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Solidarietà al compagno Michele Franco

Il Laboratorio Comunista Casamatta (LCC) esprime totale solidarietà al compagno Michele Franco, noto esponente della Rete Dei Comunisti (organizzazione con cui abbiamo collaborato pubblicamente con la partecipata iniziativa del 1° dicembre scorso, sul no di classe al referendum costituzionale) e compagno storico della nostra città, vittima il 25 dicembre scorso di una brutale ed insensata aggressione, di vero stampo squadrista.
La nostra solidarietà e sostegno va ad un compagno che, a nostro avviso, svolge un ruolo positivo nel complesso del movimento di lotta, molto attivo anche sul fronte sindacale con il suo lavoro all'interno dell'USB e del quale rappresenta numerosi lavoratori e lavoratrici. Anche a loro è rivolto il nostro sostegno.
L'aggressione sarebbe scaturita da gravi, quanto fumose e farneticanti accuse di “deviazione dalla linea rivoluzionaria” da parte di un gruppo di persone che impropriamente si ergono a “giustizieri del proletariato”, senza considerare che parlano a loro stessi e che azioni del genere non fanno altro che creare problemi illusori all'interno delle fila del proletariato.
Questi personaggi già nel recente passato si sono palesati con analoghe e violente aggressioni. Vogliamo ricordare, in particolare, quanto accaduto alla mensa occupata qualche mese fa proprio ai danni di Michele e del nostro compagno Massimo Amore. Già allora ci facemmo promotori di un'assemblea pubblica che mirava a fare chiarezza su episodi di tale matrice e spingesse le forze politiche e sociali della nostra città a prendere posizione in merito, con lo scopo di isolare tali elementi e adottare una pratica politica unitaria.
Evidentemente quella è stata un'occasione persa per noi tutti. Se a distanza di poco tempo si sono ripetuti tali episodi significa che dobbiamo tirare le somme di quanto emerso in quella situazione e viaggiare in una direzione diversa. Per giunta, cosa grave, si sono sentiti legittimati a farlo, rivendicandosi quanto fatto e annunciando pubblicamente che continueranno a praticare queste azioni.
Tutto ciò deve fungere da stimolo per farci riflettere sulla situazione in corso. La profonda crisi del sistema capitalista ci mette di fronte ad una realtà sempre più abbrutita e reazionaria (la classe dominante mobilita le masse e la classe contro i suoi stessi interessi per deviarle dalla lotta di classe. Questo è il terreno principale con cui tiene a bada le spinte rivoluzionarie). In questo contesto emerge fortemente la debolezza del movimento comunista che, mai come in questa fase storica, deve fare i conti con le derive soggettiviste e settarie, che attanagliano le sue fila. Fatti come quelli che sono successi a Michele e a Massimo lo dimostrano ampiamente e ci mettono nella condizione di individuare la strada: sviluppare un sano dibattito, elevandolo nella forma e nei contenuti e che sia presupposto di comuni pratiche di lotta contro il nemico di classe. Senza questi presupposti si rischia di perseguire strade fuorvianti e minare, invece, quanto di positivo è stato prodotto dal movimento di lotta e di resistenza, continuando a protrarre la logica della guerra tra bande.
Riteniamo doveroso, quindi, prendere le distanze e chiamare ad una riflessione collettiva sui metodi che talvolta vengono adottati per sviluppare il dibattito, specie da determinate organizzazioni. In alcuni casi dalla critica politica si scade nel personalismo becero (schiacciando sugli individui tutto il male che la società produce). Questo modo di fare, accompagnato da contenuti quasi sempre per la presunta verità rivoluzionaria, vanno a giustificare e legittimare determinate azioni e folli atteggiamenti, producendo sempre più effetti sociali estremamente dannosi.
Finora Michele e Massimo, domani a chi toccherà? Che sia questa l'occasione per promuovere e adottare uno spirito politico più costruttivo, promuovendo metodi di confronto teorico e pratico sani tra compagni!
Episodi del genere non solo ci fanno perdere tempo in quanto deviano dalla vera sostanza della lotta di classe, ma acuiscono una frammentazione sterile, che produce lassismo verso questioni di carattere reale che ancora non vengono affrontate adeguatamente. E questo il movimento di lotta e di resistenza non se lo può permettere. In particolare nella nostra città, terza metropoli del paese e capitale del meridione. Occasioni del genere le dobbiamo trasformare, quindi, in un impulso per analizzare meglio quanto ci circonda. Nel nostro caso l'operato della giunta De Magistris, al suo secondo mandato, e gli effettivi bisogni del proletariato urbano e delle periferie (tutto il contesto dell'area metropolitana). Verificare quanto concretamente è stato fatto finora da questa amministrazione (a fronte di quanto ha dichiarato di voler fare) è utile per procedere con lo sviluppo di una politica determinante per la trasformazione dello stato di cose cittadino. Gli spunti di riflessione su quanto il movimento di lotta cittadino sta producendo in città non mancano e da questi bisogna partire.
Per queste ragioni raccogliamo l'invito rivolto dai compagni della Rete per una pubblica assemblea sulla situazione e chiamiamo tutte e tutti a parteciparvi, giovedì 12 gennaio ore 17.00 presso l'Asilo Filangieri!
La solidarietà è un'arma, usiamola.
Le compagne e i compagni del Laboratorio Comunista Casamatta.

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