A quasi due mesi dalla mobilitazione antifascista nel quartiere Magliana di Roma, sabato 5 novembre 2016, con 10 compagne-i per cui è stato confermato l’arrestato, e altri 36 denunciati a vario titolo, la repressione orchestrata dalla Questura di Roma punta a colpire anche dal punto di vista pecuniario antifasciste e antifascisti.
Come rende noto il blog del collettivo Militant, “…il castello accusatorio del Pm ha perso un importante pezzo, concorrendo a decostruire parte della narrazione deforme e sproporzionata che questi aveva esposto rispetto alla giornata: il Tribunale in questione ha infatti escluso la sussistenza dell’ipotesi di reato di devastazione e saccheggio poiché, appunto, sproporzionata rispetto alla rilevanza dei danni materiali che si suppone siano stati arrecati dal corteo; nonostante ciò, restando in piedi le ipotesi di reato residuali, a tutti i ricorrenti è stata imposta la misura cautelare presso il domicilio. Da allora tre compagni continuano ad essere privati della loro libertà……nel contempo, ormai circa un mese fa, sono state notificate a più di un centinaio di compagni (tra cui praticamente tutto il nostro collettivo) verbali di accertamento di violazione amministrativa, redatti peraltro in maniera generalizzata per tutti i “contravventori” e adducendo motivazioni sommarie a riguardo, per “aver impedito ed ostacolato la libera circolazione per le vie di Magliana durante il corteo”, violazione che prevede la comminazione di una sanzione tra i 2582,28 euro e i 10329,14 euro. E’ evidente che l’operazione, sommata agli atti di costituzione di parte civile avanzate dagli agenti delle Forze dell’ordine, mira a fungere da repressore per il passato e da deterrente per il futuro, come già si è avuto modo di notare in altre occasioni, facendo leva, non solo e non principalmente attraverso le implicazioni e le conseguenze penali che potrebbero scaturire a seguito di processi che si protraggono spesso per molti anni, ma riservando importanti conseguenze economiche sicuramente più rapide, certe e personalmente afflittive…“.
Il collettivo Militant, ha lanciato anche una campagna di solidarietà economica, sia attraverso Paypal che tramite la vendita di magliette benefit con la scritta “L’antifascismo non si processa”.
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