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Cosenza. Le occupazioni non si toccano, Prendocasa non si sgombera

Le politiche ultra liberiste degli ultimi decenni hanno inasprito la forbice della disuguaglianza sociale nel nostro paese, producendo un aumento vertiginoso delle povertà.  L’Italia registra oggi un triste primato (seconda sola alla Grecia in termini percentuali) con oltre 17 milioni di persone a rischio povertà, pari a quasi il 30% della popolazione.

Nella nostra amara Calabria, costretta atavicamente in una condizione di povertà e marginalità, la crisi economica ha incrementato la condizione di indigenza di migliaia di famiglie. La stima sugli sfratti è la cartina di tornasole di tale situazione. 

1200 sfratti all’anno nella nostra provincia, significano 1200 famiglie che ogni anno non sono più capaci di far fronte al pagamento del mutuo e dell’affitto. Significa 1200 famiglie sbattute in mezzo ad una strada.  1200 famiglie private del presente e della prospettiva di un futuro. E questi numeri non tengono assolutamente in conto gli sfratti non “convenzionali”, quelli che non passano x le vie “legali”, quelle che riguardano i fitti in nero.

Lo smantellamento dello stato sociale ha determinato la fine di quel sistema di tutele che nei decenni passati garantiva certi margini di sopravvivenza alle persone in difficoltà economiche. Oggi, nonostante si registri un aumento vertiginoso delle quote di persone non garantite, (migranti, profughi, disoccupati, inoccupati cronici, licenziati, precari, ai quali si aggiungono anche quote di ceto medio spinte in basso dalla crisi) cresce la ricchezza concentrata nelle mani di sempre più ristrette famiglie capitaliste e nel nome e per conto dei loro interessi e di quelli dell’unione europea e del capitale finanziario si continua nelle politiche di macelleria sociale contro proletari e sottoproletari vecchi e nuovi. 

Ma non è la lotta alla povertà il paradigma che caratterizza l’agire dei nostri governi, ma la lotta ai poveri.

Non è la tutela dei settori sociali più deboli il centro dell’intervento delle istituzioni, ma la loro criminalizzazione. 

L’obiettivo è chiaro: cancellare dagli occhi delle persone “per bene” quelle quote sociali “improduttive”? 

Cosa rappresentano i pogrom contro i migranti fuori dalle stazioni, la caccia al nero ai semafori o fuori dai negozi, i manganelli contro gli operai che presidiano le fabbriche, i respingimenti in mare, la chiusura dei porti, la licenza di uccidere in difesa della proprietà, lo sgombero di intere famiglie dalle loro case, se non la volontà politica di cancellare e criminalizzare quanti rivendicano il diritto sacrosanto a vivere. 

Solo di pochi giorni fa l’omicidio di Soumaila, un nostro compagno e militante sindacale attivo nelle lotte del bracciantato nelle piana di Gioia. Un omicidio razziale derubricato dalle tv al gesto di un folle che difendeva la sua proprietà ma che in realtà evidenzia quanto sia attecchita tra le quote autoctone la logica della competizione tra poveri che è solo funzionale a garantire gli interessi dei ricchi.

Oggi è il Diritto a vivere ad essere messo in discussione dalla politiche neoliberiste finalizzate invece al far morire. Far morire tutte quelle quote di persone che non rientrano nei canoni del loro ordine, siano bianche nere o a pois. 

Le minacce di sgombero delle occupazioni  di Prendocasa di Via Savoia e dell’hotel centrale si inseriscono appieno in questa dinamica.

Nella città della bellezza la povertà va nascosta. Nella città del malaffare vige solo la loro legge. 

Cosa importa peró agli uomini di legge e di potere se finiranno in mezzo ad una strada centinaia di uomini donne e bambini. Cosa importa se queste persone perderanno quel minimo di equilibrio che hanno dato alle loro esistenze in questi ultimi mesi. Cosa importa loro se le decine di bambini rimarranno traumatizzati dall’essere cacciati via con la forza o dal vedere i loro amici più grandi e i loro genitori essere picchiati dalla polizia.

Niente. Non importa niente, l’importante è ristabilire la legalità e non scontentare gli amici che su quegli stabili hanno interessi o che da questa faccenda trarranno più o meno direttamente beneficio.

Da anni Prendocasa si batte contro le politiche scellerate che le istituzioni mettono in campo relativamente alla questione dell’abitare denunciando la gestione malaffaristica dell’Aterp e i milioni regalati della giunta di Oliverio e di Musmanno agli amici imprenditori e palazzinari con i bandi per l’edilizia sociale o i regali di Occhiuto ai compari Pianini e Scarpelli che detengono le proprietà sugli stabili dell’emergenza abitativa.  

Una legalità a senso unico. Il loro senso. 

Se questa è la legge noi preferiamo l’illegalità.

Noi stiamo con Prendocasa e con gli occupanti di via savoia e dell’hotel centrale, senza se e senza ma.

Le occupazioni non si toccano

Guai a chi ci tocca

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