Oggi è sciopero generale in Emilia Romagna dopo l’ennesima strage di lavoratori. La strage sul lago di Suviana arriva otto mesi dopo la strage di operai sui binari delle ferrovie a Brandizzo e a meno di due mesi dalla strage al cantiere Esselunga di Firenze.
Il 2 marzo scorso la ministra Calderone ha sfornato l’ennesimo provvedimento inutile, tanto per buttare fumo negli occhi dopo l’indignazione scatenata dalle ripetute stragi sul lavoro e per dare la sensazione che il governo stesse facendo qualcosa. E ora cosa faranno, a parte il cordoglio, la commemorazione alla Camera e lo stato di apprensione dichiarato dalla Meloni?
Mentre il governo chiama lo staff dei tecnici a definire nel dettaglio la patente a punti per le imprese dei cantieri mobili, si continua a morire di lavoro in tutti i settori. Il disprezzo per la vita di chi lavora è il fattore che accomuna tante delle stragi a cui stiamo assistendo. Capiremo meglio nei prossimi giorni cosa è successo esattamente nella centrale idroelettrica dell’Enel, ma intanto già affiora un primo dato: quelli che lavoravano alla manutenzione erano tutti esterni. Una triste conferma del dato comune a tante stragi: chi muore solitamente lavorava in appalto.
“È tanta la rabbia per questa strage continua. Rabbia per quello che non fanno e rabbia per i provvedimenti inutili che adottano, solo per farci credere che intervengono” scrive in un comunicato l’Unione Sindacale di Base che da anni si batte per l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro. “USB ribadisce ancora una volta che bisogna introdurre il reato di omicidio sul lavoro affinché i responsabili di queste stragi possano essere perseguiti senza il rischio di sottrarsi alle proprie responsabilità”.
Secondo l’Usb serve una riforma severa di tutto il sistema degli appalti che rompa con l’abuso di questa forma di fare impresa, che serve solo a risparmiare sulla pelle di chi lavora. Serve un rafforzamento della figura del Rappresentante dei Lavoratori sulla Sicurezza, a cui va garantita la possibilità di agire senza la preoccupazione di rappresaglie da parte dei padroni.
Tutte misure che, colpevolmente, non si vogliono assumere per difendere gli interessi delle imprese. Gli interessi dei padroni. Anche quando sono sporchi di sangue.
Anche l’USB per questi motivi ha proclamato oggi uno sciopero regionale di 8 ore con un presidio alla sede di Confindustria di Bologna. Lo sciopero generale è stato convocato da Cgil e Uil.
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