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“Un tunnel e tre motorini per invadere Israele”. Come si costruisce una bufala di guerra

Sulla serietà dell’informazione occidentale si potrebbero scrivere ormai tomi ponderosi improntati alla satira. Il piattume con cui i “giornalisti” si sdraiano sulle versioni ammannite dall’”alleato” di turno (che sia Israele, l’Ucraina o chiunque altro) è tale da non lasciar passare neanche un ago…

Utilizziamo una notizia e un video di ieri per dimostrare quanto andiamo dicendo, dopo che l’esercito israeliano ha “rivelato” di aver trovato un tunnel al confine con il Libano che doveva servire – dicono – “per invadere e occupare l’alta Galilea.

Un po’ sorprendente, diciamo, visto che tutto il  mondo vede da giorni il movimento opposto: Israele che invade il Libano e spara anche sull’Onu e la Croce Rossa…

L’agenzia AdnKronos, così come l’Ansa e altre “fonti primarie” delle redazioni italiane riprendono però il comunicato dell’Idf senza farsi neanche una domanda.

“Le forze dell’Idf hanno individuato e fatto irruzione in un quartier generale sotterraneo della Forza Radwan” – l’unità operativa speciale di Hezbollah – nel sud del Libano.

La base operativa scoperta si trovava all’interno di un tunnel sotterraneo lungo 800 metri, nel cuore di un villaggio libanese, nel quale sono state rinvenute molte armi, missili antiaerei, granate, motociclette, ulteriori pozzi sotterranei, mezzi di sopravvivenza, compreso cibo, e una cucina utilizzata dai terroristi. Tutti questi mezzi sarebbero dovuti essere utilizzati dalle forze Radwan come parte del piano per l’occupazione della Galilea“.

Durante il raid mirato sul complesso le truppe hanno affrontato un terrorista all’interno del quartier generale, eliminato grazie a un raid dell’aeronautica militare israeliana. Le truppe stanno continuando la loro attività nell’area e stanno esaminando il percorso del tunnel“.

Il portavoce dell’Idf, Daniel Hagari, ha dichiarato che Hezbollah “stava pianificando di entrare con le motociclette a Kiryat Shemona, a Yiftah, nei villaggi all’interno di Israele e condurre un massacro. Erano qui solo un paio di giorni fa“.

Abbiamo visionato il video che mostra il tunnel e quindi facciamo noi le domande che ogni giornalista principiante dovrebbe porsi.

Invadere e occupare l’alta Galilea” è un obiettivo decisamente ambizioso per qualsiasi esercito. Le stesse televisioni mostrano migliaia di soldati dell’Idf sul confine libanese o anche oltre, decine di carri armati Merkhava parcheggiati e pronti ad entrare in azione, elicotteri, ecc.

Contro uno spiegamento di forze simile ci si dovrebbe aspettare che “i tunnel” fossero molti più di uno. E ognuno di essi avrebbe dovuto essere delle dimensioni di una tangenziale a più corsie.

Le motociclette” da impiegare si dovrebbero contare a centinaia, e così gli armamenti, necessariamente anche “pesanti” come missili, pezzi di artiglieria, ecc.

Invece vediamo 3 (tre) motorini di piccola cilindrata (dei “cinquantini”, insomma), in fondo a un tunnel chiuso che non porta da nessuna parte. Qualche brandina (forse tre o quattro), un paio di fucili, e un portavoce – Daniel Hagari, appunto – impegnato ad ingigantire con le parole le immagini di questa miseria di “capacità offensive”.

Potete anche voi controllare il video per esserne sicuri…

Non serve un pari grado di Rommel per capire che quel tunnel, sicuramente utile come le centinaia di altri, può al massimo ospitare una ventina di uomini, che sarebbero usciti in fila indiana (lo spazio è quello adatto a una sola persona per volta), probabilmente di notte, per condurre qualche azione di disturbo, magari per prendere alle spalle qualche pattuglia israeliana penetrata oltre il confine.

E che i motorini (solo tre, ricordiamo) venivano probabilmente utilizzati per percorrere più velocemente le centinaia di metri sottoterra, per portare rifornimenti di poco peso.

Ma con quei numeri non “si invade” nulla. Tanto meno un territorio vasto, sgomberato dalla presenza di civili (come decine di altri servizi mostrano) e presidiato da un pezzo rilevante di un esercito decisamente aggressivo e in pieno assetto operativo. Tant’è vero che quel “patrimonio per l’invasione” era sorvegliato… da un solo “terrorista”, “coraggiosamente” ucciso chiamando l’aviazione.

Stiamo dicendo delle banalità, sul piano militare. E anche un caporalmaggiore fuori servizio da anni potrà confermarlo.

Dunque a che servono i “giornalisti” mainstream se non a fare da megafono passivo alle clamorose cazzate inventate da Israele (e dagli Stati Uniti)?

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