Il pre-dissesto del Comune di Napoli, la stato di agonia in cui versa la città e la diatriba tra l’amministrazione e il governo sul pagamento del CR8, non rappresentano un evento eccezionale nella fase storica attuale. Essa va iscritta in un quadro globale di assoggettamento delle amministrazioni locali alla morsa dell’economia finanziaria internazionale e del ciclo debito-austerità articolato a livello europeo che sino ad oggi era stata sottovalutata dall’amministrazione De Magistris.
La gestione delle crisi da parte dei governi centrali ha sostanzialmente determinato un nuovo ciclo di restaurazione dell’1% del pianeta nei confronti del restante 99%. Le città sono uno dei campi principali di questa subdola battaglia dall’alto verso il basso. Dalla crisi di New York degli anni ’70 fino alla capitolazione della Grecia del 2014/2015, le armi del neoliberismo si sono affinate e si sono fatte sempre più efficaci.
Privatizzazione del risparmio nazionale, vincoli alla spesa pubblica locale in costituzione, vendita del patrimonio e dei servizi, gentrificazione e turistificazione, deregolamentazione del mercato del lavoro e immobiliare e assenza di politiche di intervento pubblico, hanno trasformato le città che si espandevano con il modello keynesiano in relitti che affogano nei propri debiti. Tutto questo si riversa essenzialmente sullo stato di salute (spesso in senso stretto) degli abitanti delle città in questione.
Non ultima tra queste città c’è Napoli, stretta in una morsa senza scampo dal ricatto del debito. Più volte abbiamo analizzato politicamente la sua genesi, entrando anche negli aspetti più tecnici senza tuttavia costruire una valida e strutturata alternativa. È il tempo di porre fine a questo gap. Il debito sempre più intensamente segnerà la vita della città nel corso dei prossimi anni, con ripercussioni nelle lotte e nella vita quotidiana dei lavoratori e delle lavoratrici, dei dicoccupati e dei precari. Per noi tutti che abitiamo questo territorio, continuare ad accettare il ricatto del debito vuol dire rimanere inermi dinnanzi alla progressiva riduzione dei servizi essenziali e delle condizioni di vita.
A partire dalla diatriba sul CR8, il sindaco Luigi De Magistris nel corso delle ultime settimane ha finalmente espresso la volontà di aprire una discussione con il governo centrale sul debito. Come abbiamo rimarcato a Roma il 21 febbraio, è ora di aprire una discussione a 360 gradi sul debito del comune, a prescindere dalla risoluzione di un accordo con il governo nazionale su questa specifica vicenda.
È necessario rifiutare la dicotomia dissesto-piano di riequilibrio, poiché nel primo caso significa morire velocemente, ma nel secondo caso vuol dire soltanto perire lentamente e accettare i memorandum imposti dal potere centrale. Una soluzione giuridicamente e tecnicamente diversa è possibile: la gestione del sovra-indebitamento come previsto dalla legge del 2012. Occorre aprire immediatamente una discussione sullo stato dei mutui contratti con la cassa depositi e prestiti e sui derivati presenti in bilancio, ma secretati da un’assurda legislazione nazionale.
E’ necessario costruire una battaglia senza quartiere contro la svendita del patrimonio e dei servizi previsti dai bandi regionali che entreranno in vigore dal 2019. Bisogna conoscere i debitori e creditori del Comune di Napoli, lo stato attuale e la prospettiva dei derivati nonché la composizione dei debiti fuori bilancio, affinché non si ripetano le nevralgiche e drammatiche situazioni sul CR8.
E’ ora insomma di aprire una larga battaglia contro il debito ingiusto e illegittimo!
E’ il momento di dismettere l’idea che il debito pubblico sia un problema. Dobbiamo liberarci del debito contratto ingiustamente e delle assurde catene che costringono la spesa pubblica locale per ridare vita alla città, aprendo una nuova era: quella del debito pubblico erogato sotto controllo degli abitanti! Per farlo c’è bisogno di tutte le forze sane della città!
Questa durissima battaglia si vince solo con i corpi e le intelligenze di tutti e tutte! Dalla nostra, mettiamo a disposizione il lavoro svolto in questo anno sul debito. Siamo pronti alla creazione di uno strumento aperto e permanente di controllo, analisi, discussione e proposta sul debito e il bilancio del Comune: la commissione di Audit sul debito del Comune di Napoli.
Le Città non si vendono, Napoli non si vende!
Assemblea pubblica il 7 aprile h. 16,30 a Piazza San Domenico.
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