Elezioni Consigli di Distretto idrici – un governo territoriale e decentrato del servizio idrico in Campania per evitare l’accentramento del potere sull’acqua.
Si è conclusa la prima fase della costituzione dell’Ente Idrico Campano, con l’elezione dei membri dei 5 Consigli di Distretto, elezioni nelle quali si è potuto verificare con mano il deficit democratico del modello istituzionale, tenuto conto che:
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I comuni commissariati non hanno potuto partecipare alle elezioni dei Consigli di Distretto e, grazie all’assurdo meccanismo elettivo, anche quando i commissariamenti si concluderanno con il rinnovo degli organi amministrativi, i sindaci eletti non potranno esercitare le funzioni relative al servizio idrico integrato fino al rinnovo degli organi dell’Ente Idrico Campano, ossia per 5 anni. Fanno parte di questa schiera comuni importanti come Pompei, Portici, Mercato San Severino, Marano di Napoli e molti altri di tutta la regione;
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molti sindaci non erano a conoscenza del meccanismo elettorale o non erano adeguatamente informati e pertanto non hanno partecipato al voto.
Perciò in termini di rappresentatività degli organi eletti si può affermare che i Consigli di Distretto non sono rappresentativi, considerati i comuni commissariati e mancata partecipazione al voto, di circa 1 su 5 della popolazione campana. Quindi, circa 1 milione di cittadini campani non saranno rappresentati per ben 5 anni nei Consigli di Distretto del costituendo Ente Idrico Campano. Avevamo denunciato già in sede di approvazione della legge regionale le gravi storture antidemocratiche del nuovo Ente Idrico, storture che puntualmente si sono ampiamente verificate.
Ciò detto, si scorgono alcuni elementi positivi, da sottoporre a verifica, quali la costituzione e l’allargamento della schiera dei rappresentanti che si richiamano al principio della gestione pubblica, e in particolare:
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la presenza di liste di comuni ispirate al principio dell’acqua pubblica nel Distretto Napoli e nel Distretto Sarnese Vesuviano, distretti che raccolgono più della metà della popolazione campana, con l’elezione di rappresentanti che si dichiarano apertamente a favore dell’applicazione dell’esito referendario;
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di conseguenza, il sostanziale fallimento del tentativo del duopolio PD – Forza Italia (che si erano approvati la legge su misura) di eliminare il dissenso e le voci autonome attraverso la restrizione democratica determinata da elezioni di secondo livello (Distretto) e terzo livello (Comitato Esecutivo ancora non eletto).
In tali risultati non si può non vedere il risultato del lungo e profondo lavoro e dell’impegno che da più di dieci anni i movimenti per l’acqua pubblica della Campania portano avanti.
Tuttavia, nel momento della costituzione materiale della struttura amministrativo-organizzativa dell’Ente Idrico Campano, anche nell’ottica dell’auspicabile superamento dell’Ente Idrico Campano con ritorno agli enti d’ambito territoriali con assemblee dei sindaci sovrane, appare necessario fin da subito determinare una organizzazione istituzionale-amministrativa decentrata dell’Ente Idrico Campano, sfruttando al massimo i margini concessi dalla legge, di modo che sia chiaramente riservata ai Distretti la completa competenza e sovranità istituzionale sulla gestione del S.I.I. nel territorio del distretto, ossia che sia esclusivamente riservata ai Distretti:
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l’individuazione della forma di gestione e del gestore del servizio idrico integrato nel distretto;
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l’approvazione del Piano d’Ambito, Piano Economico Finanziario, del Piano di Investimenti ed ogni altro atto costitutivo della gestione del SII previsto dalla disciplina nazionale in materia;
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l’approvazione della tariffa;
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la gestione dei rapporti con il gestore ed il controllo sullo stesso.
Per assolvere a tali compiti il Distretto deve essere dotato di struttura amministrativa autonoma adeguata alla necessità di assolvere il complesso delle competenze affidategli e che sia sottoposta al coordinamento funzionale ed all’indirizzo dei Consigli di Distretto stessi.
Al fine di evitare che il Comitato Esecutivo e la struttura amministrativa da esso dipendente interferiscano con le decisioni del Distretto e ne influenzino il libero esercizio appare necessario limitare le funzioni del Comitato Esecutivo:
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alla definizione ed alla regolazione delle sole questioni sovradistrettuali;
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alla sola definizione della componente tariffaria di base dipendente dai costi del complesso delle infrastrutture a rilevanza regionale e dagli investimenti ad esse relative, salvo il doveroso trasferimento della gestione delle stesse ai gestori distrettuali.
Con l’obiettivo di evitare fin da subito che vi sia un accentramento delle competenze amministrative e delle decisioni sull’acqua in capo al Comitato Esecutivo, si ritiene utile che i consiglieri eletti nei Consigli di Distretto approvino nella prima assemblea, oltre all’elezione del Coordinatore, anche una delibera di indirizzo per i futuri coordinatori di distretto e i futuri componenti del Comitato Esecutivo contente:
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la salvaguardia della sovranità decisionale dei Consigli di Distretto nell’organizzazione dell’Ente Idrico Campano per ciò che riguarda le decisioni relative al territorio di competenza;
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l’opposizione al gestore unico del Mezzogiorno e ad ogni progetto di accentramento regionale e sovraregionale della gestione del servizio idrico integrato.
La salvaguardia delle competenze territoriali nell’ottica della successiva disarticolazione dell’Ente Idrico Campano è fattore prioritario essenziale per stoppare l’accentramento dei poteri nonché la progressiva aggregazione gestionale regionale e sovraregionale.
Come ovvio, successivamente, si dovrà aprire la discussione sull’affidamento della gestione dell’acqua ad Enti Consortili di Diritto Pubblico con l’individuazione di forme di governo e gestione dell’acqua partecipate e democratiche nei vari ambiti/distretti nel rispetto della volontà referendaria.
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