A dare notizia dell’abbattimento di un drone Usa sono stati due canali Telegram russi – “Military Informant” e “Fighterbomber” – ripresi dal quotidiano italiano La Stampa.
Per ammissione dello stesso giornale si tratta, nel primo caso, di uno dei canali telegram russi più informati su ciò che avviene nello spazio aereo e nell’aviazione russa. L’articolo cita così quanto riporta il canale : “Un caccia russo MiG-31 ha abbattuto un drone da ricognizione dell’aeronautica americana sul Mar Nero. Presumibilmente si tratta di un drone da ricognizione ad alta quota RQ-4B Global Hawk». Poco dopo, il canale pubblica un aggiornamento: «Sì, l’incidente è stato ora confermato».
Pochi minuti prima la stessa notizia era stata riportata dal canale Telegram “Fighterbomber”, ritenuto vicino al comando dell’aeronautica russa: “Congratulazioni a tutti i soggetti coinvolti. Bravi ragazzi! Stiamo aspettando ora l’ok degli Stati Uniti circa le “azioni non professionali. Ora c’è una maggiore turbolenza nel Mar Nero. Vediamo se è una cosa continuativa o se si è trattato di un evento irripetibile”.
Secondo l’articolo de La Stampa, in passato piuttosto raramente questi due canali hanno scritto cose men che informate.
Da fonti statunitensi ufficiali non c’è nessuna conferma dell’abbattimento. L’unica fonte che ne ha parlato, è il corrispondente di Reuters Idris Ali, che segue il Pentagono, citando un rappresentante anonimo del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti. Idris Ali ha scritto su X che “non si sono verificati incidenti sul Mar Nero» (ma poco dopo, il link che aveva postato risulta cancellato).
La questione è seria per almeno due motivi.
Domenica scorsa le schegge di un missile Atacms fornito dagli Usa, lanciato dagli ucraini sulla Crimea e intercettato dai russi, sono finite sulla spiaggia di Sebastopoli, uccidendo quattro bagnanti – tra cui tre bambini – e ferendone circa 150. Come noto le coordinate di tiro dei missili vengono aiutate propri dai droni in volo.
Mosca ha esplicitamente accusato per questo attacco gli Stati Uniti ed ha convocato l’ambasciatore statunitense avvisando che l’evento non sarebbe rimasto senza conseguenze. “Secondo il ministero della Difesa – riporta un comunicato ufficiale della Russia – sono stati usati missili americani Atacms, armati con bombe a grappolo per aumentare la loro letalità. Tutti i dati di volo sono stati inseriti da specialisti Usa sulla base dei loro dati di ricognizione satellitare e un drone da ricognizione americano Global Hawk era in volo nei cieli vicino alla Crimea”.
L’abbattimento diretto del drone – se verrà confermato – segna un salto di qualità, perché nei mesi scorsi l’aviazione russa si era limitata ad accecare un drone Usa con il lancio di carburante. Il drone era stato poi fatto precipitare dai comandi Usa nel Mar Nero per impedirne la cattura.
Il secondo motivo è il coinvolgimento dell’Italia. E’ infatti risaputo che questo tipo di droni vengono fatti decollare spesso dalla base italiana di Sigonella. Stando ai dati di Flightradar, negli ultimi due giorni solo un drone americano Global Hawk ha sorvolato il Mar Nero. Intorno alle 9 (ora di Mosca) di domenica 23 giugno – il giorno dell’attacco missilistico sulla Crimea – il drone è apparso sul radar nell’area dell’aeroporto militare di Sigonella, ma alle 6 del 24 giugno (ossia la mattina presto di lunedì) è regolarmente rientrato alla base.
Anche il settimanale statunitense Newsweek scrive che gli osservatori della guerra in Ucraina, tra cui l’analista di intelligence Oliver Alexander, hanno sottolineato su X che, nonostante le affermazioni del canale Telegram russo, i dati del radar di volo mostrano che l’ultimo volo visibile del drone spia “si è concluso con un atterraggio sicuro a Sigonella lunedì mattina”.
Rimane il fatto che il ruolo della base militare di Sigonella nell’uso dei droni statunitensi nel conflitto di Ucraina espone quel territorio italiano alle possibili ritorsioni della Russia per gli attacchi missilistici sul proprio territorio. Ma i comandi degli Stati Uniti continuano ad utilizzare le loro basi in Italia per le proprie operazioni senza porsi alcun problema.
Il problema andrebbe posto, e seriamente, dall’Italia ma con un governo servile a Washington come quello in carica appare difficile prevedere note di proteste o misure di protezione del territorio che infastidiscano l’operatività delle forze aeree statunitensi.
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Maurizio
itaglia colonia degli ameri-cani, dopo 80 anni ancora non abbiamo estinto il debito?
Giovanni Tropea
Rimane il fatto che il ruolo della base militare di Sigonella nell’uso dei droni statunitensi nel conflitto di Ucraina espone quel territorio italiano alle possibili ritorsioni della Russia per gli attacchi missilistici sul proprio territorio. Ma i comandi degli Stati Uniti continuano ad utilizzare le loro basi in Italia per le proprie operazioni senza porsi alcun problema.
Il problema andrebbe posto, e seriamente, dall’Italia ma con un governo servile a Washington come quello in carica appare difficile prevedere note di proteste o misure di protezione del territorio che infastidiscano l’operatività delle forze aeree statunitensi.
Mara
Vorrei sottolineare il ruolo dell’opposizione parlamentare italiana che invece di denunciare il lancio del Drone dalla BSE Isa di Sigonella tace colpevolmente.
Mara
volevo scrivere: dalla base Usa di Sigonella
Gianni
penso che non solo chi governa il paese sia a conoscenza del Grave fatto ma anche ‘Opposizione credo sia al corrente… perché non fare un’interrogazione immediata?Come al solito da sempre siamo governati da pecore,Meditate…….
Sergio Binazzi
l’unico atto audace nei confronti dei padroni usa fu fatto da Craxi proprio a Sigonella, ma il solo dal dopoguerra è irripetibile direi. non succederà più sicuramente. diceva una vecchia goliardata: noi siamo felici, noi siamo contenti, le chiappe del culo porgiam riverenti e al nostro gradito ed amato sovrano se dono gradito anche il buco dell’ano. scherzo un po per alleviare la sofferenza.
Andrea Vannini
La questione vitale che si pone per l’ Italia è quella della Liberazione nazionale. Passare all’ azione.
Danilo Bove
Se ci scrollassimo di dosso gli USA dovremmo rimpiazzarli con altri”padroni” non è una questione di culi/ani ma nella real-politic si deve essere schierati con altri ad es con la creazione di una forza armata europea . C’è un saggio dell’antica Roma: “Se vuoi la pace” preparati alla guerra” . Trump accontenterà il sig Binazzi e poi si dovrà aumentare la spesa militare pro capite., quella parte di spesa che ora si accolla gli USA. Se la Cina si prende la tecnologia di Taiwan il sig Binazzi non avrà i microchip come prima. Meditate gente, meditate