Tra sabato 16 e domenica 17 agosto è morto Gianpaolo Demartis. Era in stato confusionale e stava aggredendo dei passanti. C’è stato l’intervento delle forze dell’ordine, l’uso del taser. Poco dopo, Gianpaolo è deceduto.
Domenica 17 agosto era sera quando alcuni vicini di Elton Bani hanno chiamato i carabinieri perché sentivano rumori. I carabinieri sono intervenuti, hanno trovato Elton in stato di agitazione. Anche qui l’uso del taser: una prima volta, una seconda (pare a vuoto); poi, passato di mano, una terza. Poco dopo, in ambulanza, Elton Bani è deceduto. Come Gianpaolo. Le indagini accerteranno le cause delle due morti.
Certo, però, che due morti in due giorni a seguito dell’utilizzo del taser dovrebbero riaprire un dibattito pubblico che, invece, non esiste se non in microcircuiti. “Il Manifesto” del 19 agosto titola “Due vittime del taser in 48 ore ma la destra ne vuole ancora di più”.
Nel clima punitivista in cui viviamo non sorprende. Sebbene il taser nel 2007 sia stato dichiarato strumento di tortura da parte dell’ONU, in violazione della convenzione delle Nazioni Unite del 1984. Sebbene l’ONU ne parli come di strumento potenzialmente mortale.
Se la destra spinge sull’equazione forze dell’ordine più armate uguale più sicurezza, la parte politica opposta che fa? Segue a ruota. Copia.
Prendiamo il Comune di Napoli, elogiato come modello di quello che può essere un centrosinistra vincente, capace di sconfiggere le destre tanto in Regione Campania quanto a livello nazionale.
Con la deliberazione 561 del 4 dicembre 2024 la giunta “progressista” approvava il regolamento che introduceva la sperimentazione del taser per sei mesi.
Il 20 gennaio 2025, il sindaco Gaetano Manfredi dalle colonne del principale quotidiano cittadino, il caltagironiano Mattino, affermava “Sì agli agenti con il taser”. Dieci giorni prima, il 10 gennaio, era stato preceduto dall’Assessore alla Polizia Locale, l’ex questore Antonio De Iesu che, secondo quanto riportato dal Corriere del Mezzogiorno, ha sostenuto che il taser rappresenta uno strumento importante per garantire la sicurezza dei cittadini e degli agenti. In fondo era stato lui a proporre il taser alla giunta “progressista”…
Il dibattito che si tenne in Commissione polizia municipale e legalità è un affresco per osservare cosa sia il potere politico bifronte che abbiamo di fronte.
Tra i più entusiasti sostenitori dell’introduzione del taser ci fu infatti Catello Maresca, ex magistrato ed ex candidato sindaco delle destre proprio contro Manfredi: “un passo fondamentale per la sicurezza in città”. Solo un po’ meno raggiante Maria Grazia Vitelli del PD che, parlando di uno “strumento potenzialmente mortale” (ONU dixit) – il taser – lo celebrò come una soluzione alle difficoltà quotidiane degli agenti.
La spesa prevista per la sperimentazione è pari a poco meno di ventimila euro (18.495€). Nel caso dovesse essere considerata positiva si parla del possibile acquisto di 43 taser per la modica cifra di centomila euro. Non proprio bruscolini.
Dietro la sperimentazione del taser in uno dei principali Comuni amministrati dal campo largo – anzi: larghissimo visto che tiene dentro anche pezzi che furono di Forza Italia – c’è una cultura politica che impedisce di parlare come di eccezione. Tra il centrosinistra manfrediano e le destre c’è, al contrario, una corrispondenza di amorosi sensi.
Sempre nel capoluogo partenopeo, infatti, è da dicembre 2024 che è stata avviata la sperimentazione delle “zone rosse”, volute dal Governo di ultradestra (ma inventate dall’ex Ministro Minniti, PD) e fortemente richieste da molti sindaci di centrosinistra, tra cui l’ineffabile Manfredi.
Ci è voluto il TAR, attivato da un ricorso di cittadini e consiglieri di municipalità (tra loro quelli eletti con Potere al Popolo!), ad annullare l’ordinanza che le istituiva: secondo il Tribunale mancavano i requisiti di emergenza richiesti e si limitava indebitamente la libertà di movimento dei cittadini.
Il TAR, dunque, ha fatto crollare uno dei presupposti di qualunque politica securitaria e autoritaria: l’esistenza di una presunta emergenza che, invece, semplicemente non c’è.
Non è solo la destra a volere più taser, cioè più repressione. Meloni, Salvini e soci hanno vinto da tempo la battaglia delle idee, anche grazie al potere mediatico che ha imposto la questione in cima all’agenda.
Su troppi territori il centrosinistra è solo la brutta copia delle destre al governo a Roma, altro che alternativa.
* Portavoce nazionale di Potere al Popolo
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