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7 aprile 2017. La salute non è in vendita: insieme per la salute in ogni paese in Europa

Sostengono gli autori dell’articolo pubblicato sul “British Medical Journal” nel 2011 dal titolo The assault on Universalism: “La crisi economico finanziaria viene utilizzata in tutti i paesi europei per distruggere i sistemi di welfare”. E come Naomi Klein ha ripetuto in molte differenti situazioni “… quelli che si oppongono al Welfare State non sprecano mai una buona crisi”.

Non si può negare che povertà e disuguaglianza stanno crescendo, che un quarto della popolazione è a rischio povertà, ma la cura dell’Unione con le politiche di austerità, sta provocando ulteriori danni sociali.

In Europa lo stato di salute della popolazione è peggiorato, con un aumento delle morti premature per inquinamento, 491.000 a livello europeo di cui 84.400 solo in Italia.

Per il 75% lo stato di salute dipende da determinanti: cibo, ambiente, educazione, lavoro, cultura… tutte sotto attacco dalle politiche europee per il peggioramento delle condizioni generali di vita.

Ma anche il diritto ad essere curati è sempre più messo in discussione: ogni giorno piccoli ospedali e servizi territoriali sono chiusi, la lista d’attesa per visite e esami si allunga, le condizioni di lavoro dei medici e degli operatori peggiorano, l’accesso a servizi di qualità e per tutti non è più garantito a migliaia di persone, anche a causa di esosi ticket. Vengono razionate anche le cure di provata efficacia come nel caso dell’epatite C: la salute viene vincolata a logiche di bilancio, come previsto dalla modifica dell’art 81 della Costituzione con l’introduzione del pareggio in bilancio, che ha la priorità rispetto all’art 32 della stessa Costituzione che sancisce il diritto ad una sanità universale e gratuita.

Questa realtà è presente in molti paesi europei e non è una fatalità! E’ solo la conseguenza di politiche perseguite dai vari governi e dalle istituzioni europee con un obiettivo chiaro: vendere la nostra salute privatizzandola.

Per questo motivo e con modalità diverse da paese a paese il servizio pubblico si riduce o viene distrutto completamente e ciò avviene togliendo le risorse umane e i finanziamenti necessari per il suo buon funzionamento. In Italia in dieci anni sono stati  tagliati 45 mila posti letto portando l’Italia sotto la media europea. E in Toscana con la delibera 1235 del 2012, addirittura sotto la media italiana: 3,15 posti letto ogni 1000 abitanti, a fronte della media di 3,70 nel resto d’Italia. Nel settore pubblico il taglio dei posti letto è stato più del triplo del taglio nel privato: e con il taglio dei posti letto  i Pronto Soccorso sono al collasso.

Dal 2009 al 2015 la sanità pubblica ha perso 40.364 dipendenti, 10.444 solo nell’anno 2015. In Toscana poi la legge di controriforma della sanità portata avanti dalla giunta di Rossi ha ulteriormente depauperato di risorse umane i servizi sanitari, prevedendo ulteriori 2000 esuberi  (con il prepensionamento), che non verranno sostituiti.

Contemporaneamente viene incentivato l’ingresso in sanità di gruppi privati, proliferano le coperture sanitarie assicurative private, che vengono inserite anche nei contratti collettivi di lavoro, il cosiddetto welfare contrattuale, assistenza sanitaria integrativa e previdenza complementare.

Questi attacchi portano inevitabilmente a due tipi di sistema: un servizio sanitario pubblico per i meno abbienti e una sanità privata per chi se la può pagare.

Queste politiche sono accompagnate da una propaganda ridondante secondo cui il privato sarebbe più efficiente e meno caro. Ma i dati smentiscono questa favola: i paesi che hanno adottato una sanità pubblica spendono meno e i loro cittadini godono di maggiore tutela e di maggiori cure. Nei paesi come  gli Stati Uniti dove la privatizzazione  del settore socio sanitario è più avanzata, il sistema sanitario assorbe  fino al 16% del PIL e è fra i peggiori con l’esclusione dalla cure di 50 milioni di persone.

Domandiamoci allora a chi conviene privatizzare e commercializzare la salute. Sicuramente all’industria farmaceutica e delle apparecchiature sanitarie, alle assicurazioni private, ai grandi gruppi di cliniche private e di case di riposo che fanno profitti con i soldi di ciascuno di noi (tickets, compartecipazione alla spesa, rette).

L’attacco alla salute e la sua privatizzazione sta incidendo pesantemente anche sulle condizioni di lavoro di chi lavora in sanità, con turni massacranti e negazione di diritti come ferie, dovuti anche alla carenza di personale, con l’aumento del precariato, il lavoro interinale, i tirocini non retribuiti, le partite IVA, i tempi determinati. Il ricorso alle esternalizzazioni con gli appalti al massimo ribasso, oltre a ripercuotersi sui lavoratori del settore, con sempre maggiori tagli di ore, mette a rischio la qualità di molti servizi: basta pensare che l’esternalizzazione dei servizi di pulizia negli ospedali ha fatto aumentare le infezioni contratte in ospedale, di cui si ammalano anche gli operatori stessi. Inoltre l’aumento dell’età pensionabile sta sottoponendo questi lavoratori ad un’esposizione prolungata ad un lavoro che di per sé ha le caratteristiche del lavoro usurante.

In tutta Europa, movimenti e organizzazioni si stanno battendo  per salvaguardare la salute pubblica: per un finanziamento del sistema adeguato e il rifiuto della sanità integrativa, per l’attenzione ai determinanti sociali della salute (lavoro, reddito, educazione, ambiente), per il rifiuto della monetizzazione della salute (che in Italia vuol dire ticket, intramoenia, esose rette nelle RSA…), per il potenziamento dei servizi di cure primarie (servizi territoriali, consultori…),  per migliori condizioni di lavoro degli operatori sanitari.

Per contrastare questa deriva e queste politiche che in vario modo stanno portando a dismettere in tutta Europa i sistemi di protezione sociale e la sanità, si è costituita negli ultimi anni la Rete contro la privatizzazione e la commercializzazione della salute, che ha lanciato per il 7 aprile una giornata di mobilitazione europea.

A Firenze sono previsti presidi e volantinaggi davanti  ai poli  ospedalieri e una manifestazione regionale il pomeriggio:

Ore 16:00 CONCENTRAMENTO piazza Duomo, davanti sede della Presidenza della Regione Toscana

Ore 16:30 CORTEO sino a Piazza San Lorenzo,con sosta davanti all’ospedale di Santa Maria Nuova

Ore 17:00  presidio in piazza San Lorenzo con microfono aperto

Ore 19:00 SPETTACOLO TEATRALE  “Il matto, la crisi e la luna” a cura del gruppo teatrale “Fra(m)menti di luna verde”

 Ore 20:00 MUSICA DAL Vivo

DIRITTI SOCIALI E AMBIENTALI PER TUTT@ – SALUTE E ACCESSO UNIVERSALE ALLE  CURE
#healthforall – #salutepertutt@ -# santèpourtous
www.europe-health-network.net
https://www.facebook.com/groups/825461600860734/

 

da http://www.perunaltracitta.org

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Il volantino:

Insieme per la salute in ogni paese in Europa
7 APRILE 2017
Ogni giorno piccoli ospedali e servizi territoriali sono chiusi, la lista d’attesa per visite e esami si allunga, le condizioni di lavoro dei medici e degli operatori peggiorano, l’accesso a servizi di qualità e per tutti non è più garantito a migliaia di persone.
Questa realtà presente in molti paesi europei non è una fatalità! E’ solo la conseguenza di politiche perseguite dai vari governi e dalle istituzioni europee con un obiettivo chiaro: vendere la nostra salute privatizzandola.
Per questo motivo e con modalità diverse da paese a paese il servizio pubblico si riduce o viene distrutto completamente togliendo le risorse umane e i finanziamenti necessari per il suo buon funzionamento.
Questi attacchi portano inevitabilmente a due tipi di sistema: un servizio sanitario pubblico per i meno abbienti e una sanità privata per chi se la può pagare.
Queste politiche sono accompagnate con una propaganda ridondante secondo cui il privato sarebbe più efficiente e meno caro. Peccato che i dati smentiscono questa favola: i paesi che hanno adottato una sanità pubblica spendono meno e i loro cittadini godono di maggiore tutela e di maggiori cure.
Domandiamoci allora a chi conviene privatizzare e commercializzare la salute?
Sicuramente all’industria farmaceutica e delle apparecchiature sanitarie, ai grandi gruppi di cliniche e di case di riposo private.
Questi fanno profitti con i soldi di ciascuno di noi (tickets, rette). E sicuramente alle assicurazioni private, che vengono introdotte anche nei contratti di lavoro.
Per contrastare questa deriva noi, e tutti i difensori di una sanità pubblica di qualità, solidale, gratuita e universale lavoriamo per delle politiche alternative:  per un finanziamento del sistema adeguato, per la scelta di servizi di cure primarie, per l’attenzione ai determinanti sociali della salute (lavoro, reddito, educazione, ambiente), per i farmaci generici. I cittadini devono poter contare e potere decidere le priorità per tutelare la salute e non devono permettere il profitto dei privati.
In tutta Europa, movimenti e organizzazioni si battono per salvaguardare la salute pubblica. Contro un futuro che ci viene imposto noi diciamo:
Salute per tutte/i e accesso universale alle cure. Diritti sociali, economici, culturali e ambientali per tutte/i.
#healthforall – #salutepertutt@ – # santèpourtous

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