Una mappa a livello internazionale su quali e dove sono le università che hanno revocato gli accordi di collaborazione con gli apparati israeliani. E’ una frattura nell’Occidente.
Per le giornate dell’1-2 e 3 giugno sono state convocate mobilitazioni e una assemblea nazionale per costruire l’opposizione che serve a partire dalle università
In tutto l’Occidente le università sono attraversato da un movimento inedito, che con manifestazioni, cortei, scioperi della fame, acampade, picchetti e variegate forme di lotta sta scuotendo gli atenei e le società occidentali. E non solo.
Dagli Stati Uniti alla Norvegia, dall’Irlanda alla Spagna, si registrano vittorie crescenti e pesanti, che riflettono non solo la forza delle proteste universitarie, ma anche l’influenza che queste hanno nei rispettivi paesi, nello staccare pezzi consistenti di comunità accademiche e società civili dalla narrazione delle classi dominanti. I media mainstream di queste vittorie non vi diranno nulla, e allora lo facciamo noi. E’ normale: sanno che la lotta a fianco del popolo palestinese, se si connette a un progetto di opposizione generale, può essere la scintilla che incendia la lotta nei paesi occidentali, così come fu 60 anni fa con il Vietnam.
Il 1 giugno con la mobilitazione nazionale contro il governo Meloni e il 2/3 giugno con l’assemblea universitaria nazionale uniamo le lotte e costruiamo l’opposizione che serve a partire dalle università!
Elenco principali vittorie del movimento delle università:
ITALIA
– TORINO: l’Università di Torino ha annullato la propria partecipazione al Bando MAECI, attraverso cui avviene la collaborazione con Israele
– BARI: il Rettore dell’Università di Bari, Stefano Bronzini, si è dimesso dal comitato scientifico di MedOr, fondazione dell’azienda militare Leonardo
– PISA: la Scuola Normale Superiore di Pisa, con una nota, ha chiesto di riconsiderare il Bando Maeci alla luce dell’ “inaccettabile forma di punizione collettiva della popolazione palestinese
– PALERMO: il Rettore dichiara che l’Università di Palermo non ci saranno accordi di collaborazione e scambio con atenei israeliani finché la Palestina continuerà a essere oggetto dell’occupazione israeliana
BELGIO:
– BRUXELLES: La Libera università di Bruxelles ha interrotto le collaborazioni con le università israeliane sull’intelligenza artificiale.
– GENT: L’Università di Gand (UGent), in Belgio, ha annunciato, il 17 maggio, la recisione dei rapporti con 3 istituzioni educative o di ricerca israeliane che, secondo quanto dichiarato dal rettore, “non sono più allineate con la politica sui diritti umani dell’ateneo” (https://www.sicurezzainternazionale.com/medio-oriente/belgio-universita-di-gand-recide-i-rapporti-con-3-istituzioni-educative-israeliane/)
NORVEGIA, quattro università norvegesi hanno recentemente interrotto i loro rapporti con le università israeliane:
– OSLO: L’Università di Oslo ha interrotto i legami con l’Università di Haifa.
– BERGEN: L’Università di Bergen ha cessato di collaborare con l’Accademia di arti Bezalel, così come la Scuola di architettura di Bergen.
– NOTODDEN: L’Università di Notodden ha interrotto i rapporti con l’Università di Haifa e l’Hadassah College di Gerusalemme.
– Anche l’Università della Norvegia del Sud-Est (USN) ha terminato i suoi accordi di cooperazione con l’Università di Haifa e l’Hadassah Academic College in Israele
EUSKADI:
– Universidad del País Vasco (UPV/EHU) blocca la creazione di un corso di cybersicurezza che prevedeva la collaborazione con l’Università di Tel Aviv e di esperti legati all’Esercito israeliano e successivamente, approva una dichiarazione “In appoggio alla Palestina di fronte alla catastrofe umanitaria a Gaza” in cui si impegna a rompere e non rinnovare accordi e collaborazioni con università e enti israeliani che non esprimono il rifiuto ai crimini contro l’umanità che si stanno compiendo in Palestina. (https://www.eldiario.es/euskadi/universidad-publica-vasca-rompe-relaciones-israel-aprueba-manifiesto-apoyo-palestina_1_11316306.html)
SPAGNA:
– La Conferenza dei Rettori (CRUE) che rappresenta 77 università pubbliche e private spagnole ha preso l’impegno di “rivedere e, se necessario, sospendere gli accordi di collaborazione con le università e i centri di ricerca israeliani che non hanno espresso un fermo impegno per la pace e il rispetto del diritto umanitario internazionale“.
CATALOGNA:
– BARCELLONA: L’università di Barcellona intera dichiara di aver sospeso “immediatamente e a tempo indeterminato” tutti i rapporti con israele e chiede all’UE e allo stato e alla Generalitat di sospendere tutte le collaborazioni e i finanziamenti con Israele (https://web.ub.edu/en/web/actualitat/w/universitat-clama-per-la-pau)
IRLANDA:
– DUBLINO: Il Trinity College di Dublino ha affermato che disinvestirà da tutte le società israeliane elencate nella lista nera delle Nazioni Unite. (https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/05/10/prime-vittorie-per-gli-studenti-pro-palestina-diverse-universita-si-impegnano-a-rivedere-i-rapporti-con-israele-e-industria-delle-armi/7543487/)
INGHILTERRA:
– YORK: l’Università di York ha confermato di aver disinvestito dalle compagnie di armi legate a Israele in seguito alle proteste studentesche (https://www.newarab.com/news/uk-university-divests-israel-linked-arms-companies).
AUSTRALIA:
– MELBOURNE: Il Royal Melbourne Institute of Technology University (RMIT) ha annunciato la fine del suo contratto con il produttore di armi israeliano Elbit Systems
STATI UNITI:
– RHODE ISLAND: La Brown University ha accettato di votare per il disinvestimento.
– WASHINGTON: L’Università di Washington ha deciso di migliorare la trasparenza del proprio portafoglio di investimenti e di incontrare i leader degli studenti per discutere su come affrontare il disinvestimento in futuro; All’Evergreen State College di Washington, gli amministratori hanno dichiarato l’8 maggio che un comitato inizierà a formulare strategie sul “disinvestimento da aziende che traggono profitto da gravi violazioni dei diritti umani e/o dall’occupazione dei territori palestinesi”.
– CALIFORNIA: Mike Lee, presidente della Sonoma State University (SSU), è stato sospeso per insubordinazione dopo aver pubblicato una lettera tramite cui annunciava l’istituzione di un Comitato consultivo degli studenti per la giustizia in Palestina incaricato di supervisionare alcune attività della SSU. La Sacramento State prevede il dis-investimento da “società e fondi che traggono profitto da genocidi, pulizie etniche e attività che violano i diritti umani fondamentali” e “non si impegnerà in alcuna attività o stipulerà alcun accordo che sia in conflitto” con la sua opposizione al genocidio, alla pulizia etnica e altre violazioni dei diritti umani. (https://contropiano.org/news/internazionale-news/2024/05/15/usa-prime-vittorie-della-mobilitazione-studentesca-0172438)
– MINNESOTA: l’Università del Minnesota ha accettato di divulgare informazioni sui suoi investimenti e di permettere agli studenti di presentare il tema del disinvestimento davanti al Consiglio dei Reggenti. (https://www.democracynow.org/2024/5/8/student_protests)
CANADA
– OSHAWA: L’Ontario Tech University di Oshawa ha dichiarato di aver raggiunto un accordo di disinvestimento, ponendo fine alle proteste nei campus contro gli investimenti legati all’esercito israeliano.
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