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Il paese senza più prevenzione: si guadagna molto di più sulla malattia

Ieri era la “giornata mondiale del cancro”. Ma che si fa, In Italia per la prevenzione di una patologia devastante che è in continuo aumento e che vede già 2 milioni e 250 mila pazienti con una diagnosi di tumore?

La risposta ce l’aveva data, una settimana fa, la fondazione Gimbe richiamando l’attenzione sul fatto che, mentre il Decreto Legge sulle liste d’attesa del governo prevedeva almeno sei decreti attuativi, al 29 gennaio, nonostante gli annunci in pompa magna, risulta approvato un solo decreto attuativo. Degli altri, tre sono già scaduti (due da quasi 4 mesi e l’altro da quasi 5 mesi) e per due non è stata definita alcuna scadenza.

E sempre secondo il presidente della fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta: “Le riforme annunciate restano un esercizio retorico se non tradotte in azioni concrete, mentre il raggiungimento di risultati parziali è solo una magra consolazione politica, priva di reali benefici per la società“.

È seguita una violentissima reazione del senatore di Fratelli d’Italia, Franco Zaffini, presidente della commissione Sanità e Lavoro di palazzo Madama che ha accusato direttamente Cartabellotta “di mentire sul nostro Sistema sanitario nazionale” e di diffusione di fake news “al servizio delle strumentalizzazioni dei comunisti e dei loro cavalier serventi” (gomploddo comunista!).

Gli ha risposto Guido Quici, presidente della federazione sindacale dei medici Cimo-Fesmed: “Non c’è nessuna volontà reale di ridurre le lunghissime liste d’attesa a cui sono costrette le persone“.

Al netto della propaganda, la politica del governo sulla sanità è quanto mai chiara: con buona pace del diritto alla salute e della Costituzione (che quel diritto prevede) la domanda di cura e di servizi sanitari deve spostarsi sempre più verso l’offerta privata e verso la sanità in convenzione che prende fiumi di soldi pubblici e che, notoriamente, non vede margini di profitto nella prevenzione e nella medicina territoriale. Ne vede tanti, invece, nell’ospedalizzazione e nella malattia stessa.

La tragica esperienza del covid, purtroppo, non ha insegnato nulla.

Vedi anche: https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/02/04/decreto-liste-dattesa-vuoto-dato-oggettivo-non-ce-piu-tempo-per-il-servizio-sanitario-i-medici-confermano-lanalisi-di-gimbe/

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1 Commento


  • Pasquale

    In Calabria,poi, la sanità pubblica commissariata da circa 15anni è diventata suo malgrado un caso da studiare.

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