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Il debito di Napoli arriva a Roma (guardando a Bruxelles)

Masaniello è turnato cantava Pino Daniele agli inizi degli anni 80 nella canzone Je so pazzo (che in realtà si scrive “io so pazzo” e non si è mai compreso perché Zio Pino l’abbia scritto erroneamente così ).

A dire il vero il ritorno di Masaniello non è del tutto confermato e Je so pazzo non è più il titolo  di una canzone ma il nome del più importante Centro Sociale d’Italia che proprio in questi mesi ha dato il via all’operazione Potere al Popolo.

Parliamo insomma di Luigi De Magistris nei panni nuovamente del ribelle capopopolo seicentesco che chiama questa volta alla mobilitazione la cittadinanza napoletana contro lo strangolamento del governo centrale nei confronti della metropoli partenopea. L’appuntamento è per  domani alle 12 presso Montecitorio.

Tutto nasce dal pignoramento  delle casse comunali da parte della corte dei conti. L’amministrazione comunale non può movimentare in uscita nemmeno un centesimo. Il motivo? Il pagamento di un debito risalente al terremoto del 1980( millenovecentottanta) e al successivo commissariamento governativo. Un contenzioso trascinatosi per quasi trent’ anni e che dopo aver risparmiato tutte le giunte targate Pds/Ulivo/pd arriva a condizionare la fruizione dei servizi dei cittadini napoletani nel 2018.

Una situazione ridicola e paradossale che sta a dimostrare quanto sia reale la guerra alla città e a De Magistris da parte del governo e dello stato italiano a trazione settentrionale.

Unica amministrazione che in questi anni di austherity si è ribellata ai diktat del governo contribuendo in maniera decisiva alla nascita de “ l’anomalia Napoli” con l’azione sinergica delle istituzioni comunali e dei movimenti sociali antagonisti.

In realtà dall’inizio del secondo mandato questa anomalia si è vista poco e come ricorda giustamente Michele Franco, candidato al collegio uninominale del senato per Potere al Popolo e attivista di Eurostop , l’azione amministrativa recente della giunta si è caratterizzata soprattutto per i cedimenti più che per gli elementi di resistenza. Vedi le quote Gesac dell’aereoporto di Capodichino collocate sul mercato, l’ingresso dei privati in Anm, la paventata privatizzazione di Ctp, le dichiarazioni antisciopero. Michele Franco , pur dicendosi d’accordo con l’azione di disubbidienza proposta dal sindaco e alla quale parteciperà, ricorda l’estremo ritardo con cui l’amministrazione ha reagito illusa forse che con qualche accordo ad hoc sarebbe riuscita a sfangarla continuando a galleggiare.

La realtà però ha presentato il conto. Salatissimo.

Domani quindi accanto all’amministrazione e a Dema (la formazione politica del sindaco) vi saranno anche le formazioni e gli assembramenti politici cittadini di marca antagonista. Napoli Direzione opposta, Eurostop, Rifondazione comunista, Pci, Massa critica che hanno firmato un documento unitario in cui annunciano la partecipazione all’iniziativa ma al contempo chiedono fin da ora un incontro avente come tema il debito pubblico da svolgersi subito dopo il 21 febbraio.

L’anomalia Napoli è pronta a ripartire? vedremo…

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