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Fermiamo il liberticida Disegno di legge 1660

Il 10 settembre il Disegno di Legge n. 1660 a firma dei ministri Nordio, Piantedosi e Crosetto, tornerà nelle aule parlamentari per proseguire il suo iter di approvazione. Tale D.d.L., a detta dei firmatari, dovrà avere la funzione di “colmare un vuoto normativo sulla detenzione di documentazione propedeutica al compimento di attentati e sabotaggi con finalità di terrorismo“.

Dal momento in cui sono divenute note le bozze del provvedimento, diversi momenti di confronto e mobilitazione (come le piazze “Fermiamoli!” del 24 giugno in diverse città) hanno voluto costruire le basi di conoscenza per opporci con ogni mezzo necessario a un provvedimento liberticida che prova a debellare le lotte sociali attraverso prevenzione e criminalizzazione.

Queste intenzioni sono comprovate dai nuovi reati che si propone di introdurre (come quello di terrorismo della parola) e dall’aumento draconiano delle pene contro le modalità di azione diretta che caratterizzano chi si batte sulle questioni sociali dirimenti, dall’opposizione alle grandi opere “strategiche” (per la controparte, inutili e dannose per i territori) ai movimenti per il diritto all’abitare, la salute e l’ambiente, passando per le pratiche del sindacalismo conflittuale dentro e contro i luoghi di lavoro e sfruttamento.

Vale la pena anche evidenziare l’ulteriore inasprimento delle pene per le persone già detenute che osano ribellarsi alle proprie condizioni di prigionia, sia dentro le carceri che nei CIE (definiti con un crudele ossimoro “centri di accoglienza e trattenimento”).

Siamo ben consapevoli del fatto che questo provvedimento non avvenga certo in un vuoto normativo e politico, ma bensì che si collochi nel solco già ben tracciato dalla Bossi Fini, dal famigerato pacchetto sicurezza Minniti/Orlando e anche dalla L. 80/2014 (meglio nota come “Piano Casa Renzi-Lupi”).

Sono inoltre già diverse le iniziative giudiziarie preventive che abbracciano in pieno lo spirito del provvedimento ancora prima che sia approvato; prova ne sia la detenzione di Luigi Spera nel carcere di Alessandria con accuse a dir poco discutibili, e la detenzione dei detenuti palestinesi nelle carceri italiane. Se l’obiettivo del governo Meloni è quindi stroncare definitivamente le realtà e soggettività conflittuali, diventa una priorità dare corpo ad un’opposizione diffusa nel Paese e nei territori.

L’assemblea convocata per il 4 settembre a Roma, presso il centro sociale Intifada, si inserisce dentro il percorso di avvicinamento al corteo del 7 settembre a San Basilio a cinquant’anni dall’assassinio di Fabrizio Ceruso. La vicinanza con un anniversario così significativo segna il contributo fattivo che mira a lanciare una forte mobilitazione nazionale per impedire che il DdL 1660 venga approvato, con il conseguente tentativo di imporre una pace sociale da realizzare, oggi come allora, con largo uso di manganelli e manette.

La sua approvazione non solo aumenterà pesantemente le pene comminabili ma affermerà con violenza, anche verbale, le intenzioni del Governo rispetto a chi si oppone alle sue politiche interne ed internazionali. All’assemblea parteciperanno diverse realtà sia sociali che sindacali, avvocati e giuristi, figure istituzionali locali e ha garantito la sua presenza in video conferenza la neo-eletta europarlamentare Ilaria Salis.

Il 4 settembre alle ore 18.00 h.18 @ Csoa Intifada (Via di Casal Bruciato 15)

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Intervengono:

– Marco Lucentini (Osservatorio Repressione)

– Tano D’Amico

– Flavio Rossi Albertini // Francesco Romeo (avvocati)

– Massimo Pasquini (blogger “Il Fatto Quotidiano”)

– Andrea Catarci (assessore Roma Capitale)

– As.I.A. USB

– Cambiare Rotta // OSA // Realtà Studentesche

– Movimenti territoriali vs G7 // grandi opere // nocività ambientali

– Fabio Marcelli (Associazione Antigone)

– Valentina Calderone (garante delle persone detenute_Lazio)

– Movimento di Lotta Disoccupati “7 novembre”

– Potere al Popolo

– Vincenzo Miliucci (attivista e storico)

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