Il liberalnazista Tony Blair è stato chiamato alla corte di Trump per discutere degli affari da realizzare a Gaza dopo che Israele avrà completato lo stermino dei palestinesi.
La cosa non stupisce, Tony Blair è un criminale di guerra, colpevole di delitti contro l’umanità e responsabile – assieme a Clinton e Bush junior – di guerre devastanti, dall’Europa al Medio Oriente all’Afghanistan, con una marea incalcolabile di vittime civili. Tony Blair è la dimostrazione vivente che la giustizia ed il diritto internazionale non funzionano, altrimenti oggi non sarebbe alla Casa Bianca, ma in un carcere.
Il serial killer a piede libero Blair è stato per anni la guida della sedicente “sinistra” che aveva interamente e fanaticamente sposato il cosiddetto moderno “riformismo”, cioè una ideologia liberista, guerrafondaia e reazionaria, a servizio del peggiore capitalismo. Non a caso questa “sinistra” si è spesso intrecciata e unificata con i cosiddetti “neocon”, cioè con quei conservatori imperialisti che si riverniciavano di “progressismo”.
Il “riformismo”, a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso, non ha realizzato riforme, ma controriforme.
Quel “riformismo” ha combattuto e in molti casi distrutto i diritti del lavoro, i diritti sociali e l’eguaglianza conquistati nei decenni precedenti.
Il “riformismo” è stato l’ideologia e la propaganda della controrivoluzione neoliberale, così rimpianta da Draghi nel suo ultimo intervento.
Il “riformismo” ha voluto dire mettere lo Stato alle dipendenze della competitività delle imprese private, distruggere il sistema ed i servizi pubblici per creare nuove occasioni d’affari per i ricchi.
Il “riformismo” ha imposto la dittatura del mercato e, al di sopra dello stesso mercato, il potere di oligarchi straricchi.
E alla fine il “riformismo” ha proclamato la guerra dei valori occidentali contro il resto del mondo. “Noi siamo il giardino, fuori c’è la giungla”, ha proclamato pochi anni fa l’allora ministro degli esteri della UE Borrell, “socialista riformista“.
Maestro di questa scuola politica è stato per decenni Tony Blair, prima come politico e capo di governo britannico, poi come amministratore di ricchissime fondazioni finanziate dalle grandi multinazionali, che hanno istruito e aiutato tanti leader politici.
I discepoli di questa scuola sono stati e sono molti in Europa, dal Primo Ministro britannico Starmer al Presidente francese Macron a tanti capi di governo del Nord e dell’Est dell’Europa. In Italia il più conosciuto seguace di Blair è Matteo Renzi, che deve molto al britannico per la sua improvvisa e velocissima ascesa.
Ora quel riformismo traballa come centro di potere e progressivamente viene soppiantato dalla destra estrema, che meglio interpreta e porta a coerenza mostruosa quella stessa politica.
Non a caso sia Meloni che Trump, che tanti leader di destra e neofascisti occidentali, si definiscono ufficialmente “ riformisti”. Anche Netanyahu proclama il suo “riformismo”, giustificando il genocidio in Palestina come scelta pragmatica per eliminare Hamas.
Non stupisce dunque che Trump chiami Blair per amministrare assieme l’orrore.
Questo orrore e i suoi artefici sono solo i prodotti finali del “riformismo” di Tony Blair. Questo “riformismo” si è rivelato come una ideologia miserabile, che dietro il pragmatismo e l’apparente razionalità ha nascosto le peggiori ingiustizie e il sostegno a chi di esse ha approfittato per fare soldi. E alla fine questo “riformismo” ci ha portato alle soglie della terza guerra mondiale e dentro un genocidio.
Questo “riformismo” è stato protagonista di una stagione della sinistra occidentale che sarà ricordata nella storia come l’epoca della infamia.
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Petrillo Angelina
Grazie per questo articolo, interessante come sempre. Il riformismo capitalistico ta divorando la dignità umana, i diritti delle persone, la giustizia.
Maurizio
basterebbero finanziare una piccola brigata internazionale di equalizer