La vicenda del Passante AV di Firenze, il cosiddetto sottoattraversamento TAV, sta prendendo aspetti surreali; anche le persone non esperte di trasporti cominciano a porsi domande sempre più pressanti cui la politica non dà risposte.
Per questo motivo le principali associazioni ambientaliste hanno promosso una assemblea cittadina, sabato 12 novembre alle ore 15.00, al Parterre dove si è tentato di fare il punto della situazione.
Dopo un balletto in cui si sono fatte tutte le ipotesi più fantasiose in alternativa al progetto ancora in realizzazione – meno che quella che non prevede scavi – il partito di maggioranza in Regione e a Firenze ha deciso che si vada avanti a tutti i costi, su tutto, contro tutto, anche contro l’evidenza di un progetto che ha lacune enormi e non risolte.
Una cosa che riesce difficile capire è il motivo per cui la politica toscana si accanisca in maniera così feroce per scavare sotto la città. Addirittura si è arrivati, nei giorni scorsi, alla surreale chiamata di tutti i sindaci della Toscana perché difendano il Passante come “infrastruttura fondamentale per il sistema dei trasporti in tutta la regione”. Ma che benefici può avere il comune di Pisa, di Massa o di Arezzo se i treni passeranno sopra o sotto Firenze?
Questa assurda mobilitazione sa tanto di mossa disperata da parte di chi non sa più come muoversi mentre franano tutte le opere progettate. Anche l’arretramento del sindaco Dario Nardella, che a giugno aveva giustamente criticato il progetto sotterraneo, è comprensibile solo in un clima di ricatti incrociati, mentre il modello toscano appare sempre più fallimentare.
La più plausibile spiegazione è che esistano accordi non detti per cui qualcuno si è preso impegni cui non può rinunciare; per questo ci si accanisce insensatamente affinché si scavi, non importa dove.
Se così è Firenze e la Toscana sono ostaggio dei problemi interni della maggioranza che governa.
In questo quadro il silenzio del governo è estremamente negativo; ricordiamo che le FS sono una società per azioni totalmente controllata dal Ministero del Tesoro. Che questo Ministero controlli una società delle dimensioni delle Ferrovie – cui destina tutti gli anni molti miliardi di sovvenzioni – senza minimamente intervenire è un grave sintomo del livello patologico raggiunto dal sistema delle grandi opere inutili in Italia.
Nessuno nomina in questi giorni i costi che i lavori stanno raggiungendo, nessuno pare ricordare le parole del Presidente dell’ANAC Raffaele Cantone che ha parlato di altissimi aumenti dei costi; si continua a brandire l’argomento “penali” senza voler ricordare che in questi casi si è SEMPRE contrattato con i costruttori l’affidamento di altri lavori e che il problema non esiste.
Nel corso dell’assemblea sono stati ricordati anche gli errori di progettazione: il volume dei cedimenti è sistematicamente sottostimato rispetto alla letteratura scientifica esistente, sarebbero diverse migliaia gli appartamenti danneggiati dallo scavo; la falda è fortemente sbilanciata e a niente servono le famose mitigazioni. Nessuno ha mai risposto, nemmeno l’Osservatorio Ambientale, alla denuncia del grave errore di scavare con una sola fresa invece che con due; in opere dove sono previste due gallerie parallele si utilizzano sempre due frese contemporaneamente non per velocizzare i lavori, ma per evitare che i danni in superficie siano superiori del 50% come avviene nel caso di scavo differito.
È stato sommariamente illustrato lo scenario che emergerebbe da un potenziamento delle linee di superficie e dal possibile posizionamento della stazione AV nei pressi dell’attuale fermata di Statuto. Si avrebbe, con risorse economiche modeste, ma creando un gran numero di posti di lavoro, un servizio di tipo metropolitano in zone come la Piana (dove non esiste servizio di trasporto pubblico), nel Valdarno superiore e inferiore, in Mugello e Val di Sieve dove il trasporto regionale ha caratteristiche molto scadenti.
È stato anche stigmatizzato come un possibile potenziamento delle linee di superficie non è MAI nemmeno nominato, né da FS né dagli enti locali; una censura radicale e totale.
FAI
Italia Nostra
Legambiente
Rete dei Comitati in Difesa del Territorio
LAPEI (Laboratorio di Progettazione Ecologica degli Insediamenti), DiDA, UNIFI
Comitato No Tunnel TAV Firenze
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