Menu

“Un genocidio allunga la vita”, secondo un noto critico de Il Mattino di Napoli

L’altroieri Lanfranco Caminiti, vecchio arnese “dissociato” della fu Autonomia Operaia, ha pubblicato un post abietto e di rara infamia.

Nel post il fu autonomo, con cattiveria, scherno e disprezzo si prendeva gioco del popolo di Gaza postando una foto in cui si potevano vedere i gazawi stringersi attorno agli ostaggi liberati, festeggiando il cessate il fuoco.

Tante bandiere e militanti di Hamas, ovviamente, e tanti civili che lui apostrofava sdegnosamente con queste parole: «vedo ‘na cifra di maschi ben pasciuti e in buona salute a Gaza. Prosit».

Va detto che il Caminiti adotta da tempo la prospettiva dell’ideologia dominante, filosionista e padronale, rinnegando in toto le proprie origini. E soprattutto insultando chiunque prenda le difese del popolo palestinese o critichi da sinistra Israele (da destra, in effetti, è piuttosto difficile…).

Si schiera dalla parte dei più forti, alludendo nel post, in tutta evidenza e con la tipica altezzosità occidentale, bianca e suprematista -la cui matrice culturale è da far risalire alle “radici giudaico-cristiane” della nostra Europa, per dirla con un qualunque reazionario postfascista – alle formazioni che fanno resistenza vera a Gaza e nella regione.

Quelle Hamas, Jihad, Fplp, ecc, che secondo lui e tanti altri pseudo rivoluzionari di casa nostra, sarebbero non solo le “vere responsabili” del massacro in corso sulla Striscia, la cui causa primigenia sarebbe da individuare nell’azione del 7 Ottobre: giammai negli ottant’anni di occupazione sionista. Ma addirittura terrebbero “in ostaggio” tutto il popolo palestinese.

Parole, quelle utilizzate da Caminiti, che praticamente avevano l’intento di ironizzare su quello che il Caminiti stesso ritiene essere un falso genocidio.

Bene, questa è la doverosa premessa. Perché i commenti che seguono sono anche peggio. Di una miseria umana, di un razzismo, di uno squallore e di una ferocia paragonabile solo a quella dei crucchi nazisti che, durante il Terzo Reich, manifestavano il loro odio antisemita.

Gente che evidentemente deve deficere parecchio per non rendersi conto che sta ponendo in essere la stessa logica inumana che un secolo fa portò allo sterminio degli ebrei. Ma tant’è…

Tra questi commenti ne spicca uno che mi ha indignato particolarmente. Il commento di un giornalista. Un collega” per la precisione, anche se l’accostamento ancor mi offende.

Critico, saggista, docente, autore e direttore editoriale si definisce sul suo profilo. Qui ci vorrebbe un’eduardiana pernacchia risonante dai vicoli de L’oro di Napoli, ma andiamo oltre.

Il nome è quello di Fabrizio Coscia. Cronista culturale e critico teatrale de Il Mattino da quando Enrico Fiore non è più tra le firme del principale quotidiano di Napoli.

Scrive Coscia nel commento: «Un genocidio allunga la vita». Caminiti risponde da par suo: «È per sempre. Come un diamante». E Coscia gli mette anche il like, giusto per ribadire la miseria morale di simili giudizi.

Orbene, ognuno è libero di sostenere le proprie convinzioni, ci mancherebbe. Sebbene riteniamo sia davvero difficile perorare le ragioni del sanguinario Stato sionista. Ma qui siamo al grado zero dell’umanità.

La spietatezza è palpabile. Il commento agghiacciante, considerando la tragedia in atto a Gaza. Dove perdono la vita migliaia di persone. Soprattutto migliaia di bambini.

Primo Levi si chiedeva dunque Se questo è un uomo. Io mi chiedo invece se questo può essere considerato un intellettuale, un giornalista, un professore che dovrebbe insegnare alle giovani generazioni l’amore per il teatro e la cultura, e dovrebbe recensire spettacoli spiegandone il senso, semmai anche sociale, storico, politico, ove mai la messinscena lo richiedesse.

Un intellettuale “di sinistra” per giunta. Un tempo anche firma di Liberazione.

Vorrei augurarmi che il mondo del teatro e della cultura napoletana si indigni quanto me. Quanto noi.

Ma la vedo dura, dati i tempi tragicamente segnati dal conformismo, dalla viltà ideologica e dal totale disarmo del pensiero critico a favore del tengo famiglia e delle difese corporative. Soprattutto tra giornalisti, teatranti e intellettuali filosionisti

Il Coscia poi, nascondendosi come un ladro, va a commentare sotto il post di un soggetto poco conosciuto evidentemente nel mondo del teatro e della cultura in generale, pur di non esporre le sue truculente posizioni razziste e suprematiste sulla bacheca personale. Dove, naturalmente, aveva giurato di non parlare più di “politica israeliana“.

Un simile atteggiamento tocca l’apice dello squallore, che qualcuno potrebbe anche chiamare vigliaccheria.

Questa sortita del Coscia rappresenta un insulto per tutti gli amanti della cultura e della scena. Un insulto per la dignità umana. Un insulto per il giornalismo.

P.s. In foto lo screenshot in cui è evidenziato il commento agghiacciante del giornalista Fabrizio Coscia. L’altro screenshot si riferisce al post di Lanfranco Caminiti.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

7 Commenti


  • Pasquale

    In nome del ‘tengo famiglia’, ormai è tutto concesso. I ‘diversamente comunicatori’ intellettuali e anche firme prestigiose succede che da qualche tempo hanno creato una sciagurata linea di fuoco della propaganda filoatalantista, attualmente al servizio dei fasciosionisti e dei nazisti d’Ucraina, mistificando scientemente la realtà. Gli araldi hanno rispolverato la trombetta dei ‘banditori pubblici’ del medioevo. Urlano i racconti del pensiero unico imposti dai padroni per la manipolazione della coscienza collettiva. Accade nella guerra Ucrainato-Russia così come nel genocidio in corso a Gaza.


  • Ta

    Vabbè, lasciamo che ’sti poveracci si guadagnino la pagnotta nel modo ignobile che si sono scelti, finché dura.
    Tempo cinque anni, e a fare questo tipo di servizietti al sistema ci penserà l’«intelligenza» artificiale.
    E questi «intellettuali» resteranno disoccupati.


  • Brunello Mantelli

    Siete una massa di reazionari, filo Khamenei e filo Putin. Finirete, con loro, nella pattumiera della storia. Eretz Israel, Slava Ukraini, Donna, Vita, Libertà.


    • Redazione Roma

      Spiacenti, nella pattumiera abbiamo trovato tutti i posti già occupati dai sostenitori della guerra e dai suprematisti bianchi di ogni risma


  • Ta

    A Brune’, cambia pusher… La roba che ti dà quello dove vai adesso ti fa male!


  • Leonardo

    Il prof Brunello Mantelli ? Allievo di Enzo Collotti e Nicola Tranfaglia, autorevole studioso del Fascismo, che si mette a berciare slogan banderisti/sionisti come un avvinazzato ? Non se ne sa mai abbastanza. Spero proprio si tratti di un’omonimia


  • Andrea

    Se ce la facciamo, se ce la faremo, se un giorno o l’atro faremo la rivoluzione chiunque abbia avuto un ruolo di responsabilità diretta in quello che sta avvenendo in giro per il mondo dovrà essere messo in condizioni di essere geograficamente isolato, con i tanto cari “confini”, e guadagnarsi la pagnotta con i suoi consimili. Mangerà ciò che produrrà, mentre applaudirà i suoi “eroi” attualmente ai vertici delle massime istituzioni, con i quali diventerà vicino di casa. Certo, è possibile che ciò produrrà suicidi di massa, ma a mio parere sarà la cosa più giusta da fare per evitare carceri o esecuzioni. Di spargimento di sangue ce ne è stato fin troppo. Vogliono la Groenlandia ? Io gli darei anche l’Antartide, dove non c’è popolazione locale, li mettiamo tutti lì, così possono pure sciare e farsi tutti gli impianti che vogliono. Pinguini permettendo.
    Vedo che c’è già qualche candidato “commentatore”, s’accomodi pure

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *