La Ministra Bernini, qualche rettore, un pò di giornalisti e commentatori filo-israeliani, da giorni si stanno stracciando le vesti e latrano contro la sospensione degli accordi di cooperazione tra alcune università italiane e università israeliane, come viene richiesto dagli studenti in mobilitazione e da un appello firmato da quasi duemila tra docenti e ricercatori.
Non è superfluo rammentare che il massacro dei palestinesi a Gaza dura ormai da sei mesi e che solo nelle ultime settimane si è arrivate a decisioni attese e dovute da tempo verso le università israeliane come avvenuto a Torino, alla Normale di Pisa e a Bari. Altri atenei ancora non hanno dato seguito alle richieste dell’appello di loro colleghi e dei loro studenti.
Eppure in un’altra e recente occasione – solo due anni fa – sia i Senati accademici che il Ministero dell’Università erano stati assai più solleciti a interrompere quasi immediatamente la collaborazione con gli atenei di un altro paese ritenuto violatore del diritto internazionale. Stiamo parlando delle università e dei ricercatori russi.
Qui di seguito una breve rassegna di notizie ci ricorda che le università e il Miur bloccarono la cooperazione con le università russe “in meno di un mese” dall’intervento militare russo in Ucraina. A marzo del 2022 erano già scattati come soldatini.
Un classico esempio di doppio standard. Due pesi e due misure. Ipocriti, pagliacci e mentitori, come sempre!!!
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“Stop alle collaborazioni accademiche con la Russia. È una delle iniziative scelte dall’Università di Trento come contributo alla mobilitazione contro la guerra scatenata da Mosca in Ucraina. Sospesi, dunque, i rapporti scientifici dell’ateneo con le istituzioni che fanno riferimento al governo della Federazione russa”. (9 marzo 2022, fonte: Adige)
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“La ministra per l’Università e la ricerca Cristina Messa dieci giorni fa ha detto basta ai progetti di ricerca con la Russia e ha chiesto di tenere a distanza gli studenti e i ricercatori russi.
Adesso anche l’Università La Sapienza, il più grande ateneo d’Europa, si è mosso per dare attuazione alle indicazioni ministeriali: il 18 marzo la rettrice Polimeni ha inviato una lettera ai dipartimenti e a tutti i docenti per comunicare la decisione di Messa”. (22 marzo 2022, fonte: Domani)
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“La Scuola Normale Superiore sospenderà ogni forma di collaborazione istituzionale e ogni accordo di scambio con le università russe i cui rettori hanno sottoscritto un documento in cui avallano l’invasione dell’Ucraina.
Ogni forma di aggressione territoriale di un paese nei confronti di un altro deve essere ripudiata, e il fatto che accademici, certamente bene informati e che ricoprono posizione di vertice possano appoggiare scelte così scellerate ci lascia sgomenti”. (9 marzo 2022, fonte: sito della Scuola Normale di Pisa)
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“Riportiamo la notizia che, a seguito dell’invasione militare russa in Ucraina, numerose università europee e organizzazioni scientifiche hanno sospeso progetti di ricerca con partner russi. Tra queste, la Commissione Europea ha sospeso la preparazione dei nuovi accordi all’interno del programma Horizon che coinvolgevano 5 organizzazioni di ricerca russe”. (12 marzo 2022, fonte: sito università di Bologna).
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La ricerca di questo filone di ipocrisie conclamate e inaccettabili potrebbe continuare, ma a futura memoria e nel braccio di ferro in corso nelle università in questi giorni è bene sapere e rammentare tutto questo.
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Sergio Binazzi
pare che la ministra Bernini ( non so però generalmente il lupo perde il pelo ma non il vizio ) abbia messo da parte le sue aspirazioni sensuali per dedicarsi al lavoro per cui è profumatamente pagata e cioè la cultura in veste di ministro, ma come avviene sempre oggigiorno purtroppo si da sempre 2 pesi e 2 misure a tutto: mantenere sempre e comunque questo stato di ignoranza e disinformazione quotidiana. ma che cultura abbiamo, e chi la rappresenta!!!!!