I capi di governo della Ue si riuniscono oggi e domani a Bruxelles per il Consiglio europeo, per discutere temi chiave come la competitività, la situazione in Ucraina e le politiche di riarmo.
La sessione odierna prevede discussioni sulla competitività dell’Ue, con particolare attenzione alle strategie per rafforzare l’industria e il mercato interno. Oggi è previsto inoltre il cosiddetto Vertice euro, in formato inclusivo, per discutere della situazione economica e finanziaria alla luce delle incertezze e dei rischi geopolitici attuali. A questa parte della riunione parteciperanno anche la presidente della Banca Centrale Europea, Cristine Lagarde, e il presidente dell’Eurogruppo, Paschal Donohoe.
A fare da sfondo è la decisione strategica di procedere sul piano dell’economia di guerra. La Commissione europea mercoledi scorso ha presentato il “Libro bianco per la difesa” una sorta di manuale di istruzioni per gli Stati membri per rafforzare le capacità militari dell’Unione Europea.
Il piano presentato due settimane fa da Ursula von der Leyen ha l’obiettivo dichiarato di reperire 800 miliardi di euro per mettere in funzione la difesa e il complesso militare-industriale europei. Una cifra ambiziosa ma la cui attuazione dipende soprattutto dalla volontà degli Stati membri dell’Unione europea, dicono i diplomatici a Bruxelles.
La Commissione europea invita gli Stati membri ad attivare entro fine aprile le deroghe al Patto di stabilità per investimenti in difesa permettendo di superare i limiti di spesa dell’1,5% del Pil l’anno per 4 anni. Secondo la Commissione l’attivazione delle clausole di salvaguardia, il meccanismo per avere deroghe al Patto di stabilità, dovrebbe consentire fino a 650 miliardi di investimenti aggiuntivi nella difesa.
Italia, Francia, Olanda, Svezia e Spagna hanno fatto sapere che non metteranno in atto la clausola di salvaguardia e non faranno ricorso ai prestiti.
L’Ue sta accelerando gli sforzi per rafforzare la sua “prontezza alla difesa” (“Readiness 2030”) per misurarsi con le crisi geopolitiche immediate e future. Nell’ultima riunione del Consiglio europeo i capi di governo hanno chiesto una mobilitazione più rapida delle procedure e dei finanziamenti necessari ed hanno inoltre individuato una serie di ambiti d’azione prioritari a livello della Ue e in piena coerenza con la Nato. Oggi i leader dell’Ue dovrebbero dare seguito a questi punti e discutere delle prossime tappe alla luce della presentazione del libro bianco sul futuro della difesa europea.
L’orientamento sugli acquisti di armamenti nel quadro del “Rearm Europe” dovrebbe prevedere una quota del 65% per le armi prodotte da industrie europee e il resto da paesi extraUe, in particolare Stati Uniti, Gran Bretagna e Israele.
Le tensioni commerciali con gli Stati Uniti non fanno ufficialmente parte dell’agenda dei lavori, ma potrebbero emergere nelle discussioni dopo che Trump ha imposto dazi su acciaio e alluminio europei. Ciò ha provocato la ritorsione dell’Ue, pesa inoltre la minaccia di Trump di colpire vini e alcolici dell’Ue con dazi del 200% e l’allarme che potrebbe annunciare ulteriori dazi all’inizio di aprile.
“Non vogliamo dare l’impressione che stiamo cercando di staccarci dagli Stati Uniti” riferisce alla Reuters un funzionario del governo tedesco. Sempre secondo il funzionario, è possibile che le conclusioni del vertice dedicato all’Ucraina si chiuda con un voto unanime di tutti i paesi tranne l’Ungheria che, come l’ultima volta, ha rifiutato di sottoscrivere le conclusioni condivise dagli altri 26 Paesi.
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