro-Palestina di sabato nel centro di Londra per opporsi al continuo sostegno della Gran Bretagna alla guerra di Israele a Gaza mentre continuano a crescere le richieste di cessate il fuoco.
I manifestanti hanno iniziato la loro protesta a Hyde Park Corner, dove sono stati accolti da una forte presenza di polizia mentre la polizia metropolitana di Londra deve affrontare continue pressioni per “gestire” le proteste in Palestina.
Facendosi strada attraverso il centro di Londra, i manifestanti hanno continuato a chiedere un cessate il fuoco a Gaza e hanno cantato “Palestina libera” e “Dal fiume al mare, la Palestina sarà libera”, chiedendo pari diritti per i palestinesi che vivono tra il fiume Giordano e il Mediterraneo.
Tra i manifestanti c’erano attivisti ebrei che hanno marciato sfidando le affermazioni di politici e funzionari ebrei secondo cui Londra diventa una ” no-go zone” per la comunità ebraica britannica quando le marce si svolgono nella capitale.
David, un manifestante ebreo, è venuto alla marcia con il blocco ebraico indossando uno striscione al collo con la scritta: “Ebrei contro il genocidio di Gaza”. “Londra non è una zona vietata agli ebrei”, ha detto David, che veniva dal sud di Londra, in riferimento ai commenti di un funzionario governativo all’inizio della settimana.
“Ci sono migliaia di ebrei che marciano qui oggi, ed è abbastanza sicuro per loro e per innumerevoli altri che stanno marciando contro il genocidio.
I commenti del funzionario del governo Tory del Primo Ministro Rishi Sunak “erano insensati, e figure come lui cercheranno sempre di dividere le persone. Lo ha fatto con i rifugiati e probabilmente lo farà contro altri gruppi vulnerabili”.
Negli ultimi sei mesi, centinaia di migliaia di manifestanti hanno partecipato a manifestazioni nel centro di Londra e in altre parti del Regno Unito da quando Israele ha iniziato il bombardamento del territorio assediato per chiedere un cessate il fuoco a Gaza.
Gli attivisti hanno anche chiesto il boicottaggio di rivenditori e aziende, come Barclays Bank e McDonald’s, che accusano di trarre profitto dall’occupazione israeliana dei territori palestinesi.
La marcia di sabato è stata organizzata da una coalizione di gruppi filo-palestinesi, tra cui la Palestine Solidarity Campaign, il gruppo Friends of Al Aqsa (FOA), l’Associazione Musulmana della Gran Bretagna e la Coalizione Stop the War.
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Andrea Vannini
se la cara compagna fiorella mannoia ha detto che il popolo palestinese è “schiacciato tra hamas e israele”, questa volta si é espressa proprio male. il nemico del popolo palestinese é il fascismo-sionista, non certo hamas che é una forza patriottica e antimperialista, che piaccia o no.