Inviando una flotta militare nel Mar Rosso nel quadro della missione europea Aspides, l’Italia si trova coinvolta nella guerra in corso nel medio oriente e diviene complice del genocidio in Palestina.
Ancora una volta l’Italia si dimostra serva dello Stato di Israele, come abbiamo visto bene il 27 gennaio e come stiamo vedendo in questi giorni, oltre che con la missione navale, con gli arresti ai danni di attivisti palestinesi in seguito alla richiesta di estradizione di Anan Yaeesh avanzata dallo Stato sionista.
Se la popolazione non è pienamente consapevole, Governo e Parlamento italiano ne sono totalmente responsabili, avendo votato a favore di questa nuova avventura militare che schiera l’Italia e l’Europa a fianco degli israeliani sionisti.
I comandi militari italiani hanno colto l’occasione che aspettavano da tempo per intervenire militarmente in quello che definiscono il “Mediterraneo allargato”, una concezione che comprende, oltre alle coste mediterranee, anche il Mar Nero (dove oggi infuria la guerra in Ucraina), il Mar Rosso e il Golfo Persico (dove si avvertono le conseguenze della guerra in Medio Oriente e del genocidio dei palestinesi), allargandosi all’Oceano indiano fino alle coste occidentali dell’India (dove incombe lo scontro tra Stati Uniti e Cina) e al golfo di Guinea nell’Africa occidentale.
Questa vocazione bellicista è stata ratificata dalla Maritime Security Strategy dell’Unione europea del 10 marzo 2023, dove è previsto un “diretto impatto sulla sicurezza e la prosperità europea” e dove l’Ue “deve estendere la propria influenza con le navi dei paesi membri”.
Quella nel Mar Rosso, oltre che una missione per difendere i traffici navali dagli attacchi degli Houthi yemeniti che combattono al fianco della resistenza palestinese, è anche una missione che punta a ridefinire le aree di competenza e di controllo da parte di poli e potenze in competizione.
Affermiamo che la flotta militare italiana ed europea nel Mar Rosso va ritirata prima che gli eventi bellici diventino un ulteriore “fatto compiuto” e un nuovo fronte della guerra mondiale a pezzi che incombe sul mondo.
Intendiamo dare vita ad una prima manifestazione per il ritiro dell’Italia dalla missione Aspides nel Mar Rosso e contro il coinvolgimento del nostro paese nelle guerre e nel genocidio in corso a Gaza.
Oggi come ieri i fascisti al potere trascinano il paese nella guerra. Sono stati fermati allora, vanno fermati di nuovo adesso!
Manifesteremo la nostra contrarietà alla guerra, all’operato del Governo e al silenzio complice del Parlamento, venerdì 22 marzo in piazza dei Consoli, vicino la sede del Comitato Operativo Interforze (Covi), a partire dalle ore 18:00.
Per aderire, scrivere a: imporrelapace@gmail.com
Promuovono e aderiscono: Comitato “Angelo Baracca”, Osservatorio contro la Militarizzazione delle Scuole e delle Università, ALAS – Associazione Lavoratori Studenti Scuola, Ass. Naz. per la Scuola della Repubblica odv, Opposizione Studentesca d’Alternativa, Cambiare Rotta, Unione Sindacale di Base, Forum Palestina, Comitato Palestina nel Cuore, Intifada, Comunità Palestinese di Roma e del Lazio, UDAP – Unione Democratica Arabo Palestinese, Movimento Studenti Palestinesi, Potere al Popolo, Partito Comunista Italiano, Partito della Rifondazione Comunista, Patria Socialista, Rete dei Comunisti, Giù le Mani dall’Africa, PLAM – Piattaforma Progressista Latinoamericana, JVP Sri Lanka Comitato in Italia, Contropiano.org, Comitato Pace e non più Guerra, Disarmisti Esigenti, Wilpf, Rete No War, Lista No Nato, Osservatorio Repressione, G.A.MA.DI., Confederazione Sinistre Italiane,
lista in aggiornamento…
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Mara
Non mi meraviglio del PD che ha votato a favore della missione Aspides in parlamento visto che le loro differenze con le destra sono da anni sempre più sottili ma mi meraviglio del M5S che avendo avuto una posizione pacifista si sono schiacciati sulla decisione dell’invio della missione astenendosi invece che votare contro, assumendo quindi una posizione opportunista in un tema così importante contrario alla guerra di cui sembravavolessero farsi portatori.