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Valle d’Aosta. Il lato criminale di un'”autonomia” ridicola

1- Lavevaz (Union Valdôtaine – Presidente della regione):”È importante fare chiarezza sul perché siamo nella zona rossa. Stiamo facendo dei ragionamenti per calare il DPCM nella realtà del nostro territorio“.

2- Manfrin (Lega) “E’ una giornata triste per la Valle d’Aosta, che patisce una chiusura dettata da chi, a centinaia di chilometri di distanza, non ha la minima cognizione della nostra realtà“.

3- Baccega (Pour l’Autonomie – fino a un mese fa, assessore alla Sanità): “È fondamentale che si alzi la voce con il Governo nazionale: bisogna capire perché per noi è stata adottata una scelta così forte. Dobbiamo chiedere quello che ci spetta: la nostra Autonomia deve essere preservata“.

E intanto oggi altri 7 morti, l’ospedale di Aosta è praticamente diventato un ospedale covid dove non c’è quasi più posto, la clinica convenzionata di Saint Pierre è al completo, stanno per spostare gli anziani dalla micro-comunità di Variney per convertirla in reparto ospedaliero, il personale sanitario è insufficiente, i tamponi sono indietro, i tracciamenti non esistono, i dati da mandare al ministero non sono stati inviati.

La nostra realtà locale” è questa. E non ci sono solo camosci e marmotte lungo i sentieri, ma anche muli.

Dalla zona rossa è tutto.

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