Il 25 ottobre è morta, a soli 13 anni, Aurora, dopo essere stata buttata giù dal balcone di casa sua dal fidanzato di 15 anni. Pochi giorni dopo una bambina di 12 anni ha accoltellato un altro bambino.
Ogni giorno assistiamo alla cronaca di una società violenta, a cui le istituzioni e il governo rispondono con provvedimenti come l’educazione civica basata su patria, impresa e nazione.
Come studentesse, donne e libere soggettività attraversiamo scuole e università, trovandoci di fronte ad abusi, molestie e ricatti, sia da parte di altri studenti che da parte di docenti e personale scolastico.
Lo abbiamo visto l’anno scorso con le molestie di un professore verso le sue alunne a Torino, con la lista fatta dagli studenti del Liceo Visconti a Roma, ancora prima con la palpata di un bidello ad una studentessa dell’istituto Rossellini di “soli 10 secondi” e quindi non considerata reato dal tribunale di Roma, e di recente a Genova con il professore che “spogliava” con l’intelligenza artificiale le foto delle sue studentesse.
Questi non si possono definire casi isolati: sono il sintomo di una società dai valori corrotti e violenti, permeati in tutti gli spazi che viviamo dalle scuole, alle università, ai quartieri, alla casa e qualsiasi luogo di lavoro.
Proprio i casi citati ci riconfermano che i cosiddetti “luoghi del sapere”, che ci dovrebbero tutelare ed emancipare, sia socialmente che culturalmente, sono invece le fondamenta di una società profondamente malata, basata su disuguaglianze, individualismo, violenza e prevaricazione.
Sono anni che studentesse, docenti e insegnanti, genitori, personale sanitario e sociosanitario, psicologhe e psicologi, realtà politiche e sociali, attiviste e attivisti, singole e singoli richiedono l’introduzione dell’educazione alla sessualità e all’affettività nelle scuole in maniera strutturale e non vengono ascoltati dalle istituzioni.
Di fronte all’indifferenza della “scuola di Valditara” per i problemi reali delle studentesse e degli studenti, chiediamo l’istituzione dell’educazione alla sessualità e all’affettività in tutte le scuole, come primo passo per non essere mai più vittime.
Vogliamo percorsi che siano realmente incisivi verso le condizioni contro cui ogni giorno lottiamo all’interno dei quartieri popolari e dei luoghi del “sapere”.
Un tipo di educazione alla sessualità e all’affettività che non parli unicamente di pene e di carcere, o solo di riproduzione, di fertilità e dell’aspetto biologico della sessualità ma di diritti, tutele, dignità, servizi, consultori e molto altro, che contribuisca ad abbattere il ruolo di vittime al quale ci condannano, stereotipi, discriminazioni e ruoli di genere prestabiliti.
Quante studentesse, donne, libere soggettività, dovranno ancora essere uccise da questa società prima che si parli in maniera seria del problema della violenza di genere?
Lo scorso 31 ottobre eravamo in flash-mob sotto al ministero dell’istruzione e del “merito” per chiedere un incontro al Ministro Valditara, e da quasi un anno organizziamo appuntamenti di educazione alla sessualità e all’affettività, dibattiti e attivazione nelle scuole e nelle periferie.
Vogliamo portare avanti questo percorso con un’assemblea pubblica: per immaginare insieme degli strumenti di educazione alla sessualità e all’affettività realmente incisivi nelle scuole e nei quartieri, per confrontarci sul ruolo che ad oggi ha l’istruzione pubblica e su quello che invece dovrebbe realmente assumere.
Ci incontriamo per scambiare esperienze, ragionamenti e riflessioni e per costruire una serie di iniziative che passino anche per l’importante manifestazione nazionale di Roma chiamata da Non Una Di Meno per il 23 novembre in occasione della giornata internazionale contro la violenza di genere del 25 novembre.
Ci vediamo il 16 alle ore 10:30 a Piazza dell’Immacolata per un’assemblea aperta e di confronto.
Vogliamo educazione alla sessualità e all’affettività: costruiamo un muro tra noi e la violenza della società, costruiamo mattone su mattone una nuova società!
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa
Ros* lux
Sulla base della campagna mediatica orwelliana della giornata contro la violenza sulle donne,il governo Meloni con il consenso dell’opposizione PD e M5S AVS, l’anno scorso ha tagliato circa 400 milioni di euro (2/3 dei fondi) per le politiche a favore dei disabili ,stornando 80 milioni per le politiche di genere e i corsi scolastici di educazione all’affettività… Ovvero il catechismo del femminismo suprematista misandrico.
Per quanto risulta dai dati statistici la violenza di genere verso le donne è uno stereotipo classista. Il neofemminismo dell’opposizione e il neomaschilismo del governo sono fondati su teorie antiscientifiche, vere e proprie ideologie sessiste,che producono una polarizzazione dell’opinione pubblica attraverso la legittimazione degli hate speech sessisti…equivalenti ai 2 minuti di odio del Grande Fratello orwelliano,che nella realtà attuale durano senza soluzione di continuità H24…E così …
Stiamo assistendo ad un reality orwelliano…mentre avvengono massacri colossali che potrebbero essere i prodromi
della terza guerra mondiale ci sono manifestazioni di massa contro il maschilismo residuo del patriarcato…
Grottesco!
Mentre la
dichiarazione della Presidente della Commissione di Garanzia sugli scioperi(1) non ha ricevuto nessuna replica ufficiale da parte del movimento neofenmminista …Nessuna che abbia sentito la necessità di ricordare che l’8 marzo era in origine uno sciopero generale internazionale proclamato su proposta di Rosa Luxemburg e Clara Zetkin…
Il governo si dichiara pronto ad accogliere le istanze femministe mentre nega il diritto di sciopero…
Mentre le donne comuniste e il sindacato partecipano alle manifestazioni neofemministe,il movimento neofemminista è indifferente se non addirittura ostile al diritto di sciopero e non ha partecipato neanche alle manifestazioni dello sciopero del 17 novembre.
Il movimento neofemminista è ormai palesemente classista e reazionario.
«Serve una revisione», dice Bellocchio. «Lo dicevano anche i miei predecessori. Lo sciopero generale deve essere sempre un fatto eccezionale. Ormai se ne indice uno persino per la Festa della Donna».
https://www.open.online/2023/11/15/sciopero-generale-17-novembre-precettazione-garante-bellocchio/