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Cosenza. Se c’è bisogno, la casa si occupa!

Giornata di intensa mobilitazione politica per il Comitato Prendocasa

Occupati contemporaneamente due stabili

Il primo palazzo è un’ex clinica privata nella centralissima via della movida cosentina via Santa Teresa

Un’occupazione simbolica per dimostrare che se solo vi fosse la volontà politica di affrontare strutturalmente l’emergenza casa, sul territorio bruzio non vi sarebbero persone in mezzo ad una strada.

Invece si continua ad affrontare il bisogno casa in termini speculativi arricchendo attraverso affitti milionari i palazzinari di questa città senza aggredire strutturalmente il problema.

L’occupazione di santa teresa è stata smobilitata nel giro di qualche ora per lasciare spazio all’occupazione abitativa dell’ex hotel centrale

Di seguito il comunicato e qualche foto

Nella città del malaffare, occupare è CENTRALE

Il 2017 sta per chiudersi e il clima che si respira nel nostro Paese è tutt’altro che festoso. I governi illegittimi che si sono susseguiti negli ultimi anni hanno ingaggiato, infatti, una forsennata lotta, di cui Marco Minniti è stato l’ultimo alfiere, contro chi vive in condizioni di povertà, precarietà e sfruttamento. Migliaia di uomini e donne, in tutta Italia, convivono ogni giorno con il dramma dell’emergenza abitativa. Senza un tetto sulla testa, però, non c’è dignità. A Cosenza, come in Italia, i dati sono sempre più impietosi: 8 milioni e mezzo di case e appartamenti sottoutilizzati, di cui quasi 7 milioni effettivamente vuoti.

A Cosenza, nello specifico, ci sono oltre 20mila stanze vuote (500mila in Calabria) che potrebbero tranquillamente risolvere il bisogno abitativo di migliaia di persone, mentre in provincia ogni anno avvengono oltre 1200 sfratti. Nella nostra regione, 1 alloggio su 4 è vuoto o sottoutilizzato. Di fronte a questi drammatici dati, la risposta delle istituzioni, tanto a livello nazionale quanto locale, è assolutamente inefficace. Le misure di sostegno al disagio e alla povertà sono, da decenni, terreno di speculazione e profitto per palazzinari e lobbies nonché merce di scambio per la costruzione di clientele politiche. Oliverio e Musmanno attraverso i bandi per l’edilizia sociale hanno regalato milioni di euro pubblici ai soliti noti sedicenti costruttori, reali palazzinari. E che dire dei quasi 150 milioni di euro dei fondi Ex Gescal, destinati all’edilizia residenziale pubblica e letteralmente scomparsi nel nulla? O, ancora, del Piano Casa regionale, anni luce lontano dalla drammatica realtà sociale che migliaia di calabresi sono costretti a vivere ogni giorno?

Di fronte a questo stato di cose, intendiamo riaffermare il nostro diritto a riprenderci ciò che ci spetta, quello alla casa in primis. Per questo, stamattina, abbiamo liberato dal degrado e dall’abbandono l’Hotel Centrale, uno dei simboli più evidenti della speculazione e della cementificazione selvaggia, da oggi casa per 50nuclei familiari,uomini donne e bambini,italiani e migranti. Costruito da Mimmo Barile con i soldi dei calabresi, chiuso da anni, vandalizzato, ma ancora centro di interessi particolari. Mimmo Barile, uno dei tanti truffatori di professione, ha utilizzato la carriera politica per arricchirsi raggirando cittadini e istituzioni.

A dirlo, oltre a noi, sono i tribunali. Barile è solo uno dei tanti palazzinari, cui la politica ha regalato la nostra città, letteralmente sventrata e devastata dal cemento e dai giochi di potere. Volto della destra radicale cittadina è stato, su scelta di Scopelliti, numero uno della Fondazione Innovazione Locale Disegno del Territorio (FIELD), organismo in house della Regione Calabria la cui funzione istituzionale consiste nell’emersione dei rapporti irregolari e nella realizzazione nel territorio calabrese di finalità di crescita e solidarietà sociale. Barile, paradossalmente, è stato condannato per aver distratto mezzo milione di euro della fondazione per soddisfare esigenze esclusivamente personali.

Le priorità delle cosentine e dei cosentini non coincidono con quelle della politica e del malaffare, non saranno mai le grandi, inutili e dannose opere o i vuoti proclami di un’amministrazione comunale sorda ai reali bisogni dei cosentini. Occupare non è un atto illegale, ma una pratica di dignità che coinvolge centinaia di donne e uomini, italiani e migranti.

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