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Marx e il quinto quesito

Ci sono diverse persone che cercano di giustificare da “sinistra” l’ostilità verso i migranti e, quindi, verso l’accorciamento dei tempi per la richiesta di cittadinanza (l’obiettivo del quinto quesito del referendum dell’8 e del 9 giugno) citando un famosissimo passo che Marx…non ha in realtà mai scritto.

In esso Marx, parlando di “esercito industriale di riserva“, secondo questi opinionisti appartenenti prevalentemente all’area “rossobruna”, inviterebbe a demonizzare coloro che stanno peggio di noi e bloccarli alla frontiera perché, con il loro numero, contribuirebbero a “fare diminuire i salari“.

Talmente diffusa la citazione di questo presunto scritto che sembra l’abbia pubblicato davvero Marx e non sia, invece, una distorsione fatta da gente ignorante.

Marx parla di esercito industriale di riserva a prescindere dal fenomeno migratorio, come un elemento strutturale del capitalismo.

Ma, soprattutto, nella famosa lettera che molte di queste persone citano (quella del 1870 inviata a S. Meyer e A. Vogt), dove egli parla del fenomeno migratorio irlandese in Inghilterra, non sostiene MAI che sia necessario “contrastare l’immigrazione“.

Dice invece che i lavoratori irlandesi, costretti a fuggire per via dello sfruttamento materiale dell’Irlanda da parte dei capitalisti inglesi, si vanno a scontrare con gli operai inglesi perchè si vedono reciprocamente come concorrenti, e che questo FA IL GIOCO DELLA BORGHESIA INGLESE:

«Questo antagonismo viene alimentato artificialmente e accresciuto dalla stampa, dal pulpito, dai giornali umoristici, insomma con tutti i mezzi a disposizione delle classi dominanti. Questo antagonismo è il segreto dell’impotenza della classe operaia inglese, a dispetto della sua organizzazione. Esso è il segreto della conservazione del potere da parte della classe capitalistica. E quest’ultima lo sa benissimo.»

Invece di proporre ostilità verso chi scappa dal proprio Paese, dunque, Marx sottolinea come questa stessa ostilità sia generata dalla classe dominante. Dice, insomma, che la classe dominante fa esattamente quello che state facendo voi in questo momento: fomentare la guerra tra poveri per legittimare le leggi economiche del mercato della domanda e dell’offerta INVECE DI ATTACCARE CHI I SALARI LI DECIDE (i padroni).

Strano, eh? Un uomo che ha combattuto tutta la vita per l’unità dei lavoratori di tutto il mondo tanto da farne lo slogan del suo pensiero invoca l’unità tra “l’esercito industriale di riserva” e gli operai della madrepatria, mica il contrasto al primo.

Strano che questi opinionisti usino sempre la locuzione, decontestualizzata, “esercito industriale di riserva” e mai “proletari di tutto il mondo, unitevi!”, parola d’ordine notoria e priva di ambiguità di Karl Marx, che rappresenta la lotta di classe comune contro gli sfruttatori di lavoratori “domestici” e stranieri, vera chiamata all’azione e soluzione per i marxisti.

Eh già, perchè Marx, stranamente, attacca chi del mercato beneficia decidendo al ribasso i salari, mica chi dal mercato viene affossato ricevendo salari bassi.

Se tutto ciò vi sembra strano, smettetela di ammantare il vostro razzismo e nazionalismo strisciante di citazioni filosofiche vere o presunte.

* da Facebook

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5 Commenti


  • Pasquale

    Ignoranti costruiti ad arte. Roba da ‘feisbuc’.


  • Enea Bontempi

    Paradossalmente l’incremento di cittadini stranieri apporta più ricchezza al paese di quanta non ne sottragga. Il problema però, dal punto di vista della classe lavoratrice italiana, è che la debolezza del lavoro degli immigrati fatalmente indebolisce il lavoro dei proletari italiani, incrementando l’esercito industriale di riserva, aumentando i profitti e schiacciando tutti i lavoratori, immigrati e autoctoni. Quindi ondeggiamo tra Scilla e Cariddi: se diminuisce l’immigrazione diminuisce la base produttiva del paese, ma se aumenta la base produttiva ad ottenere maggiormente lavoro sono gl’immigrati. Queste sono allora le giuste parole d’ordine: no alla ‘guerra tra i poveri’; non sono i proletari immigrati a rubare il lavoro ai proletari autoctoni, ma è il capitalista che lo ruba quando delocalizza la produzione: nazionalizzare le aziende che delocalizzano la produzione; non sono i proletari immigrati a fare concorrenza a quelli autoctoni e ad abbassare il loro salario, ma è il capitalista che scatena la concorrenza per abbassare i salari: salario minimo per tutti fissato per legge; non sono i proletari immigrati a fare la guerra, ma sono i capitalisti imperialisti che portano la guerra e la distruzione ai popoli del resto del mondo: fuori l’Italia dalla NATO e fine della partecipazione dell’Italia a tutte le guerre imperialiste; non sono i proletari immigrati a restringere le possibilità di sostegno al lavoro e ai servizi pubblici, ma i trattati europei che strangolano i popoli d’Europa: fuori l’Italia dall’Unione Europea e dall’euro.


  • Paolo DP

    io molto più semplicemente dico che la caratteristica dell’umanità, da sempre, è quello della mobilità, da milioni di anni alla ricerca di che vivere.
    i nazionalisti insistono sulla violenza che tali migranti possono portare, ma le parole mafia, camorra, sono state veicolate insieme ai migranti italiani, quindi esiste chi migra per vivere e chi con violenza, due piani diversi… e il colonialismo occidentale (vedi gli USA) di danni ne ha fatti infiniti.
    Aggiungo poi che chi si lamenta che i migranti portano altre religioni (e culture) lo dicono quando alla propria religione poco si riferiscono e poco sanno.


  • Nereo

    Sono totalmente d’accordo con l’articolo e con il commento di Enea Bontempi. In questi giorni mi è capitato di sentire la posizione di M. Rizzo (ora D.S.P. con Toscano) che è uno degli esempi più squallidi di xenofobia tra i sedicenti (ex) comunisti. Costui prefigura addirittura il tracollo del welfare a causa dell’eventuale successo del quinto quesito referendario, tracollo dovuto – secondo la sua catastrofica previsione – ad un’invasione di milioni di immigrati attratti dal facile ottenimento dei diritti di cittadinanza nel nostro paese. Quindi questo personaggio auspica il mantenimento delle disuguaglianze, la cittadinanza intesa come “merito”, ed il “prima noi” tanto caro a leghisti e neofascisti. Triste deriva di una militanza che non ha fatto i conti con uno studio serio del marxismo (prendesse esempio da Stefano Bonora!), della realtà contemporanea, del suo tarlo xenofobo. Davvero squallido!


  • Oigroig

    «… la debolezza del lavoro degli immigrati fatalmente indebolisce il lavoro dei proletari italiani…»: no, fatalmente no, ma solo perché negli ultimi quarant’anni è stata smantellata la solidarietà di classe, non quella a parole, ma quella organizzata e fattiva.
    A me vengono in mente le straordinarie lotte dei migranti degli anni Novanta prima della Legge Turco-Napolitano che fu promossa dal PD e anche da Rifondazione Comunista con “compagni” che non capivano quale paese la borghesia “di sinistra” stava preparando…
    A me viene in mente Ugo Boghetta di Rifondazione Comunista che ha scaldato il banco in Parlamento per un bel po’ di anni predicando contro l’immigrazione, non per razzismo, no, ma perché danneggiava i salari degli italiani… 🙂
    Questa destra è venuta fuori da una sinistra così, opportunista, rozza, poltronesca, presuntuosa, ma sempre asservita ai padroni… i Bertinotti, i Vendola e tutti quei “comunisti” che ancora oggi continuano ad avvelenare i pozzi dell’ideologia rivoluzionaria e che sono corresponsabili del deserto che avanza e dei pochissimi strumenti che ci sono rimasti per contrastarlo. Purtroppo l’Inferno non esiste e non abbiamo neanche un Dante che eterni la memoria di questa pessima genia di frodatori 🙂

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