Era inevitabile e dunque è accaduto. Vista l’inutilità degli inviti di Giorgia Meloni e Antonio Tajani alla Global Sumud Flotilla di fermarsi, lasciare gli aiuti umanitari a bordo (pochi, certo, quel che quelle barche possono portare) a qualche ente “terzo” e ritirarsi in buon ordine ora – sono nei pressi di Creta – è arrivato l’ovvio momento dell’appello di Mattarella.
Come se dipendesse dalla diversa antica collocazione politica (Mattarella era democristiano, come una buona parte del centrodestra e del centrosinistra) di chi parla, invece che del merito della questione.
E dunque dal Quirinale è piovuto il messaggio: “Mi permetto di rivolgere con particolare intensità un appello alle donne e agli uomini della Flotilla perché raccolgano la disponibilità offerta dal Patriarcato Latino di Gerusalemme – anch’esso impegnato con fermezza e coraggio nella vicinanza alla popolazione di Gaza – di svolgere il compito di consegnare in sicurezza quel che la solidarietà ha destinato a bambini, donne, uomini di Gaza”.
Sicuramente più istituzionale ed educato degli insulti e strepiti di “Gioggia”, ma perfettamente identico nella sostanza: lasciate fare ai grandi… Senza neanche voler menzionare il fatto accertato che nessun aiuto viene consegnato da Israele alla popolazione di Gaza se non in piccolissima parte, e quasi sempre come trappola, tramite i mercenari killer della Ghf, fondata in fretta e furia da Netanyahu e Trump per sostituire la missione Onu.
La risposta che è arrivata è altrettanto educata, ma ferma: “Abbiamo ricevuto la proposta del presidente Mattarella di accettare per il bene nostro e la tutela in generale della vita umana che noi condividiamo al 100% di deviare la nostra rotta. Noi non possiamo accettare l’appello perché questa proposta arriva per evitare che le nostre barche navighino in acque internazionali con il rischio d’essere attaccate. Come dire ‘se vi volete salvare, noi non possiamo chiedere a chi vi attaccherà di non attaccarvi, malgrado sia un reato, chiediamo a voi di scansarvi’”.
Il merito della questione è infatti proprio questo: uno Stato protetto dall’Occidente collettivo, e quindi anche dall’Italia, sta commettendo un genocidio (o come dicono i suoi supporter “sono solo crimini di guerra” oppure “un massacro”, come se fosse molto meno grave) e nessuno interviene per fermarlo.
Per completare il genocidio a Gaza e in Cisgiordania (dove peraltro il nemico ufficiale, Hamas, non c’è), questo stesso Stato pratica un blocco navale illegale – secondo il diritto internazionale scritto prevalentemente da quello stesso “Occidente collettivo” capitalistico – in acque che non gli appartengono: quelle davanti la costa di Gaza.
Per di più attacca sistematicamente da anni in acque internazionali – dove chiunque può viaggiare liberamente – qualsiasi iniziativa civile tesa a portare un sollievo sia pur minimo alla popolazione.
E non sono sempre attacchi intimidatori, come quelli già compiuti contro la Sumud Flotilla al largo della Tunisia e della Grecia nei giorni scorsi, perché nel 2010, sull’imbarcazione turca Mavi Marmara, le forze speciali israeliane uccisero 9 passeggeri, ferendone altri 60.
La questione è insomma semplice: o il blocco israeliano è “illegale” – oltre che evidentemente funzionale al genocidio – e dunque i governi suoi “amici” si danno da fare per farlo togliere, oppure lo considerano silenziosamente “legittimo” (Trump lo grida, gli altri si cuciono la bocca) e sono da considerarsi complici. Ai futuri organi giuridici internazionale la sentenza.
Gaza non è una “zona di guerra”, ma un mattatoio dove un esercito modernissimo attacca indiscriminatamente una popolazione civile che oppone una qualche resistenza con mezzi – questi sì – assolutamente “sproporzionati” (fucili, spesso sottratti all’Idf, esplosivi, ecc). I calcoli fatti da istituti occidentali stimano che per ogni combattente ucciso siano ben 15 i civili massacrati, soprattutto donne e bambini).
La Sumud Flotilla sta praticando quella che un tempo – qui in Occidente – era la più osannata delle forme di opposizione civile non violenta. Il carico portato a bordo delle imbarcazioni è trasportato praticamente in diretta televisiva, accompagnato da mobilitazioni popolari – non solo in Italia – che hanno coinvolto milioni di persone come ideale ma concretissimo “equipaggio di terra”.
Mobilitazioni che giustamente hanno messo in difficoltà tutti i governi, nessuno escluso. Se davanti a quell’orrore non fai nulla, anzi mandi altre armi ai killer, è ovvio che chiunque lo dica ti possa dar fastidio.
Questa azione è messa in atto da persone provenienti da 44 paesi diversi per alleanze, credo religioso, regime politico, cultura e tradizioni sociali. Una vera Onu accomunata da valori umani – quelli veri, a partire dal diritto alla vita – ed è assolutamente non violenta.
Se l’”Occidente collettivo” capitalistico fosse davvero – e non solo nella propaganda – fondato sui valori di “libertà, diritti umani, democrazia” non avrebbe un attimo di esitazione nell’isolare lo Stato criminale che sta violando (fin dalla sua nascita, bisogna aggiungere) tutti i valori, le leggi e le risoluzioni che ne costituiscono l’ossatura formale/legale.
E invece no. Si chiede a chi cerca di infrangere pacificamente quel blocco criminale di farsi da parte. Di lasciare che il genocidio (o il massacro, i crimini di guerra, ecc) vada avanti senza problemi.
L’invito di Mattarella, insomma, al di là delle forme, è un invito alla complicità silenziosa con i killer. Si limita a raccomandare agli attivisti di non aggiungersi alla lista dei caduti.
E’ una dimostrazione – involontaria, ma definitiva – che l’”Occidente collettivo” capitalistico persegue il contrario di quel che afferma. E questo, come stiamo peraltro vedendo ogni giorno in primo luogo negli States, distrugge la sua stessa esistenza come “democrazia” almeno presentabile, ancorché ipocrita.
La Storia ha un’ironia feroce e non sembra un caso che a stendere questo ultimo appello alla resa davanti all’orrore di Gaza sia il ministro della Difesa (o della Guerra, come si ammette ora) della guerra del 1999 per distruggere la Jugoslavia multietnica, multireligiosa e persino “diversamente socialista” (e per questo spesso lodata quando entrava in contrasto con la “trinariciuta” Unione Sovietica).
Stare nella sala di comando, per quanto in posizione subordinata, di una guerra coloniale nel cuore dell’Europa probabilmente abitua a considerare “accettabili” i crimini di guerra commessi dalla propria parte. E anche la subordinazione, dicono gli esperti, non aiuta a sviluppare lo spirito critico. O l’autorevolezza morale.
Ci sono insomma una pluralità di ragioni per andare avanti. La principale è che, se vogliamo restare umani, questo è il momento di dimostrarlo. Fermando i genocidi, non chi li denuncia.
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Enrico
ma mattarella non partecipo’ a una guerra per motivi umanitari nel 99 per difendere gli albanesi? perché non auspica la stessa cosa oggi? domanda retorica , naturalmente
goiseppe
I sionisti Cristiani aspettano la costruzione del TERZO TEMPOI in attesa della Apocalisse essi hanno foraggiato e favorito la occupazione della PALESTINA Vedi Tutti i presidenti americani tutti finanziati e votati dai sionisti cristiani.I nostri sionisti cristiani sono vigliacchi cin il loro attegiamento ambiguo concordano con la eliminazione dei palestinesi e sono favorevoli alla realizzazione del Regno di Cristo in attesa della fine delo mondo Questi pazzi criminali comptresi i nostri governanti sono consezienti con il genocidio a cura dei sionisti perchè si professano cristiani e si vergognano di essere anche sionisti Aveva ragione MARX LA RELIGIONE E L’OPPIO DEI POPOLI E CI PORTA VERSO LA FINE DEL MONDO
Casorerio giovanni
Avanti tutta. Come fece Gandi con la marcia del
Sale in India, contro il dominio inglese e vinse
Roberto
perché Mattarella è il peggio che potesse capitare all’Italia,volutamente con la minuscola,ma eco meritano.
almar
Il nostro Presidente Mattarella sbaglia sempre bersaglio per le sue prediche, chissà perché. C’è un’eventualità che Israele esegua un’azione di pirateria nei confronti della Flottilla, contro ogni norma di diritto internazionale e Mattarella che fa? Invece di dire agli Israeliani che farebbero un’azione di pirateria, che non potrebbe passare senza reazioni da parte Italiana, invita i partecipanti della flottiglia praticamente a tornare indietro e a non perseguire quello che era ed è l’obiettivo della missione, vanificando tutti gli sforzi finora compiuti. Vi immaginate se lo facessero quanti: “io l’avevo detto che era inutile provarci”? Quel risveglio di coscienze che c’è stato con le manifestazioni del 22 settembre si affloscerebbe; l’azione della Flotilla serve a portare aiuti al popolo Palestinese, ma anche a tenere sveglie le coscienze di chi ha l’Umanità come suo valore. Attenzione quando parlo di reazioni italiane non intendo guerra, ce ne sono pure troppe ma azioni come interrompere le forniture di armi e la cooperazione militare (come gli F35 israeliani a Sigonella) che ci rendono corresponsabili del genocidio, ritirare l’ambasciatore Italiano a Tel Aviv (come minimo), interrompere con quel paese ogni relazione commerciale, culturale, sportiva. Faccio anche notare che l’azione degli Israeliani sarebbe pirateria conclamata in acque internazionali, ma anche dentro le 12 miglia nautiche dalla costa di Gaza, che sono acque territoriali di Gaza, in quanto il blocco di quel tratto di mare da parte israeliana non ha nessuna giustificazione militare, i Gazawi non hanno una marina, da interdire e combattere, ma solo barche di pescatori ai quali si toglie così anche la possibilità di pescare un po’ di cibo. Un bravo a tutte le coraggiose persone della Flotilla.