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L’aborto è un diritto: le pressioni sulle donne nei presidi sanitari regionali sono atti di violenza psicologica inaccettabili

Esprimiamo grande preoccupazione e rabbia alla notizia di oggi delle segnalazioni pervenute al Centro donne contro la violenza di Aosta da parte di donne che, giunte in presidi sanitari pubblici del territorio regionale per accedere all’interruzione volontaria di gravidanza, sono state negli stessi luoghi sottoposte a indebite interferenze e pressioni da parte di volontari, consistenti nell’imporre l’ascolto del battito fetale o nella promessa di sostegni economici o beni di consumo, con il preciso intento di dissuaderle dalla scelta di abortire.

Di fronte a simili comportamenti meschini, rivendichiamo il diritto delle donne all’aborto, diritto che deve essere garantito senza dover essere sottoposte a giudizi morali o pressioni da parte di nessuno, men che meno all’interno delle strutture sanitarie, dove il giudizio diviene un atto di violenza psicologica inaccettabile.

Facciamo quindi appello a tutte le istituzioni valdostane a intervenire immediatamente per bloccare ogni tipo di interferenza di volontari antiabortisti nelle strutture sanitarie regionali.

Invitiamo tutta la cittadinanza a esercitare un severo controllo popolare nei consultori e presidi sanitari e a denunciare ogni sopruso, al fine di difendere tutti insieme il diritto allaborto garantito dalla legge 194/1978.

Il nostro ringraziamento va a tutte le donne che hanno avuto il coraggio di denunciare, e al Centro Donne Contro la Violenza Aosta per il lavoro che svolge quotidianamente

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