E' in corso, presso il tribunale di Catania, un processo penale nei confronti di 14 lavoratori precari dell' Istituto musicale "Vincenzo Bellini", che, la mattina del 3 novembre 2009, senza la presenza dei sindacalisti delle loro sigle sindacali d'appartenenza, hanno occupato l'edificio del conservatorio.
I lavoratori, con l'occupazione intendevano attirare l'attenzione delle istituzioni locali e regionali sulla loro situazione contrattuale anomala , che, per alcuni di essi, era già ventennale. Si tratta di lavoratori che svolgevano, ed alcuni continuano ancora a svolgere il ruolo che nella scuola pubblica si definisce come personale ATA, con l'aggiunta, che, spesso, sono stati utilizzati come autisti per accompagnare dirigenti del conservatorio musicale: particolare, da non trascurare, a loro, competeva e compete il servizio non armato di vigilanza notturna . Ma, non è finita. Il datore di lavoro non è, l'Istituto dove lavorono.
Sono stati dipendenti di enti-carrozzoni, come la comunale Multiservizi e la provinciale Pubbliservizi.
Finito il mandato alle partecipate, sono subentrate varie cooperative, attraverso bandi di gara e protocolli "fantasiosi". Ed era alla prima gara d'appalto, che otto anni fa, i precari tutto-fare dell'Istituto "Bellini" avevano risposto con l'occupazione, per chiederne l'annullamento e la stabilizzazione presso la Pubbliservizi srl, partecipata che aveva raggiunto precedentemente con gli stessi lavoratori una sorta di "patto" per la stabilizzazione, accordo, evidentemente, diventato carta straccia.
Sconfitti e abbandonati a se stessi, nonostante le passerelle di esponenti politici di tutte le salse, i lavoratori hanno subito la gara d'appalto, vinta da una società cooperativa di Napoli, con la conseguente diminuzione delle ore lavorative, e, negli anni, con i licenziamenti.
E due anni fa, come un fulmine a ciel sereno, la comunicazione, ai 14 lavoratori di essere sotto processo, denunciati dall'Istituto musicale per l'occupazione del 3 novembre 2009, colpevoli di interruzione di pubblico esercizio e altri reati, tutti penali. Raggiunto dalla comunicazione anche uno dei lavoratori nel frattempo deceduto.
Ieri, si è svolta l'ennesima udienza del processo, con l'ascolto di testi della difesa. Il 20 marzo, è stato decisa, dalle parti, l'udienza definitiva. Al di là del risvolto giudiziario, la lunga e dolorosa vertenza di queste lavoratrici e di questi lavoratori, madri e padri di famiglia, quasi tutti oltre i 50 anni di età, dimostra chiaramente cosa significa per i lavoratori non avere una rappresentanza sindacale di classe.
E non è un caso, che qualcuno di essi, incomincia a seguire le attività dell'USB…
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa