A Udine per la manifestazione di martedi 14 ottobre contro la partita Italia-Israele sono attese circa 10mila persone, nonostante si tenga in un giorno feriale. In varie parti d’Italia, sotto le sedi della Federazione Italiana Gioco Calcio, sono state organizzate iniziative a sostegno delle medesime rivendicazioni e, più in generale, questa mobilitazione, come tutta la mobilitazione a sostegno della popolazione palestinese, coinvolge uno strato di popolazione sempre più ampio e diversificato. Sono 358 le associazioni, forze politiche, sociali e sindacali che hanno aderito alla mobilitazione. Il concentramento per la manifestazione è alle 17.30 in Piazza della Repubblica.
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Qui di seguito il comunicato delle realtà promotrici della manifestazione:
Continuiamo a chiedere giustizia: la mobilitazione finirà con la fine dell’occupazione israeliana
Le immagini di festa che arrivano da Gaza non possono che essere accolte con grande gioia e invitare tutti a festeggiare l’attuale cessate il fuoco e la riduzione delle violenze di Israele. Tuttavia, la fine dei bombardamenti non può essere considerata una garanzia di pace e giustizia. Il piano di Donald Trump per Gaza presenta come generose concessioni quelle che in realtà sono garanzie imposte dal diritto internazionale (il rilascio dei prigionieri palestinesi, l’assistenza umanitaria ai palestinesi e gli impegni israeliani a smettere sfollamenti forzati e annessioni).

Inoltre, secondo 36 esperti legali e per i diritti umani delle Nazioni Unite, gli elementi chiave della proposta sono incompatibili con il parere della Corte internazionale di giustizia (Cig), che esorta Israele a porre fine all’occupazione illegale dei territori palestinesi.
Vengono infatti violati i principi fondamentali del diritto internazionale per 15 ragioni principali: dalla condizionalità del diritto all’autodeterminazione palestinese, alla sostituzione dell’occupazione con un controllo straniero mascherato, fino all’assenza di meccanismi di responsabilità per i crimini israeliani e al rischio di indebito sfruttamento economico di Gaza.
Per questo, la campagna di boicottaggio della partita Italia-Israele continua.
Consideriamo inaccettabile che la FIGC e il governo italiano normalizzino le politiche di un Paese che pratica da decenni, in maniera continuativa e strutturale, violazioni dei diritti umani.
Come accadde con il Sudafrica dell’apartheid, anche oggi il mondo dello sport ha il dovere di schierarsi: non può esserci neutralità di fronte all’oppressione.
Scenderemo quindi in piazza, come già programmato, perchè “Non basta un cessate il fuoco per tornare a giocare come se nulla fosse. Lo sport deve essere dalla parte della giustizia, non del genocidio e dell’occupazione, che, per il momento, continua a Gaza e in tutta la Palestina”.
Martedì a Udine sono attese migliaia di persone, con una forte presenza del territorio ma anche di realtà e singoli provenienti da tutta Italia.
Mentre cresce la mobilitazione popolare per chiedere giustizia e libertà per il popolo palestinese, le istituzioni locali e nazionali, che da lungo tempo approvano le violenze israeliane, cercano di creare un clima di paura e criminalizzazione attorno alla manifestazione.
A noi continua a spaventare solo una cosa: la complicità delle istituzioni unita all’indifferenza di chi ancora non sta prendendo posizione contro chi che per anni ha bombardato scuole e ospedali.
La retorica vuota della violenza e del terrore (che lo scorso 3 di ottobre ha colpito anche un gruppo di famiglie udinesi, ree di aver organizzato “lo sciopero dei bambini”) non dimostra altro che la loro preoccupazione di fronte a una mobilitazione ampia e trasversale.
Il 14 ottobre saremo nelle strade di Udine, come in tante altre città d’Italia, per dire che quanto sta facendo Israele non si cancella con un fischio d’inizio.
Continuiamo a fare nostra la richiesta della Federcalcio palestinese che non chiede un minuto di silenzio o un “gesto di pace” ai giocatori italiani, ma una presa di posizione netta nei confronti di chi commette crimini contro il proprio popolo e i propri sportivi.
Per questo chiediamo alla FIGC di boicottare la partita Italia–Israele e di ascoltare il grido che arriva dalle piazze: lo sport non può normalizzare l’apartheid e l’occupazione nè tanto meno un genocidio.
Gli organizzatori: Comitato per la Palestina Udine, Comunità Palestinese FVG e Veneto, Saalam Ragazzi dell’olivo Trieste, Calcio e Rivoluzione, BDS Italia.
Alla manifestazione hanno aderito 358 associazioni, forze politiche, sociali, sindacali
Foto di Patrizia Cortellessa
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