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In piazza in tutta Italia contro il “Dl sicurezza”

Una decina di città italiane, da Milano a Reggio Calabria passando per Bologna, Bari e ovviamente Roma, si sono mobilitate nel pomeriggio di ieri per manifestare contro il nuovo “D.l. sicurezza” in discussione alla Camera, il disegno di legge n. 1660.

La mobilitazione, convocata dalle diverse forze politiche, sociali e sindacali che avevano promosso la manifestazione nazionale del primo giugno contro il governo Meloni, ha puntato il Parlamento a Roma e le prefetture nelle altre città.

Il provvedimento, a firma Piantedosi-Nordio-Crosetto – Interno, Giustizia e Difesa – mira essenzialmente alla dura repressione preventiva di qualsiasi atto di contestazione e manifestazione del dissenso nel paese (qui una breve disamina dei vari articoli).

Nella capitale, il concentramento si è dato appuntamento proprio sotto Montecitorio, sede della Camera dove in questo momento è in discussione il D.l.  

Già questo è un segnale importante della rottura che vuole rappresentare questo percorso, visto che Montecitorio è stata dal Covid in poi oggetto di reiterati dinieghi da parte della questura per qualsiasi tipo di manifestazione.

Studenti, lavoratori, donne, occupanti ed esponenti della sinistra extraparlamentare hanno ribadito a più riprese come questo di disegno di legge rappresenti uno “Stato di polizia” in costruzione.

Non sono mancati i sacrosanti richiami al silenzio dell’opposizione parlamentare, colpevolmente silente contro questo dispositivo: “questo perché destra e centrosinistra da anni ormai condividono la stessa visione quando si tratta di reprimere le lotte sociali”, afferma un attivista dal megafono.

Come scordare infatti il marchio degli attuali alfieri del cosiddetto campo largo sui decreti Minniti, sicurezza 1 e 2 o l’articolo 5, per non parlare del Jobs Act, i lager per migranti in Italia e all’estero, l’alternanza scuola-lavoro ecc.

Dalla piazza principale gli interventi hanno ribadito come questo voglia essere solo un primo passo verso l’opposizione al D.l. 1660, che dopo il pressoché scontato voto positivo alla Camera passerà alle Commissioni permanenti per gli Affari costituzionali e Giustizia al Senato.

In parallelo a questo iter legislativo ambisce a muoversi e ad allargarsi la mobilitazione, puntando ad assemblee cittadine e a un eventuale momento di confronto nazionale che sia in grado di convogliare le forze di opposizione contro il provvedimento una volta giunti all’atto decisivo al Senato.

In continuità con la forza espressa in piazza il primo giugno e nel continuo sostegno alla lotta della causa palestinese degli ultimi mesi, anche ieri ribadita senza ambiguità dalle varie piazze, l’opposizione al D.l. 1660 è un passaggio importante per la costruzione dell’alternativa politica e sociale ai fascisti di governo e alla finta opposizione guerrafondaia che occupano il Parlamento di questo paese.

Checché se ne dica, ambedue “degni” rappresentanti di un sistema in crisi di legittimità nel continuo aumento dell’astensionismo registrato anche in questa ultima tornata elettorale.

 

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