Sette anni fa nascevamo perché eravamo stanchi che al posto di un’alternativa ci fosse un’alternanza tra governi di destra e di centrosinistra, che nella sostanza portavano avanti le stesse politiche liberiste.
Eravamo stanchi che la politica fosse diventata una spartizione di poltrone e di poteri lontana anni luce dalle necessità reali della gente.
Siamo nati per lanciare una sfida: costruire un’alternativa popolare e indipendente dal bipolarismo, rompere la liturgia dei passaggi elettorali dove tutto cambia per non cambiare niente, e lottare contro questo sistema di oppressione.
Sette anni fa coglievamo la necessità di portare un’altra visione di mondo, e oggi la barbarie del presente la rende ancora più urgente: basta aprire le pagine dei giornali o parlare con le persone attorno a noi per rendersene conto.
Il genocidio in Palestina che continua nonostante la finta tregua di Trump. La complicità del nostro governo con il massacro, l’occupazione e l’apartheid.
La tendenza alla guerra e il progetto di riarmo europeo. L’aumento delle spese militari voluto dalla NATO e l’economia di guerra.
L’aumento esponenziale del costo della vita e i salari da fame.
I servizi sempre più inaccessibili e una manovra finanziaria lacrime e sangue alle porte.
Gli omicidi quotidiani sui posti di lavoro e le lacrime di coccodrillo di una classe imprenditoriale e politica cinica e assassina.
La repressione del dissenso in tutte le sue forme, dalla libertà di pensiero a quella sindacale.
Per questo vogliamo cambiare tutto.
Perchè vogliamo mandare a casa questo governo reazionario e bellicista, che a parole è ‘patriottico’ ma si inchina di fronte a Israele e alla NATO, e abbandona i suoi connazionali della Flotilla in mare.
Ma non crediamo nemmeno che turarsi il naso e votare il meno peggio sia la soluzione.
Infatti, mentre il governo italiano continua a inviare armi, aumenta le spese militari e finanzia Israele, il “campo largo” finge di indignarsi ma ha votato gli invii di armi in Ucraina e la missione Aspides.
Parlano di pace, ma finanziano la guerra e accettano il riarmo chiamandolo “diritto alla difesa”.
Parlano di Palestina ma ci hanno messo due anni per riuscire a riconoscere il genocidio in corso. E poi in Parlamento si astengono sul piano coloniale di Trump e sul piano locale non hanno il coraggio di boicottare e interrompere gli accordi con lo stato terrorista di Israele.
Il campo largo non è la soluzione ma parte del problema.
Il PD e i suoi satelliti hanno dimostrato di non essere un argine al neoliberismo, ma un suo ingranaggio. Hanno privatizzato, precarizzato, militarizzato. Hanno tradito il mondo del lavoro, ignorato le periferie, criminalizzato il dissenso.
Per questo vogliamo costruire un’alternativa che sia popolare, radicale, indipendente.
Le manifestazioni oceaniche delle ultime settimane e i due scioperi generali dell’USB che hanno bloccato il Paese, hanno dimostrato che questa alternativa non solo è necessaria ma è anche possibile.
Gli argini si sono rotti e tutti noi abbiamo la responsabilità che nel 2027 non si torni al balletto truccato tra finte alternative, ma costruire un blocco sociale e politico che si riprenda tutto quello che ci hanno tolto.
Per farlo abbiamo bisogno di tutti, di allargare l’alleanza che si è creata negli anni tra i lavoratori, gli studenti che occupano le scuole e i portuali che bloccano le armi, tra associazioni e sindacati conflittuali, per coinvolgere chi ormai non crede più alla politica come motore del cambiamento ma anche chi ha scioperato per la prima volta il 22 e il 3 ottobre, rompendo la disillusione.
Per questo vi invitiamo tutti sabato 25 ottobre a Roma, alle ore 10.00 al Cinema Aquila. Gli argini si sono rotti e non dobbiamo permettergli di ricostruirli e imbrigliare il fiume.
* Portavoci nazionali di Potere al Popolo
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Ta
L’idea secondo me può funzionare solo:
(a) coinvolgendo fin dal primo giorno nell’elaborazione del progetto i sindacati conflittuali che hanno reso concretamente possibile la mobilitazione contro il genocidio. La capacità di mobilitazione è indispensabile e l’USB ha dimostrato di averla. Quindi deve esserci, non a livello di «adesione», ma di organizzazione vera e propria del progetto.
(b) rivolgendosi in primo luogo a quel 50% dei cittadini che non votano. Molti di loro non votano proprio perché rifiutano già ora il «meno peggio». Portatene uno su dieci alle urne e siete già in parlamento.
bernardino marconi
Ora è necessario unire in una alleanza i partiti che si ritengono anticapitalisti in opposizione alle destre e al PD per cogliere il momento.
Mara
Perché la USB ed anche Potere al Popolo non erano presenti alla manifestazione di ieri a Roma indetta dalla CGIL contro il riarmo e contro la finanziaria che si sta varando in parlamento, inoltre. c’erano poche bandiere palestinesi.
Redazione Contropiano
perché era una manifestazione della sola Cgil e il tema Palestina non era tra le questioni sollevate… Se ne stanno preparando molte altre, un po’ più serie…