La crisi del sistema economico capitalista internazionale si acuisce. I centri dei poteri economici, finanziari e politici dei gruppi imperialisti (USA, UE, NATO, FMI, BCE) spingono gli stati verso politiche di guerra e di austerità a scapito delle masse sfruttate. In Italia queste politiche, come negli altri paesi, hanno prodotto leggi massacranti (Jobs Act, Buona Scuola, Sblocca Italia, Fornero,) che negano principi costituzionali quali il lavoro, la salute, l’istruzione, la previdenza, la casa, l’ambiente sano, le libertà di espressione, di dissenso, di sciopero, di movimento degli immigrati. E’ a causa di questa situazione che le lotte sociali e politiche si moltiplicano e segnano, anche con un NO referendario contro la riforma Renzi, il distacco sociale di massa dalle classi dirigenti al potere. Ma con la conflittualità popolare si sviluppano anche le politiche repressive. Decine di miglia sono i procedimenti giudiziari accumulati nei tribunali dei padroni contro chi si organizza, resiste e lotta (lavoratori, disoccupati, studenti, donne, pensionati, immigrati). Sono ormai all’ordine del giorno arresti, fermi, denunce, condanne penali e amministrative, carcere, obblighi di dimora, di firma, multe. I reati di estorsione già da un po’ fioccano per criminalizzare chi lotta per imporre tavoli di contrattazione. Ad inasprire la repressione giunge ora il decreto sulla “sicurezza urbana” varato dal governo Gentiloni che allarga l’uso del DASPO (divieto di accedere alle manifestazioni sportive) anche contro i manifestanti delle lotte sociali e politiche. Naturalmente anche la “guerra al terrorismo islamico” diventa un pretesto per estendere i lager (i CIE ora CPR) in cui detenere più a lungo gli immigrati da espellere, quando non più utili ai padroni per il lavoro nero. Ma il ventaglio delle misure repressive in Italia fa il paio con il permanere di palesi violazioni dei diritti umani come dimostra l’impunità del reato di tortura, l’assenza del numero identificativo degli agenti delle forze di polizia liberi di massacrare manifestanti, l’inasprimento delle condizioni di carcerazione che negano i diritti dei detenuti a 41bis (uno su tutti è il divieto, confermato dalla Cassazione, di avere più di tre libri in celle di isolamento assoluto).
Contro questa deriva autoritaria e repressiva dei governi padronali occorre organizzare un fronte di lotta comune. Occorre coordinare stabilmente le lotte per rafforzarle ed estendere la resistenza alla repressione. Occorre sviluppare la coscienza collettiva dei propri diritti, della legittimità delle lotte anche quando travalicano il codice penale e civile borghese. Rafforziamo la solidarietà costituendo concretamente casse di mutuo soccorso. Con questi obiettivi invitiamo i movimenti di lotta, gli organismi politici e sindacali a partecipare e a contribuire al dibattito con analisi e proposte concrete.
Promuovono: Laboratorio Politico Iskra; Laboratorio Comunista Casamatta; Rete dei Comunisti
Aderiscono: Collettivo 48OHM Pomigliano d’Arco, Sinistra Anticapitalista, Critica comunista – Napoli, Centro di documentazione e lotta Rosso 17 – Roma, Si/Cobas Napoli, USB Campania, Collettivo Autorganizzato Popolare 80010 Quarto, Centro Culturale La Città del Sole, Non solo Marange – Collettivo di mutuo soccorso e cassa di Resistenza, Zero81; Movimento di lotta disoccupati "7 novembre"; Coordinamento Terra di Lavoro, Fronte Popolare, Carc Campania, Coordinamento di Lotta per il Lavoro…
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